Mashcream, la startup visionaria che mira a servire gelato a temperatura ambiente

Mashcream, la startup visionaria che mira a servire gelato a temperatura ambiente

22 Maggio 2019 Categoria: Un'Italia da Export

Con Giacomo Bizzarri, CEO & Founder di Mashcream, abbiamo parlato della startup che punta a rivoluzionare la catena del freddo di uno dei prodotti più amati dagli italiani, il gelato.

Da dove nasce l’idea di Mashcream?

La startup nasce nel 2015 a seguito di un’esperienza di viaggio in Thailandia, dove il gelato viene preparato su una superficie piatta anziché concava come è nato invece il gelato in Italia. Rientrato a casa decido di sviluppare diversi prototipi grazie ad un tecnico frigorista di Senigallia e dopo alcuni tentativi con un gelatiere che ci riforniva la base gelato siamo riusciti ad arrivare al modello finale, che abbiamo presentato all’edizione italiana di Shark Thank (abbiamo registrato ma non siamo stati trasmessi in tv). Il lancio sul mercato è avvenuto alla fiera del gelato Sigep di Rimini nel gennaio 2016 e il primo chiosco è stato aperto nella stagione successiva a Senigallia. Nello stesso periodo abbiamo lanciato anche una piccola campagna crowdfunding sulla piattaforma Woopfood.com. Mashcream, comunque, nasce con l’obiettivo di tagliare la catena del freddo propria del prodotto gelato, con una preparazione espressa che non impiega il tradizionale laboratorio di gelateria, puntando ad una riduzione degli sprechi alimentari ed energetici.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Personalmente ho una laurea in Economia Aziendale e un master in Tecnologie e Management dell’Innovazione, ma è stata la passione per il food italiano che mi ha spinto a fondare la startup e ricercare dei co-founder che potessero aiutarmi in questo percorso. Per cominciare Alessandro Giuricin è laureato in Ingegneria Meccanica e con esperienze in aziende multinazionali quali Ariston Thermo Group, Panatta Sport ed Energy Resources; The Hive, l’incubatore di imprese di Ancona certificato dal Ministero dello Sviluppo Economico e da TUV Italia. Poi c’è Fabrizio Cannizzaro, dottore commercialista e revisore legale, il nostro Business Developer entrato in azienda nel 2017, con un forte background strategico, commerciale ed operativo acquisito ricoprendo ruoli di rilievo in Unilever Italia e Findus Italia Iglo Group. Tutti i nostri collaboratori sono giovani dinamici e intraprendenti: Giulia Gasparini è la nostra Customer Relations & Retail Manager e si occupa della gestione dei partner e dei nuovi clienti, con attività di relazione e customer care; Nicole Prussiani, con una laurea in Progettazione Grafica e Comunicazione Visiva, è la nostra Graphic designer occupandosi dei vari aspetti della creazione dei contenuti fino al design della comunicazione; Francesca Chiara De Marino è la nostra responsabile della gestione dei profili web e campagne di promozione online e offline; Antonio Morano, con laurea in Economia e Commercio, è il nostro Assistant Controller nei processi di fundraising grazie alla sua esperienza in ricerca di finanza alternativa e bandi pubblici.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

Sicuramente portare innovazione nel prodotto alimentare forse più tradizionale che abbiamo in Italia è stata la principale difficoltà. Per questo motivo abbiamo investito molto nella qualità del prodotto: non impieghiamo alcun semilavorato in polvere liofilizzato, prediligiamo la frutta fresca ed ingredienti in pasta pura per i gusti alle creme. Un’altra difficoltà è stata quella di reperire risorse finanziarie indispensabili per lo sviluppo del progetto. Ricordo che la prima volta che andammo in banca per richiedere un finanziamento ci chiesero gli ultimi 3 bilanci, peccato che eravamo attivi da poco più di 1 anno!

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

In ottica di uno sviluppo internazionale stiamo guardando il mercato europeo e quello degli Stati Uniti. Recentemente siamo stati selezionati dal Global Startup Program di ICE, sul quale puntiamo molto per avviare un rapido processo di internazionalizzazione, per la ricerca di partner e potenziali investitori.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

La startup è nata insieme all’incubatore The Hive di Ancona, che detiene una quota sociale del 15%. Nel 2017 siamo stati selezionati dall’acceleratore Unicredit StartLab di Milano che ci ha assegnato la Menzione Speciale nella categoria “Innovative Made in Italy”. Partecipare a questo tipo di programmi ci ha permesso di entrare in contatto con mentor e aziende multinazionali, con cui probabilmente sarebbe stato molto difficile riuscire a mettersi in contatto.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Molte iniziative promosse per l’avvio di startup illudono i giovani che basta avere un’idea progettuale per fare impresa. Quello che non dicono ai giovani startupper è che avviare un business, che sia digitale o di prodotto, significa inizialmente immergersi con mente e corpo nella propria idea di sviluppo, rischiando di togliere tempo ai propri sport e hobby, amici e affetti. In molte occasioni ho sentito dire che i capitali finanziari non sono una priorità. Tuttavia quando vengono poi chieste garanzie personali per poterli ottenere spesso le iniziative si interrompono e le persone optano per una situazione “più sicura” restando o ritornando alle dipendenze del proprio datore di lavoro. Infine, la situazione più complicata da gestire è imbattersi in quelli che chiamo “distruttori buoni di sogni”, che credono nel tuo progetto perché legati da un legame affettivo ma che, in realtà, hanno dubbi che tu riesca realmente a portarlo a termine. In ogni caso, il mio consiglio più spassionato è quello di avere sempre grandi ambizioni e procedere a piccoli passi.

Obiettivi per il futuro…

Oggi stiamo sviluppando diversi canali di business, dal shop in shop all’interno di attività esistenti allo street food ed eventi. Lo scorso anno abbiamo aperto il nostro concept store di Senigallia: Gelati Bizzarri, il nostro format in sede fissa in solo 10mq dove offriamo un’esperienza sensoriale ai nostri clienti, con tutte preparazioni espresse da banco, da diversi tipi di gelato (Mashcream, stecchi e gelato espresso) allo yogurt, frullati, frappè, smoothies e granite, senza impiegare nessun semilavorato pronto liofilizzato. Obiettivi per il futuro sono quelli di accrescere il numero di partner in Italia ed Europa e replicare il format Gelati Bizzarri. La visione più grande ci porta ad immaginare un nuovo modo di acquistare il gelato, a temperatura ambiente e senza la catena del freddo, rivoluzionando completamente l’esperienza per il consumatore. E ci stiamo già lavorando!

Fonte: a cura di Exportiamo, di Valeria Gambino, redazione@exportiamo.it

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