Sono circa 1,7 miliardi i musulmani che vivono nel mondo:1 miliardo in Asia, 240 milioni nell’Africa sub-Sahariana, 320 milioni in Medio-Oriente e circa 45 milioni in Europa.

Secondo il Pew Research Center, entro il 2050 il numero di musulmani crescerà del 73% e sarà quasi uguale al numero di cristiani in tutto il mondo, che cresceranno solo del 35%. Nel 2010 l’Indonesia era il paese con la pià alta maggioranza musulmana nel mondo, ma è previsto che nel 2050 sarà l’India ad occupare il primo posto.

Secondo i precetti dell’Islam (Sharia) i musulmani devono mangiare, vestirsi e vivere in modo “halal”. Ma cosa vuol dire esattamente “halal”? Letteralmente significa “permesso”, “lecito”, in contrasto a tutto ciò che è “harām”, ovvero “proibito”. Il concetto include dunque il modo di vivere, l’abbigliamento, la condotta e le norme in materia di alimentazione.

Quello “halal” è perciò un mercato in forte ascesa e con un enorme potenziale di crescita: oggi sono circa 2mila i miliardi spesi dai musulmani nel mondo tra cibo e abbigliamento, ma questa cifra è destinata a raddoppiare nel 2019. I prodotti “Halal”, inoltre, sono apprezzati anche da i non musulmani: in Francia e Regno Unito, ad esempio, il 36% dei consumatori non è musulmano.

Alimentare

La spesa maggiore della popolazione musulmana è quella per gli alimenti Halal (1.292 miliardi spesi che si prevede diventeranno 2.536 nel 2019), cioè realizzati secondo i dettami della Sharia. Per i credenti dell’Islam comprare questi prodotti è un obbligo, il che significa che per questi beni c’è un mercato grande quanto un quarto della popolazione mondiale.

La spesa dei consumatori musulmani per cibo e bevande supera quella di Cina ($854 miliardi), Stati Uniti ($770 miliardi), Giappone ($380 miliardi) e India ($341 miliardi).

I prodotti halal più interessanti sono:

Carne halal: la carne deve essere stata macellata secondo le linee guida tradizionali indicate nella Sunna (gli animali devono essere coscienti al momento dell’uccisione che deve essere procurata recidendo la trachea e l’esofago e sopravvenire per il dissanguamento completo dell’animale);

Mozzarella halal: le differenze tra la mozzarella di bufala “halal” e quella “normale” non sono da ricercare nel prodotto, ma nel percorso lavorativo, che prevede vincoli dettati dalla religione islamica, come ad esempio l’utilizzo di prodotti senza alcol per la pulizia degli impianti e l’impiego di caglio di origine animale certificato “halal”;

Vino halal: bevanda analcolica ottenuta da uva chardonnay fermentata e successivamente dealcolizzata. Dello chardonnay conserva il color giallo paglierino carico, il profumo floreale, con note di miele e di fieno.

Moda

Si stima che entro il 2019 i musulmani spenderanno 488 miliardi di dollari nel mercato dell’abbigliamento e della moda. I paesi protagonisti di queste cifre saranno la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, l’Indonesia e l’Iran.

Il mercato musulmano dell’abbigliamento è il terzo a livello mondiale, dietro Stati Uniti ($406 miliari) e Cina ($334 miliari), e davanti a Regno Unito ($114 miliari) e Germania ($101 miliari).

Obiettivo di questo settore è conquistare quei clienti che non vogliono rinunciare ai precetti religiosi ma che allo stesso tempo cercano eleganza e stile. I grandi brand di lusso, per esempio, hanno già intercettato questa tendenza creando delle collezioni di hijab, il caratteristico velo musulmano.

Cosmetico

La spesa dei consumatori musulmani per la cosmesi ha raggiunto nel 2015 i 56 miliari di dollari (il 7% del mercato globale dei prodotti cosmetici) e si stima che il mercato dei cosmetici halal raggiungerà gli 81 miliardi di dollari entro il 2021; attualmente è il quarto a livello globale, dietro Stati Uniti ($84 miliardi), Giappone ($80 miliardi), e Cina ($63 miliardi).

Turismo

Con la crescita dei musulmani nel mondo gli operatori del settore turismo sono sempre più attenti alle leggi dell’Islam per attirare turisti musulmani.

Alcuni esempi interessanti in questo settore sono: la disponibilità di aule di preghiera in centri commerciali e in strutture turistiche, le piscine per sole donne, soggiorni in hotel con cibo halal e bevande non alcoliche, strutture ricreative separate per uomini e donne, visite a moschee e luoghi di cultura islamica.

Investimenti Halal

L’acquisto di proprietà da parte dei musulmani deve avvenire attraverso attività consentite da un punto di vista etico e definite dai dettami halal.

Alcune attività ed industrie specifiche sono proibite per i musulmani: gli investimenti in bevande alcoliche, pornografia, armi e prodotti a base di carne di suino.

In sintesi, si tratta di un nuovo mercato che presenta notevoli opportunità per le aziende italiane, ma per coglierle è necessario attrezzarsi e munirsi di una certificazione Halal che garantisca che i cibi e le bevande, oltre a essere conformi alle normative italiane ed europee in tema di igiene e sicurezza, siano preparati secondo le regole dell’Islam e della Sharia.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it

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