“Cinque delle banche italiane di secondo e terzo livello hanno ripreso gli affari con gli istituti di credito iraniani” ha dichiarato Ahmad Pourfallah, Presidente del Joint Iran-Italia presso la Camera di Commercio.

“Per quanto riguarda le transizioni bancarie, i rapporti però sono ancora rallentati a causa delle preoccupazioni delle grandi banche internazionali” – ha poi commentato Pourfallah guardando agli sviluppi del business tra i due Paesi.

Tra le banche coinvolte nell’importante trattiva Italia-Iran figurano Banca Popolare di Verona, Banca Popolare di  Novara, Banca Popolare di Bergamo, Banca Popolare di Sondrio e Cassa di Risparmio di Bologna.

“Gli obiettivi prefissati sono il primo fare il punto sullo stato delle relazioni interbancarie e poi procedere all’attivazione immediata di una collaborazione e di una precisa regolamentazione nel ripristino nei sistemi di pagamento” ha affermato Guido Rosa, Presidente del Comitato tecnico per l’internazionalizzazione dell’ABI.

Nel corso della missione governo-imprese in Iran, SACE ha firmato tre accordi con le principali banche private iraniane - BankPasargad, BankParsian, BankSaman - con l’obiettivo di facilitare una più rapida ripresa dell’interscambio e degli investimenti italiani nel Paese.

Secondo SACE è stata significativa la perdita dell’Italia nel periodo delle sanzioni internazionali a livello di export, sceso a € 1,6 miliardi nel 2014 rispetto ai € 7,2 miliardi del 2011.

Un semplice esempio lo dimostra: le esportazioni di macchinari, che nel 2014 rappresentavano il 58% del totale, sono diminuite del 29% nel periodo 2011-2014.
L’Italia dal canto suo ha dimostrato di essere desiderosa di riprendere gli affari e di creare potenziali opportunità di business con l’Iran.

Di fatto, negli ultimi mesi, il governo italiano ha riaperto i canali commerciali con l’Iran e facilitato una prima intesa tra gli investitori italiani e i potenziali clienti iraniani.

Risale allo scorso novembre la visita in Iran del vice ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, nell’ambito della quale si è realizzato un incontro tra 400 imprese italiane e iraniane.

È interesse dell’Iran e dei Paesi che stanno avviando le collaborazioni, velocizzare le politiche economiche che permetteranno all’economia iraniana di riconnettersi alla rete globale delle operazioni bancarie per consentire il trasferimento diretto di fondi da e verso l’Iran. A oggi gli unici ostacoli, sono di natura legale.

“Apprezziamo il fatto che l’Iran abbia scelto il nostro Paese come il primo visitato dal presidente Rouhani successivamente all’accordo sul nucleare”, ha spiegato il ministro italiano degli Esteri Paolo Gentiloni. “L’accordo sul nucleare e l’apertura delle relazioni economiche sono connessi e, se le cose procedono nella giusta direzione, come sinceramente speriamo e crediamo, ci sarà una sorta di competizione tra le economie occidentali”.

Gli incontri tra i due Paesi hanno portato ad un accordo provvisorio: servono 30 miliardi di dollari per realizzare 50 progetti nel settore petrolifero. Inoltre il ministro del Commercio di Teheran, MohammadReza Nematzadeh, ha varato un piano di investimenti pari a 15 miliardi di dollari sulle infrastrutture del Paese, dalle ferrovie agli aeroporti.

Per il ministro iraniano le imprese italiane possono svolgere un ruolo importante e diventare protagoniste in questo settore, date le loro conoscenze e capacità. “La nostra aspettativa da quest’incontro – ha detto – è che entrambe le parti possano sfruttare quest’occasione per creare investimenti comuni”.

Le esportazioni italiane nel 2012 rispetto all’anno precedente sono diminuite del 24,5% ovvero da 1,86 miliardi di euro del 2011 a 1,41 miliardi del 2012. Anche nel 2013, l’andamento negativo è stato ampiamente confermato (-24,3%).

Soltanto nel 2014, grazie all’accordo di Losanna, si è stato registrato un incremento dal lato delle esportazioni del 8,6% traducibile in 1,16 milioni di euro. Nel 2015 le esportazioni sono infatti cresciute del 32,5% mentre l’import è aumentato di oltre il 120%.

Il Made in Italy è molto apprezzato in Iran e per questo motivo ci sono tanti settori d’opportunità per le nostre PMI. Inoltre ricordiamo che l’Iran fino al 2012 forniva circa il 18% del fabbisogno del greggio dell’Italia per un valore pari a 5,1 miliardi di euro.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it

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