In occasione della terza edizione del Forum Innovazione Mobilità Sostenibile organizzato da Trentino Sviluppo e BioEcoGeo, gli esperti del settore hanno parlato di un cambiamento della concezione del mercato dell’automotive: il valore del settore sarà sempre meno legato alla vendita dei veicoli e sempre più all’erogazione dei servizi complementari. Dunque non si guarderà più solo alla componente meccanica delle automobili ma soprattutto a quella tecnologica, poiché i servizi a cui si allude sono legati principalmente alla connettività delle auto con la rete stradale e con centri di assistenza fino alla macchina in affitto o condivisa.

Lo sviluppo di questa tendenza significa “grandi opportunità in termini di connettività dei veicoli, veicoli in grado di dialogare con il conducente e tra di loro ma anche con le infrastrutture stradali”, sostiene Paolo Pretti, organizzatore dell’evento.

Lo confermano anche i dati presentati all’apertura del Forum: tra 12 anni oltre il 70% dei veicoli avrà elementi di guida autonoma e la connessione alla rete farà risparmiare oltre 250 milioni di ore spese nel traffico, salvando vite (512 mila per anno) e con impatti ambientali positivi. E ancora, entro il 2030 il mercato automotive avrà un valore di 6,7 miliardi di euro ed il 30% sarà determinato dal mercato dei servizi.

Lo sviluppo di questa tendenza del mercato apre un mondo di possibilità di investimento nel settore dei servizi tecnologici.

Ma l’Italia potrà cogliere questa opportunità? Secondo Carlo Covelli di LocalMotors “il treno della produzione di self-driving car per l’Italia è ormai perso, ma si può fare leva sulle infrastrutture. Sarà un know-how complementare sul quale giocarsi la partita”.

Ne è convinto anche Antonio Fuganti, Global Program Manager of Technical Connectivity Platform di FCA:“il mondo del veicolo connesso richiede uno sviluppo di tecnologie anche in ambito urbano. Come semafori intelligenti e altri sensori che dialoghino con il veicolo”.

È in questo spazio che l’Italia può inserirsi, ma c’è bisogno di regole chiare e investimenti pubblici nelle infrastrutture. La pubblicazione del Decreto ministeriale 28 febbraio 2018, il decreto Smart Road che mira all’ammodernamento e all’adeguamento tecnologico di tutta la rete stradale italiana all’insegna della digital tansformation, è un primo passo ma c’è ancora molta strada da fare.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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