Investire in Macedonia, oggi, conviene, il paese sta attraversando un importante periodo di crescita economica e il governo nazionale incentiva la crescita interna e l’attrazione di nuovi investitori dall’estero. Negli ultimi anni sono molte le riforme strutturali messe in atto in tutte le sfere sociali, rafforzando istituzioni e contesto imprenditoriale generale.

Anche da un punto di vista artistico e culturale, la Macedonia è oggi un paese alla ribalta, e nel 2014 - secondo la guida Lonely Planet - è tra i dieci paesi al mondo da visitare, oltre ad essere inserita al 10° posto dal New York Times nella classifica “52 Places to Go in 2015”.

Non solo cultura, dunque, ma anche business, potendo garantire costi di produzione altamente competitivi (grazie a una serie di nuove misure business friendly), eccellenti incentivi e manodopera altamente qualificata, competitiva e dinamica.

Geograficamente parlando, poi, il Paese rappresenta un importante crocevia per l’Europa e l’Asia, situato in una posizione strategica, sempre più opportunamente sfruttata dal governo locale che, negli ultimi anni, non ha mai innalzato barriere commerciali con le vicine Ucraina e Turchia, con l’Europa centro-occidentale, il Medio Oriente e l’Africa settentrionale. Gli sforzi si sono concretizzati nell’accesso a regime di libero scambio a circa 650 milioni di consumatori, attraverso la conclusione di accordi bilaterali e multilaterali come dichiara lo stesso Ministero per gli Investimenti Esteri macedone.

Per quanto concerne i costi operativi - a partire da un costo medio del lavoro circa la metà rispetto all’Italia - in generale si assestano fra i più bassi in Europa, mentre la cultura stessa del business cresce sempre di più fra le nuove generazioni, anche grazie alle forti garanzie costituzionali che tutelano ogni forma di investimento.

La stabilità macroeconomica e politica (bassa inflazione inferiore al 2% negli ultimi 13 anni e crescita economica al 4% negli ultimi due anni) e moderne infrastrutture fanno, dunque, della Macedonia uno dei paesi pro business tra i più competitivi in Europa.

La Macedonia può contare infatti anche su una dotazione di ferrovie ed autostrade che danno vita ad un’efficiente rete di collegamenti con tutta l’Europa, oltre a garantire un facile accesso ai porti internazionali. Ben due gli aeroporti internazionali presenti (a Skopje, la capitale e Ohrid, nel sud-ovest del paese) che rendono la Macedonia facilmente raggiungibile - soprattutto dall’Italia - e garantiscono un’efficace circolazione delle merci.

Per quanto concerne gli aspetti fiscali, poi, allo scopo di attrarre investimenti esteri, il Governo macedone ha costituito 4 principali zone franche (esentasse) e altre zone - più piccole dislocate in diverse località nella Macedonia - in cui si può beneficiare di ulteriori agevolazioni.

Le due maggiori zone franche sono situate nei pressi della capitale Skopje, aree tra le più attraenti vista anche l’adiacenza all’aeroporto internazionale e all’autostrada principale del paese. In queste regioni, la pressione fiscale sulle materie prime e i beni strumentali è pari a 0 così come il valore dell’aliquota IVA, IRES, IRPEF (per queste ultime due imposte l’agevolazione si applica ai primi dieci anni di attività).

I redditi dei contribuenti persone fisiche sono soggetti ad un’imposta proporzionale del 10% (flat tax) che per i soggetti residenti si applica su base mondiale (e, cioè, anche sui redditi prodotti all’estero).

I redditi delle società e degli altri enti dotati di personalità giuridica che svolgono un’attività commerciale sono soggetti all’imposta societaria, che, al pari della precedente, è pari al 10%. Con la riforma del 2015, l’imposta si applica su tutti gli utili realizzati nell’anno di riferimento e non solo su quelli distribuiti ed inoltre è stato previsto che la base imponibile dell’imposta societaria sia ridotta in relazione all’ammontare di investimenti effettuati dalla società in immobilizzazioni materiali e immateriali, con l’eccezione delle spese per l’acquisto di beni considerati di lusso (automobili, mobilio, attrezzature audiovisive e opere d’arte).

Ma come spesso accade, alla base di un’economia largamente funzionante ed in continua crescita, sono presenti solide fondamenta in termini di forza lavoro ed istruzione.

Circa il 6% del PIL è investito nell’istruzione e grande attenzione è dedicata alla scelta delle materie obbligatorie da studiare, quali, ad esempio, “Innovazioni”, alla scuola elementare ed “Affari ed Imprenditoria”, al liceo. Sono incoraggianti, altresì, le percentuali dei ragazzi che conseguono il diploma di scuola superiore (99%) e di coloro che scelgono di intraprendere studi universitari (90%). Si pensi che in Italia - stando ai dati Eurostat - il 64% della popolazione con età compresa fra 55 e 74 anni ha conseguito, al più, la scuola dell’obbligo.

