E-commerce con l’estero: gli aspetti legali e fiscali da non sottovalutare

E-commerce con l’estero: gli aspetti legali e fiscali da non sottovalutare

23 Novembre 2018 Categoria: Digital Export

Per esportare all’estero i propri prodotti e/o servizi attraverso il digitale è necessario avere una piena comprensione delle normative legali e fiscali vigenti nei Paesi di destinazione, onde evitare di incorrere in spiacevoli sorprese che potrebbero compromettere il buon esito di tutto il processo. Analizziamo insieme i principali aspetti da tenere in considerazione.

Nello sviluppo di un e-commerce con l’estero di successo è fondamentale porsi numerose domande e prestare molta attenzione ai profili legali e fiscali specifici del mercato di destinazione. L’attività di export digitale presuppone infatti la comprensione delle procedure e dei requisiti di natura legale e fiscale, degli adempimenti doganali, delle regolamentazioni e delle norme contrattuali da seguire per la vendita online sui mercati esteri.

Ogni Paese può avere infatti diverse legislazioni riguardo ai prodotti commercializzabili o alla loro possibilità di utilizzo e diverse normative sui diritti dei consumatori (data protection, comunicazioni commerciali necessarie, descrizioni ed etichettatura dei prodotti e del packaging, adempimenti amministrativi, politiche di recesso, ecc.). Per tutte queste ragioni è evidente come un’analisi approfondita della legislazione generale e quella specifica di settore sia indispensabile.

In parole povere è opportuno non lasciare niente al caso poiché anche semplici diciture su un sito Internet potrebbero costituire reato in qualche Paese!

Accade spesso che la scarsa conoscenza di questi elementi venga vissuta dalle imprese come un ostacolo insormontabile tanto da configurarsi come una vera e propria barriera all’entrata. Tuttavia, attraverso un’attenta pianificazione preventiva e la valutazione di alcuni aspetti fondamentali, è possibile superare quelli che all’inizio possono apparire come limiti insuperabili.

La gestione degli aspetti legali può essere analizzata in riferimento alle varie fasi dell’attività di export digitale. Essi possono riguardare infatti gli adempimenti iniziali, la fase precontrattuale, la conclusione del contratto, la tutela della privacy; spedizione, trasporto e consegna; gli aspetti post- vendita e le normative sulla risoluzione delle eventuali dispute legali.

In riferimento agli adempimenti iniziali, questi possono variare in base al tipo di attività o di strategia di vendita prescelta. La normativa di riferimento può differire, per esempio, in ragione del tipo di prodotto (materiale o digitale), del fatto che i Paesi di destinazione appartengano all’Unione Europea o a Paesi terzi con i quali potrebbero essere in vigore o meno accordi specifici, della tipologia contrattuale che l’impresa intende utilizzare per la vendita online.

C’è da segnalare che all’interno dell’Unione Europea si sta assistendo ad una progressiva uniformazione delle normative che ha semplificato enormemente le procedure da seguire negli scambi commerciali. A parte la Direttiva UE 2000/31, che è la normativa principale che regola transazioni online sul territorio dell’Unione, ultimamente, ad esempio, è stata approvata la direttiva sul geo-blocking che prevede gli stessi diritti per tutti i consumatori europei che acquistano su un sito di commercio elettronico di un altro Paese comunitario eliminando le discriminazioni fra i diversi Stati.

In generale, gli adempimenti principali richiesti agli operatori dell’e-commerce sono i seguenti:

• riportare nelle condizioni generali le informazioni dirette alla conclusione del contratto, inclusa l’indicazione delle fasi tecniche da seguire e le modalità di archiviazione del contratto;
• indicare i “termini d’uso e condizioni generali” in modo visibile sul proprio sito web;
• fornire informazioni chiare sul prezzo dei prodotti, eventuali tasse applicabili ed il costo della consegna (ad esempio, se sussistono dazi doganali a carico dell’acquirente questo ne deve essere informato);
• dare pronto riscontro agli ordini ricevuti attraverso un riepilogo delle condizioni generali applicabili al contratto, le informazioni relative alle caratteristiche essenziali del bene o del servizio e l’indicazione dettagliata del prezzo, dei mezzi di pagamento, del recesso, dei costi di consegna e delle tasse applicabili.

Al di fuori dell’Unione Europea le disposizioni potrebbero essere differenti e vanno valutate di caso in caso, a seconda del Paese prescelto.

Ma ancor prima della conclusione dell’acquisto è necessario che il venditore assolva a determinati obblighi informativi precontrattuali e in fase negoziale. In particolare, vanno tenute in forte considerazione le disposizioni in materia di privacy e cookie, per il trattamento e la gestione dei dati personali dei clienti o per la gestione dei pagamenti. Anche in questo caso all’interno dell’UE il quadro è divenuto abbastanza uniforme dopo l’approvazione del GDPR. Il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, che si applica a tutti gli Stati membri, prevede un’ampia gamma di nuovi diritti da attribuire ai soggetti titolari dei propri dati, quali: il diritto alla portabilità (cioè, il diritto a trasferire i dati personali da un provider di servizi a un altro), il diritto all’oblio (cioè, il diritto a che i propri dati personali siano cancellati quando non più necessari) e il diritto di opporsi al trattamento, soprattutto in caso di trattamento automatizzato dei dati. Ciò significa che è necessario un consenso esplicito per il trattamento dei dati sensibili ed è esclusa qualsiasi forma di consenso tacito: mostrare ad esempio al visitatore del sito caselle già preselezionate non è più consentito. Anche in questo caso fuori dall’Ue potrebbero vigere normative differenti che vanno considerate di volta in volta.

Vi sono poi le fasi successive all’acquisto digitale, ovvero quelle riguardanti la fatturazione, gli aspetti fiscali e la consegna del prodotto, con i relativi adempimenti doganali, e tutti gli aspetti successivi alla consegna (come assistenza, rimborsi e resi) o riguardanti le eventuali dispute legali che possono insorgere tra le parti coinvolte nell’export digitale.

Il più astruso di questi elementi è quello che riguarda l’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto. Per capire come applicare correttamente l’Iva per la vendita all’estero, per prima cosa si deve distinguere tra il commercio di contenuti digitali (software, e-book, immagini, musica, ecc.), detto commercio elettronico diretto e quello di prodotti materiali, chiamato invece commercio elettronico indiretto. Un’altra differenza per l’applicazione del giusto regime Iva per l’e-commerce all’estero è quella tra il commercio con i privati e quello tra aziende. Le norme variano in base a quale di questi casi si verifichi.

La gestione degli aspetti legali e fiscali è quindi parecchio complessa, anche se sempre meno problematica grazie ad una crescente armonizzazione internazionale. Va inoltre ricordato che i costi e gli investimenti legati all’export offline sono comunque tipicamente maggiori di quelli dell’export online, per cui l’export digitale rappresenta in molti casi non solo la strategia con il maggior margine di crescita nel tempo, ma anche quella con un minore costo iniziale complessivo e in gran parte legato alle specifiche competenze richieste da questa attività.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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