In questo articolo si illustrano gli 8 passi fondamentali da compiere per aprire una gelateria negli USA.

Dal 20 al 24 gennaio si è tenuta la 39ma edizione di SIGEP la fiera internazionale leader indiscussa nei settori della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffé. Quale migliore occasione per parlare di gelato, di estero e di strategie. Ne abbiamo discusso all’interno del convegno “GOING GLOBAL: Compre aprire una gelateria negli USA” con l’obiettivo di fornire informazioni utili a chi intende approcciare questo Paese e partire con il piede giusto.

All’interno del convegno numerose sono state le testimonianze, Antonio Verga Falzacappa, Amministratore di Sistema Gelato, ha aperto i lavori insieme a Gabriella De Girolamo, Brand Manager Sigep, si sono poi susseguiti Vincenzo Calì, Area Manager Center North-East, Italy dell’Ice Agenzia, che ha illustrato cosa fa il Sistema Italia a supporto delle PMI, Mariella Di Pinto, Partner di IBS Italia e Cofounder di Exportiamo.it il cui intervento si è focalizzato sul “Come entrare negli USA”, Nora Serrani, Vice Direttrice e Responsabile Assistenza alle Imprese – IACC Miami, che ha illustrato quali particolarità presentano gli Stati Uniti e Gabriele Poli, Fondatore Gelato Festival, che ha parlato del successo che sta ottenendo la sua iniziativa sul mercato americano. I lavori sono stati moderati da Ernesto Brambilla di Dolcegiornale.

Ai nostri lettori riportiamo di seguito una sintesi dell’intervento della dott.ssa Di Pinto al fine di evidenziare quale sia l’iter strategico ottimale da seguire per aprire una gelateria negli USA.

Cominciamo dicendo che, a livello globale, l’Italia è considerata nel settore agroalimentare una assoluta eccellenza e non è una novità che, fra i prodotti maggiormente apprezzati dai buongustai di mezzo mondo, figuri anche il nostro gelato artigianale.

Gli americani sono i secondi, dopo la Nuova Zelanda, più grandi consumatori di ice cream al mondo con volumi di vendita superiori ai 14 miliardi di $ nel 2015 e di cui il gelato artigianale rappresenta solo circa il 5%.

Proprio l’Osservatorio SIGEP conferma che la destinazione più attraente per le gelaterie artigianali è l’east coast. Sulla costa Atlantica invece è la Florida lo stato americano preferito da chi vuole aprire una gelateria artigianale.

Fra i gusti preferiti figurano cioccolato alla menta, frutti tropicali e mix dolce salato. Le gelaterie che producono gelato artigianale negli USA sono circa 1000 e la produzione del loro fatturato cresce di anno in anno di oltre il 5% (le vendite sono passate dai 410 mln di dollari nel 2009 a una stima di 430 mln di $ nel 2017 e dovrebbero arrivare a circa 473 mln di $ nel 2020). Leggendo i dati dunque si notano evidenti opportunità di crescita.

Gli 8 passi fondamentali per aprire una gelateria negli USA

1) Studiare il mercato di riferimento

Gli USA sono formati da 50 stati e per questo non possono che rappresentare un mercato variegato dal punto di vista economico, culturale e normativo. E’ bene quindi porre particolare attenzione a normative, legislazione, certificazioni, competitor di ciascuno stato.

2) Scegliere il business model più adatto

Fra le varie opzioni evidenziamo 4 metodologie differenti attraverso cui sarebbe possibile fare il proprio ingresso nel mercato a stelle e strisce:

- Apertura di un punto vendita diretto;
- Franchising;
- Licensing;
- Joint Venture (trovando dunque un investitore disposto ad investire e dividere i guadagni).

Soffermiamoci sul franchising. In America 1 business su 12 è un franchising e, mediamente, se ne apre uno ogni 8 minuti. Il 40% delle vendite retail negli Stati Uniti proviene dalla franchise industry. Il settore Top è quello del Food con 261.923 attività operative (33% del totale).

Vantaggi

- Il franchisor offre un prodotto che gode già di una brand awareness/base clienti;

- Il franchisor offre supporto per selezionare un punto vendita, il design dello stesso, training del management e dei dipendenti, programmi di promozione;

- Si investe in format già testati sia nelle procedure che nei prodotti.

Svantaggi

- Il franchisee non è completamente indipendente, ma deve operare secondo procedure stabilite dal franchisor;

- Pagamento della franchise fee, roayalties ed ulteriori fee per i piani promozionali;

- Eventuali incomprensioni per la sottile linea tra restrizioni/supporto;

- Un danno recato da un altro franchisee può ripercuotersi come un boomerang sull’intero sistema.

