7.543 persone arrestate di cui 6.038 soldati, 755 tra giudici e procuratori, 650 civili e 100 poliziotti. Ma anche dipendenti di Ministeri dell’Interno e delle Finanze, ufficiali dell’esercito, prefetti, gendarmi e governatori di distretti provinciali.

I numeri del day after il fallito colpo di stato in Turchia (sulla cui dinamica permangono ancora diverse ombre) fanno paura all’Europa e l’atteggiamento di Erdogan sta riportando la tensione fra UE ed Ankara a livelli di guardia mettendo in seria discussione la prosecuzione del processo di adesione del Paese all’Unione.

Il persistere di questa situazione potrebbe portare anche ad un rallentamento nei rapporti commerciali Italia-Turchia provocando un danno non da poco al nostro Paese: oggi infatti la Turchia è il decimo mercato di destinazione dell’export italiano con ben 10 miliardi di prodotti Made in Italy venduti sul mercato turco.

In particolare è la meccanica strumentale il settore che potrebbe subire il maggiore contraccolpo anche se l’incertezza politica di questi giorni potrebbe avere effetti anche sui prezzi del petrolio dal momento che il Bosforo e lo stretto dei Dardanelli sono snodi chiave per il passaggio di circa 3 milioni di barili di greggio l’anno.

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