È stato pubblicato dall’UNCTAD il World Investment Report (WIR) 2014 e presentato in anteprima in Italia, a Roma, presso l’ICE – Agenzia (foto evento Exportiamo), lo scorso 24 giugno.

Il WIR é una pubblicazione annuale che focalizza l’attenzione sui trend degli investimenti diretti esteri in tutto il mondo e analizza gli strumenti e le misure da adottare affinché contribuiscano allo sviluppo globale. Ogni report solitamente include un’analisi dettagliata dei flussi IDE nel mondo, un ranking delle più grandi multinazionali, un’analisi di determinati topic, raccomandazioni, linee guida e dati statistici

Per il 2014 l’argomento chiave individuato é : “Investing in the Sustainable Development Goals: An Action Plan”, ovvero come accelerare il progresso degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, in un’ottica sostenibile, giunti ormai al loro traguardo. Il 2015 era stato infatti indicato come anno in cui gli 8 obiettivi, stabili da 191 Capi di Stato e di Governo firmatari della Dichiarazione del Millennio nel 2000, sarebbero stati raggiunti. 

Il Report rivela che nel 2013 il flusso di IDE ha ripreso il suo trend positivo. Gli IDE in entrata sono aumentati in tutte le maggiori economie, in quelle sviluppate, in via di sviluppo e in transizione. Le proiezioni mostrano che questo trend continuerà raggiungendo $ 1.6 bilioni nel 2014, $ 1.75 bilioni nel 2015 e $ 1.85 bilioni nel 2016

Tale crescita sarà guidata principalmente dagli investimenti nelle economie sviluppate. Ma anche le economie in via di sviluppo registreranno degli aumenti nei flussi IDE ($ 778 miliardi, ovvero il 54% dei flussi globali). Tra queste, l’Asia continua ad essere la Regione che attrae maggiori investimenti, seguita anche dall’Africa e dall’America Latina e Caraibi. I Paesi in via di sviluppo e quelli in transizione costituiscono oggi la metà delle 20 economie, nel ranking dell’UNCTAD, che attraggono IDE, come si evince dal grafico 1 che segue.

Grafico 1: le più grandi economie riceventi IDE (in mld $)

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Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati UNCTAD

Cina, Russia, Hong Kong, Brasile, Singapore, Messico, India, Cile, Indonesia e Colombia figurano infatti tra le prime 20 economie che ricevono IDE.

Mentre per quel che riguarda i flussi outflows, ovvero i flussi in uscita, notiamo che i più grandi investitori mondiali restano ancora le economie sviluppate. Nel ranking dei 20 investitori maggiori investitori figurano solo 6 economie in via di sviluppo o in transizione (grafico 2). 

Grafico 2: i più grandi investitori al mondo

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Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati UNCTAD

Le economie in via di sviluppo e in transizione, ovvero Cina, Russia, Hong Kong, Corea, Singapore e Taiwan, insieme contano per il 39% dei flussi globali di IDE in uscita, un numero che avanza se pensiamo che nel 2000 era pari a solo 12%. 

Altro dato importante contenuto nel Report e che vogliamo evidenziare é la sempre minor dipendenza delle economie in via di sviluppo dalle risorse naturali, in particolare il continente africano, storicamente ostaggio delle sue ricchezze. Mentre nel 2004 i progetti greenfield per il 53% coinvolgevano il settore primario e, dunque, in primis l’industria estrattiva, nel 2013 tale percentuale é scesa all’11% lasciando spazio a progetti nel settore manifatturiero (26%) e nei servizi (63%).

Insomma il rapporto é davvero corposo e continua con un’analisi delle politiche e degli sforzi governativi per aumentare la liberalizzazione anche se contemporaneamente sono aumentate molte restrizioni e barriere all’entrata, conseguenza della crisi e della disoccupazione interna di molti Paesi. E si conclude con un Action Plan, una sorta di agenda per il futuro dove le Nazioni Unite hanno deciso di ampliare il range degli Obiettivi del Millennio, ora Obiettivi di Sviluppo Sostenibili (SDG – Sustainable Development Goals). Condizione essenziale per il raggiungimento di tali obiettivi é il buon governo a livello nazionale, locale, regionale e globale. Fondamentale appare il ruolo del settore privato e degli stakeholders che facendo propri i principi etici e di sostenibilità potranno agire a livello globale e contribuire nel perseguimento dei SDG. 

Il 2030 sarà la data limite, un traguardo più lontano questa volta. Le economie sviluppate riusciranno nel loro intento? Noi ci auguriamo di sì, così come ci auguriamo che le previsioni dell’UNCTAD siano giuste e la ripresa dell’economia mondiale sia già in corso. 

Per il download del Report completo, clicca QUI.

 

Fonte: rielaborazione dati da UNCTAD.

 

 

 

 

 

 

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