Commercio Estero: Cresce l’Export Italiano, ma il Saldo Commerciale è in Calo

Gennaio 2025 tra luci e ombre per l’export e l’import italiani

L’export italiano apre il 2025 con una crescita tendenziale del 2,5% in valore, ma con una riduzione del 2,6% in volume, evidenziando un aumento dei prezzi più che delle quantità esportate. Tuttavia, il saldo commerciale è in peggioramento rispetto all’anno precedente, chiudendo gennaio con un deficit di 264 milioni di euro, in netto calo rispetto all’avanzo di 2.495 milioni di gennaio 2024.

Vediamo nel dettaglio l’andamento del commercio estero e dei prezzi all’importazione, grazie agli ultimi dati ISTAT.


Andamento dell’Export: Crescita con alcuni segnali di debolezza

L’export registra un incremento congiunturale dello 0,6%, con un andamento positivo verso i mercati dell’Unione Europea (+1,8%), mentre le vendite verso i paesi extra-Ue segnano una lieve flessione (-0,6%).

A livello annuale, le esportazioni crescono in valore del 2,5%, con un aumento più pronunciato nei mercati extra-Ue (+3,3%) rispetto a quelli Ue (+1,9%).

Tra i settori che più contribuiscono alla crescita tendenziale dell’export troviamo:

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici: +33,6%

Prodotti alimentari, bevande e tabacco: +7,4%

Metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti): +6,4%

Di contro, si registrano cali importanti in alcuni comparti, tra cui:

Autoveicoli: -15,8%

Coke e prodotti petroliferi raffinati: -16,7%

Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia): -9,2%

Macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.): -3,1%

Articoli in pelle (escluso abbigliamento): -8,9%


Import in forte crescita, spinto dai beni intermedi e di consumo

L’import cresce in modo significativo, con un aumento dell’8,8% su base annua in valore e un incremento del 4,1% in volume. La crescita è trainata dagli acquisti dai paesi extra-Ue (+18,0%), mentre quelli dall’area Ue registrano un +2,2%.

A livello settoriale, l’incremento dell’import è guidato da:

Sostanze e prodotti chimici

Metalli di base e prodotti in metallo

Prodotti farmaceutici

Gli acquisti di beni di consumo sono aumentati del 16,8% su base annua, con i beni non durevoli (+16,0%) che hanno segnato la crescita più marcata, mentre i beni durevoli registrano un +25,1%. L’import di beni intermedi è aumentato del 9,3%, mentre quello di beni strumentali è rimasto quasi invariato (+0,7%). Per quanto riguarda l’energia, si registra una crescita più contenuta del 4,5%.


Saldo commerciale e prezzi all’importazione

Il saldo commerciale italiano segna un deficit di 264 milioni di euro, con un peggioramento rispetto al surplus del 2024 (+2.495 milioni di euro). Il deficit energetico è aumentato da 4.233 milioni a 4.693 milioni di euro, mentre l’avanzo nei prodotti non energetici è sceso da 6.728 milioni a 4.428 milioni di euro.

I prezzi all’importazione sono aumentati dello 0,4% su base mensile e dell’1,4% su base annua, evidenziando un’accelerazione rispetto a dicembre 2024 (+0,1%).

L’aumento dei prezzi è stato più marcato nei beni intermedi (+2,7%) e nel settore energetico (+7,3%), trainato dai rincari del petrolio greggio. Al contrario, i prezzi dei beni di consumo (-1,7%) e dei beni strumentali (-0,5%) sono in calo.


Paesi Partner: USA e Regno Unito in crescita, Cina in forte calo

I principali mercati di destinazione delle esportazioni italiane mostrano andamenti contrastanti. Tra i paesi che hanno fornito i contributi più positivi all’export troviamo:

  • Svizzera: +13,6%
  • Regno Unito: +12,1%
  • Cechia: +30,8%
  • Stati Uniti: +6,2%
  • Paesi OPEC: +10,5%
  • Spagna: +4,8%
  • Francia: +2,6%

Al contrario, le esportazioni italiane verso la Cina sono crollate del 24,1%, rappresentando il contributo negativo più significativo.


Conclusioni

L’inizio del 2025 mostra un quadro contrastante per il commercio estero italiano. Se da un lato si registra una crescita del valore delle esportazioni, sostenuta dal comparto farmaceutico e alimentare, dall’altro il saldo commerciale è in peggioramento, anche a causa della forte crescita delle importazioni.

L’aumento dei prezzi all’importazione e il rallentamento delle esportazioni verso la Cina rappresentano due fattori di rischio per i prossimi mesi. Tuttavia, la crescita delle esportazioni verso Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti rappresenta un segnale positivo per il Made in Italy, soprattutto nei settori a maggiore valore aggiunto.

Sarà fondamentale osservare l’andamento dei prossimi mesi per capire se il saldo commerciale italiano tornerà in territorio positivo o se le pressioni inflazionistiche e l’aumento dell’import continueranno a pesare sulle prospettive economiche del Paese.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it - Autore Alessio Gambino

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