Dopo anni di crisi il mercato dell’auto in Europa e in Italia torna a sorridere o almeno inizia a non piangere e l’industria dell’auto crede nella ripresa.

Un indizio concreto sono le oltre 130 anteprime tra mondiali ed europee previste all’ormai imminente 85é edizione del Salone di Ginevra (5-15 marzo presso il Palexpo): saranno 220 gli espositori provenienti da 30 Paesi per gli oltre 80.000 mq di esposizione, in rappresentanza di 700 marchi.

La kermesse ginevrina rappresenta storicamente una panoramica unica sul mercato internazionale dell’auto ma é in questi anni di crisi che é riuscita a mantenere il suo lustro e la sua importanza, confermando la sua cadenza annuale (unico appuntamento in Europeo) e confermandosi il salotto nobile dell’auto. 

Sono attesi 10.000 giornalisti da tutto il mondo e oltre 700.000 visitatori (30.000 i nostri connazionali) per ammirare le novità pronte per il mercato e numerose concept car di vetture che popoleranno in futuro i concessionari di tutta Europa.

Ma sono i numeri a ridare speranza anche a casa nostra.

Nel 2014 nel nostro paese le nuove immatricolazioni sono state 1.359.616 con un +4,21% rispetto al 2013 e un’inversione di tendenza dopo sette anni di contrazione del mercato. La crisi non é passata se si pensa che nel 2007, anno record di vendite per l’Italia, le unità vendute furono quasi il doppio (2.490.570).

Anche dal punto di vista del tipo di alimentazione ci sono delle novità e al calo del benzina si contrappongono la crescita di gasolio e soprattutto di GPL (+9,1%) e metano (+5,3%) mentre sono ottimi i risultati per auto ibride (+41% rispetto al 2013) ed elettriche (+26%).

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E’ tornato a crescere anche il parco auto circolanti che sfiora oggi i 37 milioni di vetture e le statistiche dimostrano come in Italia la macchina é un bisogno imprescindibile: la contrazione del parco auto circolante é stata minima (meno dell’1%) a fronte di un calo di vendite di oltre il 45% dal 2007 ad oggi e ciò testimonia un invecchiamento dell’età media delle auto (9,5 anni).

Anche per l’anno in corso le previsioni sono di crescita.

La previsione di vendite si attesta attorno a 1.430.000 unità sempre lontana intendiamoci da quota 2 milioni, ritenuta normale per un paese come il nostro. Naturalmente come fanno sapere le case produttrici anche il governo dovrà proporre i necessari interventi quali incentivi sull’acquisto di nuove auto, detrazioni per auto ecologiche e minore tassazione.

Il settore automotive (e relativo indotto) “pesano” sulla produzione industriale e l’inversione di tendenza registrata a dicembre 2014 (+0,1, +1,3 escludendo dal calcolo l’energia) deve molto al settore auto che registra una crescita del 30,4%.

I mezzi di trasporto risultano il settore più tonico tra quelli censiti dall’ISTAT, con crescite interessanti anche per elettronica (+13,9%) e macchinari (+8,6%) e così si spiegano gli annunci del gruppo Fiat Chrysler Automobiles - FCA (ei fu FIAT) delle ultime settimane sugli stabilimenti italiani, con le 1.500 nuove assunzioni a Melfi e i tre sabati di straordinario pianificati a febbraio per Pomigliano oltre all’incidenza del Jobs Act forse é arrivato il momento di ripopolare la produzione.

Il bilancio dell’intero 2014 per la produzione industriale comunque in rosso (-0,8%), migliora limitando l’analisi alle sole attività manifatturiere però non bisogna dimenticare che - pur eliminando l’energia dal calcolo - si tratta del terzo anno consecutivo in calo per l’output dell’industria e in termini di ricavi dal 2007 si é rinunciato a ben 185 miliardi di euro.

La ripresa come ci ricorda Nomisma é necessaria e urgente innanzitutto per provare a ricostituire parte della capacità produttiva perduta nel corso della crisi: tra il 2007 e il 2014 la produzione potenziale manifatturiera, cioé quella ottenibile al pieno utilizzo della capacità installata, é in Italia del 17,7%, il triplo della media della zona euro e dietro di noi troviamo solo Spagna e Grecia.

E’ stato lo stesso numero delle imprese manifatturiere tra il 2008 e il 2012 a ridursi in media di 10.600 unità ogni anno, con un calo meno deciso per le microimprese tra 0 e 9 addetti.

Sempre da Nomisma fanno notare come per riparare i danni all’apparato produttivo servirebbe una ripresa più rapida rispetto alle stime attuali, con una robusta dose di investimenti per ricostruire la base produttiva perduta.

Il dato della produzione industriale é positivo non solo perché si tratta del primo rialzo tendenziale dal mese di giugno, il valore più alto da allora se il confronto é con il mese precedente (+0,4%), ma soprattutto perché ci sono fattori di spinta esogeni a sostenere (potenzialmente) l’output delle imprese. L’Euro debole e il petrolio low-cost, come ha osservato il Centro Studi Confindustria, dispiegheranno pienamente nei prossimi mesi il proprio effetto espansivo e fanno notare come i numeri nel 2015 già sono positivi: +0,2% per l’output a gennaio, +0,6% la crescita acquisita nel primo trimestre. 

Altrettanto fiducioso e positivo il giudizio di Sergio Marchionne, amministratore delegato FCA, che recentemente a margine della III^ edizione del Summit “Italy meets the United States of America”, a New York nella sede del gruppo media Bloomberg, ha dichiarato con un occhio alla situazione politica nazionale:

“Non voglio difendere Renzi perché non ha bisogno del mio aiuto, ma ha fatto in 11 mesi quello che non é stato fatto in anni interi.

Il 2015, se ce lo giochiamo bene, sarà un grande anno. Dopo sei-sette anni di mercati distrutti, di gente che non trovava lavoro, il 2015 finalmente sarà l’anno in cui ricomincia il ciclo economico. Bisogna stare molto attenti a non giocarcelo male. L’economia italiana sta già ripartendo e mai come adesso l’impegno per le riforme non può diminuire. E i giochi politici non aiutano nessuno. E importante é credere che l’Italia può esportare”.

La ripresa é ormai un obbligo e la stessa portata sarà indicativa per il nostro futuro. Il Governo continuerà la sua opera riformatrice con l’auspicio che ci si concentri sulle esigenze del paese e si riesca a rendere tutti corresponsabili nel proprio ambito di competenza, evitando che all’ansietà di questi anni di crisi si sostituisca l’assuefazione.

La speranza é come sempre che la luce in fondo al tunnel non sia un treno che ci travolge ne tanto meno un artificio o un “effetto collaterale rischioso” come quello della pillola blu al centro della recente e geniale campagna pubblicitaria della FIAT 500 X. 

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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