Molto lontano dalla cultura occidentale e del tutto stereotipato dall’Occidente, l’Iran si presenta oggi come un Paese che sorprende, affascina e allo stesso tempo desidera soddisfare una domanda interna crescente di prodotti raffinati Made in Italy.

Il mese scorso FederlegnoArredo ha organizzato una missione a Teheran, la prima alla quale hanno aderito 16 aziende italiane. Durante la missione, che sicuramente avrà un seguito visto il successo riscosso le aziende italiane hanno potuto visitare gli showroom iraniani e partecipare ad incontri B2B per confrontarsi e conoscere le controparti locali. 

L’Iran ha sviluppato un’industria del mobile solo di recente, soprattutto attraverso linee classiche di arredo, apprezzando sempre più quella italiana, moderna e dal design raffinato. Ciò non sorprende vista anche la crescita del settore delle costruzioni, sia edilizia residenziale, anche di lusso (in particolare nella regione settentrionale del Paese) sia di spazi da destinare ad uffici. 

E, per la prima volta, giochiamo d’anticipo, data soprattutto l’assenza (per il momento) di statunitensi e tedeschi, i maggiori competitors nel settore arredo. Ci muoviamo verso un Paese che si sta aprendo ai mercati internazionali e che sicuramente potrà dare grandi soddisfazioni. Purtroppo l’Iran ha dovuto fare i conti con un severo embargo sui prodotti cosiddetti di lusso, tra cui anche i mobili ad esempio, e restrizioni sulle operazioni finanziarie, per cui é stato sempre molto difficile per qualsiasi operatore economico affacciarsi in questo Paese. Oggi però con il nuovo Presidente Rahani alla guida del Paese, sembra che qualcosa stia cambiando, e molto probabilmente tante di queste barriere in breve cadranno. 

Tuttavia le aziende italiane sono sempre più attratte dalle positive aspettative che il mercato iraniano, con i suoi consumatori benestanti, può offrire. Ciò stimola maggiormente il Made in Italy a varcare il confine e trovare anche le giuste soluzioni per affrontare gli ostacoli che il mercato pone. Ad esempio, creare una joint venture con un iraniano non é assolutamente un’ipotesi da tralasciare. È un’occasione importante quella di radicarsi nel mercato evitando vendite spot, anche perché troppo poco concorrenziali con le aziende locali. Basti pensare che non viene applicato alcun dazio sull’importazione di legname in tronchi, mentre sui pannelli lavorati e sui semi lavorati vi é un dazio del 30%. 

Insomma tutto lascia ben sperare in una sempre più proficua collaborazione tra i due Paesi. Il volume dell’interscambio tra Italia e Iran tra il 1999 e il 2011 é quasi triplicato, passando da circa 2 miliardi di euro (1999) a circa 7 miliardi (2010). L’Italia é di fatto al primo posto come miglior partner commerciale dell’Iran tra i Paesi dell’Unione Europea. Non possiamo perdere questo vantaggio. Dobbiamo farci avanti e puntare su nuovi mercati.

 

Fonte: rielaborazione dati da IlSole24Ore; FederlegnoArredo

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