L’analisi della CGIA di Mestre: serve più diversificazione per proteggere l’export nazionale

L’introduzione di nuovi dazi commerciali da parte degli Stati Uniti, annunciata dall’amministrazione Trump per il prossimo mese di aprile, potrebbe avere un impatto significativo sull’economia italiana. Le regioni del Mezzogiorno risultano particolarmente esposte a queste misure, a causa di una limitata diversificazione dell’export.

È quanto emerge dall’ultimo studio realizzato dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, pubblicato il 22 marzo 2025, che analizza la composizione merceologica delle esportazioni italiane attraverso l’indice di diversificazione dei primi 10 gruppi di prodotti per ciascuna regione.


Le regioni più esposte: Sardegna, Molise e Sicilia

Le regioni con la struttura export più fragile sono:

  • Sardegna (indice di concentrazione: 95,6%) – export dominato dai prodotti della raffinazione del petrolio.
  • Molise (86,9%) – export concentrato in pochi settori: chimica, plastica, autoveicoli e prodotti da forno.
  • Sicilia (85%) – anch’essa fortemente dipendente dalla raffinazione petrolifera.

Questi territori, in caso di nuove barriere commerciali, rischiano gravi ripercussioni economiche a causa della forte dipendenza da pochi settori.

📊 Grafico 1: Indice di Diversificazione dell’Export - Anno 2024

 


La Puglia fa eccezione nel Mezzogiorno

In netta controtendenza si trova la Puglia, che registra un indice del 49,8% e si posiziona al terzo posto nazionale per diversificazione, subito dopo Lombardia (43%) e Veneto (46,8%). Un dato che testimonia la maggiore capacità della regione di resistere a eventuali turbolenze nei mercati internazionali.


Export italiano: lieve calo nel 2024, ma +30% rispetto al pre-Covid

Nel 2024 l’export italiano ha raggiunto i 623,5 miliardi di euro, registrando un leggero calo dello 0,4% rispetto al 2023, ma un aumento del 30% rispetto al 2019, anno pre-pandemico.

La Lombardia rimane la locomotiva dell’export italiano con 163,9 miliardi, seguita da Emilia-Romagna (83,6 mld) e Veneto (80,1 mld)

📈 Grafico 2: Export Totale per Regione - Anno 2024


Toscana in forte crescita: +13,6% grazie a farmaci e gioielli

Una delle sorprese più rilevanti del 2024 è rappresentata dalla Toscana, che ha superato il Piemonte salendo al quarto posto nella classifica delle regioni esportatrici con 63 miliardi di euro (+13,6% rispetto al 2023).

Il merito va soprattutto al settore farmaceutico e alla gioielleria, che hanno spinto Firenze al terzo posto tra le province italiane per valore dell’export (24,5 miliardi di euro, +20,6%).


I prodotti italiani più esportati: boom per farmaci e gioielli

Le principali voci dell’export italiano nel 2024 sono:

  • Medicinali e preparati farmaceutici: 50,8 miliardi (+10,3%)
  • Macchinari di impiego generale: 34 miliardi
  • Autoveicoli: 23,8 miliardi (-16,7%)
  • Gioielleria e pietre preziose lavorate: 15,9 miliardi (+38,9%)
  • Prodotti alimentari e bevande: +11% e +5,4% rispettivamente

Impatto dei dazi USA sull’export italiano

L’annuncio dell’introduzione di dazi del 25% su una serie di prodotti europei da parte degli Stati Uniti rappresenta una minaccia concreta per l’export italiano. Nel 2024, le esportazioni italiane verso gli USA hanno raggiunto i 65 miliardi di euro, con un surplus commerciale di 39 miliardi. Questo rende l’Italia particolarmente vulnerabile a tali misure, considerando che il 22,2% delle sue esportazioni extra-UE è destinato proprio agli Stati Uniti, una quota superiore alla media europea del 19,7% .

I settori più colpiti potrebbero essere:

  • Bevande: il 39% della produzione è destinato al mercato USA.
  • Automobili: 30,7% dell’export verso gli USA.
  • Altri mezzi di trasporto (come yacht e moto): 34%.
  • Medicinali: 30,7% .

Il vino italiano, in particolare il prosecco, potrebbe subire un duro colpo, così come borse, scarpe e altri beni di lusso. Anche i macchinari industriali, tradizionale punto di forza dell’export italiano, potrebbero risentire negativamente dei dazi.


Conclusioni

Il report CGIA e le recenti evoluzioni delle politiche commerciali internazionali lanciano un chiaro messaggio: la diversificazione dell’export è la miglior assicurazione contro instabilità geopolitiche e misure protezionistiche. Mentre il Nord e alcune aree del Centro mostrano strutture più solide e flessibili, il Mezzogiorno ha bisogno di investimenti mirati e strategie di internazionalizzazione più ampie per ridurre la sua esposizione a potenziali crisi.

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Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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