Esaminiamo poi i pro ed i contro della joint venture ovvero l’unione di due entità/soggetti volti a raggiungere un obiettivo di impresa e a condividerne i rischi.

Vantaggi

- Si riducono notevolmente i costi e i rischi per la realizzazione di eventuali progetti la cui realizzazione rappresenta un intento comune;

- Si incrementa di conseguenza la competitività oltre che del gruppo di società anche della singola impresa partecipante;

- La decisione di procedere all’avvio, o di aderire ad una joint venture, si basa quindi su una valutazione di opportunità e soprattutto consapevolezza di maggiori possibilità sussistenti in ordine al conseguimento di obiettivi prefissati.

Svantaggi

- Numerosi formalismi;

- Potrebbe non esserci una organizzazione ben definita e formalizzata.

3) Pianificare e quantificare

Il passo successivo è pianificare le attiività da svolgere per la realizzazione del concept redigendo un business plan e stabilendo quindi un certo budget. In questa fase si sarà già individuato stato, tipo di attività, business model, zona e si saranno definiti gli obiettivi.

4) Acquisire licenze ed autorizzazioni

Queste variano da stato a stato e va costituito il veicolo societario. I tempi per aprire una società sono molto brevi. La procedura per i visti invece è un po’ più lunga ed è necessario fare affidamento su uno studio che abbia esperienza a riguardo. I tempi di attesa variano da 8 a 12 settimane incluso il colloquio obbligatorio presso l’Ambasciata Americana a Roma. Una volta ottenuto il visto da investitore E2 questo vale per 5 anni (l’investimento minimo per ottenerlo è € 150.000).

Alcune licenze sono sempre obbligatorie (per qualsiasi tipo di business nel settore food&beverage) altre, invece, sono eventuali e dipendono dalla struttura che si ha in mente di gestire e le attività che in essa hanno luogo.

Per approfondire la conoscenza delle principali licenze da ottenere per avviare un’attività nel settore food&beverage cliccare qui.

5) Ricercare la location adatta

Alcuni imprenditori partono con l’idea che aprire un’attività all’estero si traduce con la ricerca della location. Questa è si un’attività fondamentale, ma che va affrontata soltanto dopo aver analizzato il mercato di riferimento, costruito una strategia e pianificato tutto il necessario per passare dal business plan alla pratica. Per cercare una location è necessario trovare un real estate broker specializzato in attività commerciali e che offra modalità di pagamento convenienti (la concorrenza soprattutto nelle grandi città è spietata, per cui è possibile scegliere tra diverse opportunità). Un’altra componente fondamentale è conoscere la zona: osservare il tipo di flusso in una particolare strada, fare domande ai proprietari delle attività limitrofe, capire il target di persone che frequentano la zona prescelta, individuare gli orari di picco, la possibilità di crescita in base agli investimenti previsti, valutare l’aspetto logistico.

6) Fare il set up del punto vendita

Una volta individuata la location è necessario fare il set up del punto vendita e organizzare la parte di approvvigionamento delle materie prime, soprattutto per un prodotto fresco come il gelato questo processo diventa fondamentale per garantire la genuinità del prodotto.

7) Assumere e formare il personale

Per questo aspetto è importante verificare le leggi locali, la tassazione, i benefit da pagare per i dipendenti e informarsi sulle misure di sicurezza. Il sistema del lavoro statunitense permette una certa flessibilità ed è comunque basato sul principio della mobilità lavorativa, ciò non di meno, è protettivo dei diritti dell’individuo nonché di quelli collettivi, ed è altamente regolamentato, con differenze non di poco conto tra stato e stato dell’Unione. Pertanto, a meno che le parti non si siano diversamente accordate oralmente o per iscritto, la normativa contrattuale consente, sia al datore di lavoro che al lavoratore, la possibilità di risolvere in qualsiasi momento il rapporto lavorativo in essere. Di conseguenza, a meno che specifici statuti vengano applicati, o esistano obblighi contrattuali, il rapporto con i dipendenti può essere chiuso senza alcun risarcimento finanziario, senza alcun preavviso e senza pagare alcun trattamento di fine rapporto.

8) Fissare degli obiettivi di medio-lungo periodo

Fissare gli obiettivi e monitorare i risultati raggiunti è un aspetto assolutamente essenziale per migliorare le performance e per espandersi con successo anche sui mercati internazionali.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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