«La Banca Mondiale colloca il Sud Africa al trentanovesimo posto della classifica che stima la facilità di fare affari in un Paese»

 

Nel Maggio scorso si sono svolte in Sudafrica le quinte elezioni della sua Storia post-apartheid. Jacob Zuma, ANC (African National Congress), é stato rieletto presidente, nonostante gli scandali finanziari che qualche campagna mediatica internazionale aveva probabilmente rilanciato per disfarsi dell’intera classe politica. 

Molti i nodi da risolvere e portare avanti per rilanciare l’economia: al di là delle questioni politiche, il Sudafrica deve affrontare gli spinosi problemi che riguardano le diseguaglianze sociali, la spartizione delle ricchezze e la violenza.

In questo contesto, le prospettive dell’ANC, così come le “strade” della nuova politica economica, conducono il Sudafrica sulla via dell’alleanza con la Cina più che su quella di un’alleanza con i Paesi occidentali. 

In un’Africa emergente, anche nel 2013 il Sudafrica resta il Paese economicamente più avanzato e la potenza di riferimento per l’intero Continente. In quell’anno il PIL, pur non confermando i risultati attesi (3,1%)si é attestato al 2,8%, registrando un aumento dello 0,12% rispetto al 2012 quando il risultato si consolidava attestava al 2,5%. Per il 2014 si attende una ulteriore crescita con una previsione del di PIL pari a 3,8%. L’economia sudafricana produce un terzo del reddito africano, la produzione industriale rappresenta il 40% di quella totale, quella mineraria il 45% e la generazione complessiva di energia elettrica supera il 50%. 

 

Il Sudafrica é anche la porta d’accesso ai mercati della regione dell’Africa australe sia da un punto di vista logistico e commerciale, essendo infatti dotato di un’articolata rete di infrastrutture, sia da un punto di vista finanziario, grazie ad un solido comparto. 

Infatti ciò che fa del Sudafrica un Paese decisamente sviluppato é la sua rete di trasporti con il Gautrain, moderna ferrovia leggera di Johannesburg, sfruttata dalla società parigina RATP, la sua Borsa, la Johannesburg Stock Exchange, le sue centrali energetiche con la sola centrale nucleare del Continente, situata vicino al Capo, a Koeberg. Il suo sottosuolo é ricco di materie prime: oro, diamanti, metalli preziosi. Il Sudafrica dispone di multinazionali estremamente prospere e competitive. Su 100 grandi imprese africane, 61 sono sudafricane. Altro punto importante: in Africa, il Sudafrica é ancora la prima potenza politica e militare. 

I settori che hanno mostrato ritmi di crescita più consistenti sono proprio quello bancario e quello finanziario. Quest’ultimo, in modo particolare, resta uno dei comparti di eccellenza dell’economia del Paese fino a raggiungere il 17° posto nelle classifiche internazionali per competitività. Il Johannesburg Stock Exchange (JSE) é ormai un mercato di grande rilevanza e nel 2012, per la terza volta consecutiva, si é classificato primo nella classifica ad hoc redatta dal World Economic Forum. Altri settori in crescita nel 2013 sono quello immobiliare, il commercio al dettaglio e l’industria manifatturiera. Tra l’altro, il World Investment Report (WIR 2013) ha posto il Sudafrica tra le prime venti economie che attrarranno nel periodo compreso tra il 2012 ed il 2014 consistenti flussi di investimenti da parte delle imprese transnazionali (TNC). La Banca Mondiale colloca il Sud Africa al trentanovesimo posto (su 183) della classifica che stima la facilità di fare affari in un Paese.

Detto ciò,  per continuare ad usufruire della strada lastricata della crescita elevata, il Paese dovrà investire massicciamente nel settore energetico. Di fatto, Pretoria pensa di costruire sei reattori nucleari da qui al 2030. 

 

Il Sudafrica ha un ruolo centrale all’interno del gruppo dei BRICS. I quali lo scorso 15 Luglio hanno annunciato la creazione di una propria banca di sviluppo con sede a Shanghai, con un capitale iniziale di 50 miliardi di dollari che diventeranno presto 100 miliardi, a cui aggiungerne altri 100 come riserva finanziaria tecnica. Con una leva finanziaria di questa portata, la banca non avrà difficoltà ad erogare prestiti di 20-25 miliardi di dollari l’anno, ossia un volume analogo a quello della Banca Mondiale. Il primo presidente sarà indiano, con un mandato di sei anni seguirà molto probabilmente un presidente brasiliano e successivamente uno russo.

 

Le criticità strutturali interne, in primis il ritardo nel risanamento dei conti pubblici, hanno segnato un impatto negativo nel settore dell’export, comunque in linea con l’andamento negativo dei mercati internazionali, nonostante si continui a registrare un aumento costante del volume delle esportazioni negli ultimi decenni nei settori extra-manifatturiero, minerali e metalli, alimentari, materie prime e combustibili, come si evince dal seguente grafico.

 

Figura 1. Espansione delle esportazioni sud africane in milioni di dollari

  

Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Perspectives on Global Development 2014: Boosting Productivity to meet the middle-income challenge”

 

Nel 2013 il totale dell’export si é attestato a 72,58 miliardi di euro, contro i 78,77 miliardi del 2012, in calo dell’8,5%. Il totale import si é attestato a 77,68 miliardi di euro, rispetto agli 83,13 miliardi del 2012, registrando così un calo del 7,1%.

 

L’interscambio del Sud Africa con l’Italia vede un saldo commerciale pari a -0,77 miliardi di euro. I principali prodotti importati dall’Italia sono le macchine di impiego generale (+27,5%), prodotti minerali (+132,7%), prodotti chimici di base (+8%). I principali prodotti esportati in Italia: prodotti minerali della siderurgia (+51,6%), articoli in metallo (–12,2%), pietre preziose, sabbia e argilla (+450%).

 

Continua inoltre a pesare sul Sud Africa il problema della disoccupazione con un tasso del 24,2% registrato nel terzo trimestre 2013, in diminuzione rispetto all’anno precedente quando si attestava al 25,5% e per il 2014 si prevede un’ulteriore riduzione di tale percentuale al 23,53%. 

 

Rimaniamo in attesa di vedere gli effetti del “New Growth Path”, con il quale il governo sud africano mira al rilancio dell’economia ed alla creazione di milioni di posti di lavoro entro il 2020.

Il nuovo ministro delle Finanze, Nhlanhla Nene, parlando con il quotidiano “City Press” ha affermato che nei prossimi 5 anni la politica del Governo si concentrerà sull’obiettivo di migliorare la fiducia delle imprese e degli investitori, seppur l’economia sudafricana viene sottoposta alla concorrenza dei nuovi Paesi emergenti, soprattutto la Nigeria, diventata prima economia del Continente. In effetti, in seguito ad un cambio nel calcolo statistico, il PIL della Nigeria ha superato quello del Sudafrica, anche se rimane ancora molto indietro rispetto a quest’ultimo in termini di sviluppo e di PIL per abitante: circa 2800 dollari contro 11500.

 

Ricordiamo ai lettori di Exportiamo che molti dei Paesi africani più interessanti parteciperanno ad EXPO 2015 all’interno di cluster tematici: caffé , cacao, riso.

 

Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Business Atlas 2014” e del “Perspectives on Global Development 2014: Boosting Productivity to meet the middle-income challenge”. Di Barbara Alessandrini, b.alessandrini@exportiamo.it 

 

 

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