Si è conclusa ieri la missione di due giorni a Teheran del presidente del Consiglio Matteo Renzi accompagnato nella visita ufficiale nella Repubblica Islamica dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e dal Sottosegretario allo Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto, il quale dal 9 aprile è l’erede ufficiale di Carlo Calenda “migrato” a Bruxelles.

Tempismo perfetto quello del Governo italiano, avendo bruciato i tempi rispetto agli alleati europei con la visita a Teheran iniziata con una stretta di mano al presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Hassan Rohani che nell’incontro con la stampa ha definito senza mezzi termini il nostro Paese:

“Un amico prezioso dell’Iran anche nei momenti di difficoltà. Prima delle sanzioni l’Italia è stato il nostro primo partner nella Ue, e vorremmo che tornasse a svolgere questo ruolo anche oggi”.

Il Presidente Rohani ha infatti ricordato la sensibilità e il ruolo avuto – al di là di quelli ufficiali – da parte del nostro Paese in questi anni di tensioni ed incomprensioni tra la Repubblica Islamica e l’Occidente, ricordando come:

“Durante le sanzioni le posizioni italiane sono state le più eque nei confronti dell’Iran. Anche se l’Italia non faceva parte del gruppo 5+1, con la presenza della signora Mogherini anche l’Italia ha avuto il suo ruolo e il suo contributo ai negoziati. Con la fine delle sanzioni e l’esecuzione dell’accordo nucleare il mio primo viaggio è stato in Italia. E oggi a meno di tre mesi da quella visita a Roma abbiamo qui il presidente del Consiglio Renzi in visita a Teheran. Sia la mia visita a Roma sia la visita del presidente Renzi sono un segnale molto chiaro della volontà dei due Paesi per lo sviluppo dei rapporti economici, scientifici e culturali” ed ha poi ricordato i risultati della sua visita in Italia a gennaio durante la quale “sono stati firmati 30 accordi, oggi altri 6, e l’esecuzione di questi 36 accordi potrebbe aprire una nuova strada per i nostri rapporti e per l’arrivo della tecnologia in Iran. Sono dei buoni accordi di collaborazione nei settori dei trasporti, industria, turismo, tecnologia, ma oggi dobbiamo compiere passi efficaci per rendere esecutivi questi accordi”.

Quello del Presidente iraniano - protagonista indiscusso del nuovo corso della Repubblica Islamica - è un ottimo auspicio, certamente condiviso anche dalle autorità e dalla classe imprenditoriale italiana dal momento che a partire dall’estate del 2015 all’indomani del raggiungimento dell’accordo sul nucleare è stato un continuo susseguirsi di missioni imprenditoriali e visite ufficiali come la tanto criticata visita di Rohani in Italia, quella delle statue coperte cotanto strumentalizzate per intenderci, della quale la visita di Renzi appena conclusa rappresenta il necessario follow up.

Renzi arriva per primo a Teheran, come già nel 1998 Romano Prodi, primo leader occidentale dall’avvento della Repubblica Islamica a recarsi in visita ufficiale nel Paese a conferma del forte legame con gli eredi dell’antica Persia, non bisogna dimenticare che si parla dei discendenti e degli eredi di una civiltà millenaria.

Era l’epoca del “Dialogo di Civiltà” portato avanti dall’amministrazione Clinton con la presidenza di Khatami e naufragato miseramente di fronte all’ottusità dei neo-conservatori a stelle e strisce che hanno guidato la politica estera e la visione di fondo delle Amministrazioni guidate da George W. Bush, le cui conseguenze disastrose sono sotto gli occhi di tutti, oggi più di ieri.

Personalmente avendo avuto anche la fortuna di conoscere degli iraniani e di aver visto Teheran, non mi stancherò mai di ripetere che l’Iran per troppi anni è stato considerato il problema quando in realtà è sempre stata la soluzione, rappresentando un attore regionale fondamentale da tenere in considerazione se i problemi a determinate latitudini si vogliono risolvere, davvero.

Nella giornata di ieri 13 aprile,il Premier Renzi ha preso parte al Business Forum organizzato dalla locale Camera di Commercio, insieme alla folta delegazione imprenditoriale italiana con oltre 150 rappresentanti delle nostre aziende che lo hanno accompagnato a Teheran e nel suo intervento ha ribadito la propria convinzione sul ruolo strategico a livello geopolitico della Repubblica Islamica ancor prima che l’importanza del rilancio delle relazioni economiche:

“Dall’Italia e dall’Ue c’è la convinzione profonda che il ruolo dell’Iran, dopo l’accordo sul nucleare, sia geopoliticamente strategico per la regione e non solo. Se implementiamo l’accordo politico sul nucleare siamo in condizione di dare un messaggio di stabilità a tutta l’area”.

Nel concreto durante la missione si iniziano a vedere i risultati veri delle tante collaborazioni già avviate come dimostra la conclusione dell’accordo di cooperazione tra FS e le Ferrovie Iraniane (RIA) per la realizzazione delle linee ad alta velocità Teheran-Ameda e Qom-Arak, un accordo dal valore di circa 3,5 miliardi di euro in 10 anni che segue il Memorandum di intesa già siglato a febbraio e che prevede anche la costruzione di un test center e la formazione del personale locale. Sul piano finanziario l’operazione potrà beneficiare di un finanziamento all’esportazione garantito da SACE ed erogato da Cassa Depositi e Prestiti, con l’intervento di SIMEST.

La galassia CdP interverrà anche con una linea di credito di 9 miliardi per garantire le esportazioni delle nostre PMI.

La questione finanziaria è infatti quella più importante in questo momento e anche in questo campo sono stati fatti passi in avanti decisivi come dimostra l’accordo concluso in precedenza da SACE per il recupero di un credito da 564 milioni di euro vantato nei confronti della Banca Centrale Iraniana. La prima rata da 180 milioni di euro è stata già ripagata a marzo a dimostrazione della buona volontà di Teheran in materia di credito.

Il prossimo follow up sarà infatti a Teheran con il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan proprio perchè la priorità adesso è la questione finanziaria e perché come ha chiosato Renzi:

“C’è un’autostrada per lavorare insieme a condizione che il credito faccia la sua parte”.

Prima di ripartire per l’Italia su Facebook il Premier ha invece così sintetizzato lo scopo della visita a Teheran:

“Missione importante in Iran, la prima di un capo di governo occidentale dopo le sanzioni. Questo Paese, figlio della grande civiltà persiana, può giocare un ruolo decisivo per la pace nella regione e per combattere il terrorismo e l’estremismo. Credo che l’accordo per evitare la proliferazione nucleare sia l’inizio di una stagione nuova di grande interesse per il mondo intero. L’Italia è in prima fila per affrontare insieme le crisi umanitarie, dalla Siria allo Yemen e per rilanciare la collaborazione commerciale e universitaria”.

In conclusione a quanto pare impegno, lungimiranza e tempismo non mancano per dare vigore al nuovo corso delle relazioni bilaterali con l’Iran nella speranza e con la prospettiva di tornare ai fasti di un tempo neanche troppo lontano.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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