Nei primi sei mesi del 2017 il Made in Italy ha “messo la freccia” ed ha operato uno storico sorpasso nei confronti dei prodotti francesi: il Belpaese è cosi entrato nella top ten dei Paesi fornitori del mercato statunitense.

Lo United States Department of Commerce ha pubblicato i dati relativi all’import americano nel periodo gennaio-giugno 2017 che è cresciuto del 7,2% rispetto al primo semestre del 2016. Da sottolineare la netta ripresa dell’import da alcuni dei principali partner commerciali degli USA come Canada (+9.9%), Cina (+8.4%) e Messico (+6.9%). In controtendenza invece la Corea del Sud, attualmente 6° fornitore estero di Washington, che conferma nei primi 6 mesi del 2017 il trend negativo (-2.4%) fatto registrare già nel 2016.

Performance positiva anche per l’Unione Europea che ha messo a segno un soddisfacente +8.4%, merito soprattutto di Irlanda (+16%) e Italia (+6.7%). In affanno invece Regno Unito (-2.2%), Francia (-1.6%) e Germania (-0.1%). Proprio nel primo semestre del 2017 si è concretizzato il sorpasso di Roma (23,7 miliardi di dollari esportati) nei confronti di Parigi (23 miliardi di dollari), un risultato incredibile se si pensa che nel 2010 l’export transalpino annuo negli Stati Uniti superava di 10 miliardi quello tricolore.

Il Belpaese dunque recupera due posizioni tra i principali fornitori esteri degli Stati Uniti piazzandosi al 9° posto con una quota di mercato pari al 2.1%, superando India e appunto Francia. In crescita anche l’export americano in Italia che nel periodo gennaio-giugno 2017 ha raggiunto quota 9,23 miliardi di dollari con un aumento dell’11.6% rispetto allo stesso lasso di tempo del 2016. Infine a giugno 2017 l’interscambio USA-Italia è stato di 32,88 miliardi di dollari in valore con un incremento dell’8.1% in relazione allo scorso anno.

I settori che hanno contribuito al sorpasso

Sempre secondo i dati dello United States Department of Commerce, i settori che hanno trainato l’export italiano verso Washington nel primo semestre del 2017 sono stati meccanica (+10.1% rispetto al 2016), mezzi di trasporto (+11.4%), moda e accessori (+3.9%), semilavorati e componenti (+6.4%), chimica e farmaceutica (+6%), arredamento ed edilizia (+3.1%). Anche il settore agroalimentare ha fatto registrare un risultato positivo (+1.6%), pur subendo un lieve rallentamento rispetto al ritmo di crescita rilevato nello stesso periodo del 2016.

In termini numerici il comparto della meccanica ha toccato quota 5,65 miliardi di dollari (23.9% sul totale esportato dal Belpaese negli USA), seguono moda e accessori (3,74 miliardi), mezzi di trasporto (3,52 miliardi), chimica e farmaceutica (3,06 miliardi).

Sicuramente un momento d’oro per il Made in Italy trainato in particolare dalla meccanica e dalla forte crescita del settore automotive e al successo di Fiat-Chrysler, una realtà che negli Stati Uniti sta conquistando importanti quote di mercato a discapito dei principali player del settore.

Dunque non un balzo in avanti episodico o dovuto ad una grande commessa, ma una crescita costante in tutti i settori dal 2010 grazie ad un mercato come quello statunitense che offre ancora grandi opportunità alle PMI nostrane. Basti pensare che dal 2009 l’export tricolore negli USA è aumentato di circa 20 miliardi di dollari, raggiungendo nel 2016 la cifra record di 45,27 miliardi.

Unica incognita è rappresentata dall’amministrazione Trump, decisamente più protezionistica in materia di commercio internazionale rispetto a quella democratica guidata per due mandati consecutivi da Obama: ma gli ultimi avvenimenti raccontati sulle pagine di Exportiamo.it e il trend positivo del primo semestre del 2017 sembrano dare segnali rassicuranti.

Anche perché l’Italia, pur mantenendo un surplus positivo pari a 28,4 miliardi di dollari nella bilancia commerciale con gli Stati Uniti, è ancora lontana dal disavanzo commerciale di cui godono Cina (347 miliardi di dollari), Giappone (68,9 miliardi), Germania (64,8 miliardi) e Messico (63,1 miliardi). L’Unione Europea, che a seguito dell’elezione del tycoon ha visto naufragare il TTIP, nel 2016 ha fatto registrare un surplus positivo di 146,3 miliardi di dollari.

Infine anche le previsioni di SACE offrono un quadro roseo per l’export tricolore negli Stati Uniti per i prossimi anni: infatti, secondo la società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, si prevede un aumento costante delle esportazioni italiane al ritmo del 5% annuo fino al superamento dei 53 miliardi di dollari entro il 2020 dai 45,2 miliardi fatti registrare nel 2016.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it

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