Molta attenzione è, poi, riposta nello studio delle lingue straniere: l’inglese è obbligatorio fin dall’asilo, tanto che la maggior parte delle offerte di lavoro in loco richiede almeno 15 anni di esperienza linguistica. Accanto all’inglese è previsto lo studio obbligatorio di un’altra lingua europea per almeno 8 anni e, nel territorio, sono ampiamente parlate altre lingue quali, principalmente, croato, serbo, turco, albanese e bulgaro.

Da un punto di vista occupazionale, invece, la politica macedone ha incrementato, negli ultimi anni, i programmi formativi che offrono incentivi alla formazione.

In linea con le economie più avanzate, sono incoraggiati i contratti di lavoro volti a formare professionalmente i nuovi assunti, con importanti agevolazioni relative all’assunzione di apprendisti e tirocinanti. Altre riforme strutturali hanno, poi, interessato il sistema previdenziale, la sicurezza nei luoghi di lavoro e il contenzioso giuslavoristico.

Tornando, invece, al versante economico, tra i settori maggiormente in crescita si segnalano quelli legati all’esportazione, l’esternalizzazione dei processi aziendali, tra tutti i Call Center ed il ramo della tecnologia IT e CAD/CAM.

Non è un caso dunque che la Macedonia occupi al 12° posto dell’Ease of doing business ranking, stilato dalla Banca Mondiale, in occasione della pubblicazione del Doing Business 2016: Measuring Regulatory Quality and Efficiency, nonché al 2° posto (dopo la Nuova Zelanda) nell’Ease of starting a business ranking. Ad essere sottolineato, in particolare, è quanto sia agevole e rapida la costituzione e la registrazione di una nuova società in Macedonia e, inoltre, quanto sia scevra da meccanismi burocratici complessi tutta la fase di start up.

La costituzione formale di una società comporta benefici immediati per le società stesse e per gli imprenditori, oltre che richiedere tempi particolarmente rapidi. Le società formalmente costituite hanno libero accesso ai servizi e alle istituzioni, dai tribunali alle banche ed ai nuovi mercati.

Ulteriori benefici sono previsti per le società a responsabilità limitata per cui la legge - come in altri ordinamenti - prevede la completa separazione tra il patrimonio dei soci e quello della società, al fine di limitare la responsabilità dei soci unicamente al proprio investimento.

In definitiva, ad emergere dall’analisi della Banca Mondiale, è un paese fortemente impegnato a consentire l’ingresso di capitali esteri nel proprio territorio, attraverso un sistema fiscale estremamente vantaggioso e un impianto burocratico particolarmente semplice ed efficiente.

Infine, per quanto concerne i rapporti commerciali con l’Italia, questi, sono in continua crescita ed evoluzione negli ultimi 10 anni.

In tre anni, nel periodo 2005-2008, il valore dell’interscambio è raddoppiato raggiungendo 711.6 milioni di dollari e, dopo un breve periodo di riflessione, nell’anno 2011 sono stati registrati nuovi segnali di ripresa, quando il valore dell’interscambio ha raggiunto i 708 milioni di dollari (+26% rispetto al 2010), mentre alla fine del 2014, ha superato il livello del 2008, prima della crisi, raggiungendo 756,5 milioni di dollari.

I prodotti italiani godono di ottima immagine in Macedonia, soprattutto per quanto riguarda i beni di consumo: prodotti alimentari (lattiero-caseari, lavorazioni di carne, dolci, pasta e condimenti, prodotti in conserva, e olio), prodotti cosmetici e di igiene personale, prodotti farmaceutici e prodotti per la pulizia della casa, abbigliamento, arredamento ed elettrodomestici.

Per quanto riguarda i beni strumentali, invece, la presenza italiana è concentrata quasi esclusivamente all’industria alimentare e delle lavorazioni ed in particolare vino, dolci, prodotti e conserve vegetali e prodotti surgelati e gelati; anche se esistono enormi spazi per migliorare la presenza dei prodotti italiani, in particolare nell’industria di lavorazione legno e produzione di mobili, industria edile, plastica, metal-meccanica e automotive.

Secondo l’Istituto di Statistica macedone, l’Italia si posiziona al quinto posto tra i partner commerciali dell’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.

Nel 2014, l’export italiano in Macedonia è stato pari a oltre 454 milioni di dollari, e l’Italia si è collocata al quinto posto tra i paesi fornitori dell’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia preceduta da Regno Unito, Germania, Grecia e Serbia.

Gli ultimi dati disponibili, relativi ai primi 10 mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, registrano invece un’ulteriore crescita delle nostre esportazioni (+3,9%).

Una nazione, la Macedonia, quindi, in cui la domanda di “Made in Italy” è particolarmente elevata e non smette di crescere.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Stefano Rossi, Avvocato RBM Studio Legale Associato, redazione@exportiamo.it

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