«Il ministro dell’Interno Alfano incontra a Bruxelles il commissario U.E. agli Affari Interni Malmstroem sul tema immigrazione»

A seguito dell’incontro ieri a Bruxelles dedicato al tema dell’immigrazione con il commissario U.E. per gli Affari interni Cecilia Malmstroem, il ministro dell’Interno Alfano ha dichiarato: «Mare Nostrum é destinata ad essere sostituita da Frontex plus e così abbiamo gettato le basi per realizzare una nuova operazione».

Dal vertice sembrano emergere due risultati importanti che dovrebbero prendere il via entro la fine di novembre, ossia la nascita di Frontex plus, un nuovo strumento per il rafforzamento del presidio delle frontiere dell’Europa, e la decisione relativa alla distruzione delle barche usate dai trafficanti. Al margine dell’incontro é stata inoltre sottolineata la necessità che tutti i Paesi membri dell’Unione Europea contribuiscano concretamente all’irrobustimento del bilancio di tali operazioni, anche con mezzi navali ed aerei, per lo scopo comune di rendere più sicure le frontiere comunitarie.

Intanto il commissario Malmstroem ha espresso nuovamente a parole la sua solidarietà: «Dobbiamo dire grazie all’Italia per l’immenso lavoro che sta facendo con l’operazione Mare Nostrum. Hanno salvato centinaia di migliaia di persone in condizioni molto difficili. Questo é qualcosa che deve essere riconosciuto da tutto il mondo, dobbiamo ricordare che Mare Nostrum é stata una risposta ai terribili eventi di Lampedusa dello scorso ottobre, é stata creata come un’operazione di emergenza ma é stato subito chiaro che questo non é uno sforzo che l’Italia può sopportare da sola».

Il ministro dell’Interno Alfano ha successivamente incontrato al Viminale il suo omonimo francese Bernard Cazeneuve per discutere i temi dell’immigrazione irregolare nel Mediterraneo centrale e le proposte strategiche del semestre europeo di Presidenza italiana. I due ministri hanno constatato il peggioramento della crisi migratoria e condiviso la necessità di lavorare con l’Unione europea al fine di trovare risposte di breve, medio e lungo termine alla diffusa preoccupazione relativa alle conseguenze della migrazione irregolare in Europa. Infatti é stato ribadito che la questione deve essere affrontata dall’Unione Europea con urgenza, spirito di solidarietà e responsabilità, con l’obiettivo di smantellare le reti criminali del traffico di esseri umani.

Infine i due ministri sostengono la necessità di promuovere i seguenti punti fermi:
- l’impegno di tutti gli Stati dell’Unione Europea per una rigorosa applicazione delle norme per l’identificazione dei migranti illegali previste dalla normativa europea;
- il rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine e di transito in materia di sorveglianza delle frontiere, di cooperazione di polizia e di aiuti allo sviluppo per tali Paesi.

D’altra parte l’Italia é il Paese che ha registrato il più forte incremento di presenza straniera tra il 2007 e il 2013 con un +49,3%, contro una media UE del +17,5%, ed il maggiore aumento dell’incidenza con un +2,4 punti percentuali, contro una media UE di +0,9 punti. Nel 2013 i cittadini stranieri residenti nei Paesi UE sono 34 milioni, pari al 6,7% della popolazione totale. Fra i primi 15 Stati per presenza straniera, l’incidenza più alta si registra in Lettonia con il 15,6%, in Austria ed in Irlanda con l’11,8%. L’Italia, con il 7,4%, si colloca al di sopra della media europea.

Come é noto, Il “Programma Generale Solidarietà e gestione dei flussi migratori” é il più importante strumento ideato dalla Commissione europea per la gestione dei fondi per i rifugiati, per i rimpatri, per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi e per il pattugliamento delle frontiere esterne, attraverso il quale sono stati istituiti specifici strumenti di financial solidarity regolati da norme di gestione amministrativa e finanziaria, nonché da linee guida per la programmazione annuale e pluriennale poste alla base dell’ammissibilità al co-finanziamento.

Gli strumenti del Programma si concretizzano in quattro fondi:

- il Fondo Europeo per i Rifugiati: riguarda le politiche e i sistemi dell’asilo degli Stati membri e promuove le migliori prassi in tale ambito. In linea con l’obiettivo del Programma dell’Aja di costituire un sistema di Asilo unico europeo, il fondo mira a finanziare progetti di capacity building creando situazioni di accoglienza durevoli per i beneficiari;
- il Fondo Europeo per i Rimpatri: destinato a migliorare la gestione dei rimpatri in tutte le sue dimensioni sulla base del principio della gestione integrata dei rimpatri nonché a sostenere le azioni volte ad agevolare il rimpatrio forzato;
- il Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi Terzi: finalizzato a co-finanziare azioni concrete a sostegno del processo di integrazione di cittadini di Paesi terzi, a sviluppare, attuare, sorvegliare e valutare tutte le strategie e le politiche in materia di integrazione dei cittadini di Pesi terzi, nonché a favorire lo scambio di informazioni e di migliori pratiche e a sostenere la cooperazione interna ed esterna allo Stato;
- il Fondo Europeo per le Frontiere Esterne: finalizzato ad assicurare controlli alle frontiere esterne uniformi e di alta qualità favorendo un traffico transfrontaliero flessibile anche mediante il co-finanziamento o di azioni mirate, o di iniziative nazionali per la cooperazione tra Stati membri nel campo della politica dei visti, o di altre attività pre-frontiera.

In risposta all’emergenza migratoria, in Italia sono stati creati diversi Centri dell’immigrazione, ossia le strutture che accolgono ed assistono gli immigrati irregolari, gestiti dalle Prefetture-Utg tramite convenzioni con enti, associazioni o cooperative aggiudicatarie di appalti del servizio.

Tali complessi sono divisibili in quattro tipologie:
  - i Centri di primo soccorso e accoglienza (CPSA): sono le strutture allestite nei luoghi di maggiore sbarco, dove gli stranieri sono accolti per ricevere le prime cure mediche, per la foto-segnalazione, per la dichiarazione dell’eventuale intenzione di richiesta protezione internazionale e lo smistamento verso altri centri;
  - i Centri di accoglienza (CDA): sono trutture destinate a garantire una prima accoglienza allo straniero irregolare rintracciato sul territorio nazionale. L’accoglienza nel centro é limitata al tempo strettamente necessario per stabilire l’identità e la legittimità della sua permanenza sul territorio o per disporne l’allontanamento.
- i Centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA): sono strutture nelle quali viene inviato ed ospitato lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si é sottratto al controllo di frontiera, per consentire l’identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato.
  - i Centri di identificazione ed espulsione (CIE): in precedenza chiamati Centri di permanenza temporanea ed assistenza, sono strutture destinate al trattenimento, convalidato dal giudice di pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all’espulsione. Previsti dall’art. 14 del Testo Unico sull’immigrazione, tali centri si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle Forze dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari. Il Decreto-Legge n. 89 del 23 giugno 2011, convertito in legge n. 129/2011, ha fissato il termine massimo di permanenza degli stranieri in tali centri a 18 mesi complessivi.

Messi in rassegna gli strumenti a disposizione dell’Italia per fronteggiare la crescita del fenomeno migratorio, sembrano non esserci molte alternative se si vuole assicurare una migliore gestione dei flussi: o l’Europa passa dalle parole ai fatti oppure l’Italia sarà costretta a rivedere unilateralmente le proprie linee in materia di politica interna e di immigrazione.

Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del Ministero dell’Interno e della Fondazione Leone Moressa.

Barbara Alessandrini, b.alessandrini@exportiamo.it

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