In occasione del BioInItaly investment forum & Intesa Sanpaolo start up initiative, tenutosi il 10 aprile a Milano presso Palazzo Besana, sono state presentate 14 start up del settore biotech a 1200 investitori provenienti dal Giappone, Stati Uniti, Francia e Regno Unito.

L’evento, giunto alla sua settima edizione, è stato organizzato da Assobiotec - l’associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica - e da Intesa Sanpaolo, con l’obiettivo di far incontrare imprese e progetti alla ricerca di capitali con gli investitori finanziari provenienti da tutto il mondo. 

Dalla prima edizione ad oggi sono stati raccolti 16 milioni di euro di investimenti in 14 start up, ma come osserva il nuovo presidente di Assobiotec, Riccardo Palmisano, “gli investimenti sono ancora piccoli. Sedici milioni di euro sono una cifra piuttosto bassa. Ma nel mondo della salute, il 25% del venture capital viene assorbito tra Cambridge e Boston in Massachusets. L’Italia è un po’ un fanalino di coda, tagliata fuori dal venture capital internazionale[...]Il nostro limite principale sta nella frammentazione del sistema Italia, nell’imponente apparato fiscale che ci rende meno competitivi di Francia, Olanda, Germania e Regno Unito - spiega Palmisano -. Se si parla con la voce del venture capital diventano importanti i cluster e il trasferimento tecnologico. Tutto questo fa sì che il biotec in sè sia attrattivo, ma non lo sia l’Italia come sistema paese. Per questo abbiamo avviato un dialogo con tutti i ministeri competenti per andare verso una regia unica

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