Mondiali Russia 2018: l’assenza degli Azzurri danneggia anche il Made in Italy

La mancata qualificazione della nazionale italiana di calcio ai Mondiali di Russia 2018, oltre ad avere un impatto emozionale non indifferente per milioni di tifosi azzurri, ha generato delle significative ricadute economiche con mancati guadagni per un valore di circa 10 miliardi di euro.
Niente inno di Mameli cantato a squarciagola con la mano sul cuore. Niente bandiera tricolore a sventolare sul terrazzo. Niente maglia azzurra e niente trombetta. Niente birra e popcorn sul divano e niente pizzeria con gli amici che per trovare un tavolo dovevi prenotare l’anno prima. E nessun pretesto per comprare la nuova tv supermegagalattica da 80 pollici full hd per guardare “la partita dell’Italia ai Mondiali”. Niente di niente. Perché tanto l’Italia ai Mondiali quest’anno non c’è…
Aver mancato la qualificazione alla Coppa del Mondo per l’Italia è a tutti gli effetti un’”Apocalisse” non solo sportiva ma anche economica come sottolineato da molti giornali. Sì, perché la mancata partecipazione ai Mondiali, oltre alle tante lacrime versate dai giocatori e dai tifosi azzurri, costa al Paese fior di quattrini.
Un Mondiale di calcio non è, infatti, solo un evento sportivo ma una vera e propria “macchina da soldi”, una sorta di “Expo” per il Paese che vi partecipa. E, in “gioco” ci sono davvero tanti interessi. Certo, fare calcoli esatti è difficile, ma il calcio mondiale crea un enorme interesse, con ricadute milionarie su pubblicità e consumi. È il cosiddetto “impatto invisibile”, come spiega Dino Ruta, professore di Sport management alla Bocconi ed alla Columbia University.
Quanto costa all’Italia l’esclusione dai Mondiali?
E’ la domanda che si stanno ponendo tanti italiani che al di là del cuore pensano anche ai costi economici di questa débâcle sportiva ma non solo.
Per le stime legate al business strettamente sportivo si parla di almeno di 100 milioni di euro ma se si considera tutto l’indotto che vi gira attorno, e quindi sponsor, pubblicità, diritti tv, vendite sportive, mancate scommesse, consumi, viaggi, effetto positivo per la Borsa e i titoli quotati, effetto positivo sul Made in Italy all’estero, secondo una stima di Moody’s le perdite si aggirerebbero intorno ai 10 miliardi di euro.
Inoltre, secondo Coldiretti, una vittoria mondiale varrebbe addirittura l’1% del Pil, qualcosa, dunque, intorno ai 16 miliardi, considerando che il nostro prodotto interno lordo si aggira sui 1600 miliardi.
Certo la vittoria (che varrebbe tra i 15 e i 18 miliardi) non sembrava tra le opzioni ma una partecipazione con il passaggio di una parte dei gironi avrebbe potuto fruttarci qualcosa come una cifra intorno ai 10 miliardi.
A credere nell’influenza positiva della coppa del mondo sono poi anche le banche d’affari come Goldman Sachs che in un report ha ricordato come nel luglio del 1982, e in quello del 2006 (il mese dei trionfi), Piazza Affari ha garantito ritorni del 3% mese su mese. Un beneficio analogo (+2,7%) lo otterrebbe anche la nazione ospitante; di contro, per gli sconfitti il trauma collettivo pesa per un -2% sugli scambi.
Dal marketing ai diritti televisivi ecco cos’è andato in fumo
Cosa ci siamo persi esattamente?
Un’occasione di crescita mancata quindi per la quale ci rimane ben poco da fare se non consolarci con un ottimista e quanto mai lapalissiano “andrà meglio la prossima volta”. Forse, perché altrettanto banalmente “il pallone è tondo”.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it
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