A New York si è appena conclusa la 62^ edizione della fiera agroalimentare più importante degli Stati Uniti, il Summer Fancy Food Show, il più grande evento commerciale dedicato alle specialità alimentari con 2.600 espositori provenienti da tutto il mondo.

L’Italia - partecipante di spicco in tutte le edizioni della manifestazione - è stata la protagonista della kermesse newyorkese grazie alla presenza di 330 aziende che hanno rappresentato il meglio del Made in Italy del comparto agroalimentare.

La presenza di molte aziende italiane testimonia, inoltre, il costante aumento dell’interesse degli USA verso i prodotti italiani come si può evincere dalle ottime perfomance delle nostre vendite sul territorio statunitense.

Se il 2014 si era concluso con un fatturato export pari a 3,23 miliardi di euro, nel 2015 le aziende italiane hanno raccolto 3,96 miliardi di euro con un aumento percentuale del 22,4%. E il trend continua ad essere più che positivo con il primo trimestre del 2016 che ha fatto registrare un aumento del 5,8% a valore rispetto allo stesso periodo del 2015.

L’Italia è stata il quinto più grande fornitore di prodotti alimentari e bevande negli Stati Uniti con una percentuale del 3% sul totale, alle spalle del Canada (19%), Messico (17%), Cina (5%) e Francia (3%). Sebbene siano altri i Paesi leader nel mercato a stelle e strisce, l’Italia si conferma la regina assoluta per alcune categorie di prodotti quali vino, olio d’oliva, pasta e acque minerali. Molto bene anche le vendite di prodotti da forno e salumi.

Da segnalare inoltre che i prodotti con la migliore crescita sono stati acque minerali e bevande analcoliche (+46,4%), seguite dal caffé (+41,8%).

L’offerta del food Made in Italy, d’altronde, oltre ad essere punto di riferimento mondiale nel settore enogastronomico, è la preferita dagli americani come recentemente sostenuto dalla ricerca “Growing seeds forum” di Nomisma che ha confermato l’interesse dei consumatori americani all’aquisto di prodotti Made in Italy.

Secondo la ricerca, infatti, ben il 27% dei prodotti costituenti il carrello degli americani è rappresentato da prodotti italiani e l’Italia è inoltre il primo Paese riconosciuto per qualità dei prodotti (26%), staccando ampiamente Canada (13%) Francia (10%) e Spagna (10%).

Per quanto riguarda il livello di reputation, invece, la qualità dell’agroalimentare italiano è giudicato dal 40% dei consumatori americani superiore al prodotto locale e per oltre il 70% degli intervistati un prezzo di vendita superiore agli altri prodotti sul mercato non è d’ostacolo all’acquisto, sempre che sia certificata l’origine di provenienza italiana.

La variegata offerta dell’enogastronomia italiana e l’aumento dell’interesse da parte dei consumatori statunitensi è stata favorita anche dall’azione governativa di allocazione di risorse pari a 70 milioni di euro, quale somma stanziata per il lancio del primo Piano straordinario per l’export agroalimentare concentrato su USA - prevalentemente in quattro Stati federati quali Texas, Illinois, California e New York - e Canada.

L’obiettivo stabilito del Piano straordinario - messo a punto un anno fa dall’ex sottosegretario allo sviluppo economico nonché oggi ministro Carlo Calenda- è quello di investire il budget a disposizione in attività promozionali specifiche favorendo l’ingresso dei prodotti italiani nella grande distribuzione americana, nonché intraprendere una grande campagna marketing contro l’Italian sounding.

Nonostante i numeri incoraggianti e le prospettive di crescita favorite anche dai recenti strumenti governativi, il mercato statunitense è un mercato complesso e sofistificato e necessita di azioni ponderate e analisi di mercato specifiche che possano così indirizzare le nostre PMI verso la giusta strategia di penetrazione potenzialmente perseguibile.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Annarita Summo, redazione@exportiamo.it

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