Senza ombra di dubbio negli ultimi 20 anni (dalla nascita di Internet in poi) è fortemente cambiata la visione del mondo e anche della struttura del lavoro.

Abbiamo infatti assistito alla nascita di nuove professioni che sempre più si configurano come i mestieri del futuro al di fuori degli schemi tradizionali esistenti solo fino a qualche decennio fa.

Analizziamo più da vicino quali sono le figure professionali più cercate dalle aziende.

Abbiamo il Digital Analyst che ha il compito di tirare le somme sui punti di forza e le falle che un sito ha durante l’uso da parte dell’utente. Quindi focus del Digital Analyst sono i dati di traffico poiché l’obiettivo principale del DA è che il sito analizzato raggiunga o incrementi gli obiettivi registrati a livello di traffico in termini di conversioni dove per conversioni s’intende l’obiettivo di mutare l’accesso, a volte distratto al sito, da parte dell’utente e convertendolo in acquisto, generando nella mente dell’utente un bisogno da soddisfare.

Ad un buon Digital Analyst sono richieste grandi capacità analitiche e di sintesi, capacità matematiche e la conoscenza di linguaggi di programmazione per realizzare i codici tracciamento.

Legata alla figura del Digital Analyst c’è quella dell’Interaction Designer e dell’Information Architect che hanno il compito di sottoporre a test gli utenti dei siti, sottoponendoli a dei task e registrandone in tempo reale il comportamento.

C’è poi il Seo Specialist che ha il compito di aumentare la visibilità del sito migliorando il posizionamento organico su Google e gli altri motori di ricerca. L’obiettivo di un buon Seo Specialist è quello di attrarre il maggior numero possibile di visitatori interessati ai prodotti commercializzati dall’azienda.

Queste tre figure professionali interfacciandosi tra loro, hanno come obiettivo ultimo quello di portare alla fidelizzazione dell’utente passando attraverso il miglioramento della user experience ed aumentando l’interazione utente/sito.

C’è poi la figura del Social Media Manager che ha il compito di curare i social media di un brand o di un’azienda proponendo iniziative volte ad incrementare l’interazione ed il coinvolgimento della community.

Infine un’altra figura in crescita è quella dell’Export Manager, profilo professionale che ha il compito di sviluppare il mercato estero dell’azienda per la quale lavora attraverso la scelta dei potenziali mercati esteri ed elaborando le strategie migliori per l’ingresso ed il consolidamento dell’azienda in quel dato mercato.

Ha il compito di individuare e definire le linee operative in armonia con la politica di export fissata dall’azienda, di identificare e selezionare le opportunità di business e successivamente di programmare e coordinare il piano di promozione sul nuovo mercato target per arrivare all’affermazione dei prodotti/servizi dell’azienda sui mercati individuati.

Ha inoltre il compito di progettare e organizzare la rete di distribuzione individuando i distributori già presenti, di gestire le vendite, di analizzare la concorrenza valutando azioni e politiche volte ad accrescere il fatturato e stipulando accordi commerciali con partner locali.

Spesso purtroppo le piccole e medie imprese non hanno risorse sufficienti per investire in maniera adeguata su questo tipo di figura e per questo il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di riproporre, ammodernandolo, lo strumento del voucher per l’internazionalizzazione (già utilizzato nel 2015) ovvero un contributo a fondo perduto in favore di tutte quelle PMI che intendono guardare ai mercati esteri avvalendosi di una figura specializzata, un Temporary Export Manager.

(per approfondimenti cliccare qui o chiamare lo 06-59.19.749)

Il contributo a fondo perduto è concesso alle PMI costituite in qualsiasi forma giuridica ed alle Reti di imprese tra PMI, che abbiano conseguito un fatturato minimo di 500 mila euro nell’ultimo esercizio contabile chiuso (tale vincolo non sussiste nel caso di start-up innovative) e che non superino: 250 dipendenti effettivi, 50 €/ML di fatturato o 43 €/ML di totale bilancio.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Valeria Gambino, redazione@exportiamo.it

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