L'UNCTAD lancia il nuovo "Investment Dispute Settlement Navigator"

L'UNCTAD lancia il nuovo

18 Dicembre 2015 Categoria: Marketing Internazionale

Lo stallo sul Doha Round in seno al WTO dimostra chiaramente come al giorno d’oggi, l’obiettivo e pragmaticamente anche l’ambizione di arrivare ad accordi universali su commercio e protezione degli investimenti, abbia lasciato il posto al proliferare di accordi regionali, capaci ormai di configurare una nuova geopolitica del commercio mondiale a geometria variabile.

A giusta ragione abbiamo più volte sottolineato come, tra le questioni più spinose nel negoziato in corso che interessa da vicino tutti quanti, quello tra le due sponde dell’Atlantico, ci sia il tema legato alla risoluzione delle controversie tra stati e investitori (Investment State Dispute Settlement - ISDS).

Durante l’ultimo round negoziale per la conclusione del mega-regional agreement, tra Unione Europea e Stati Uniti, il TTIP appunto, si sono infatti confermate le divergenze sul tema tra la posizione statunitense favorevole ad affidare le controversie ad arbitrati privati, e quella del Vecchio Continente che prevede la creazione di una corte arbitrale pubblica, una posizione ampiamente condivisibile.

Oggi approfondiamo in particolare la presentazione da parte dell’UNCTAD nelle scorse settimane del nuovo database “Investment Dispute Settlement Navigator”, il più completo e aggiornato in materia, contenente informazioni su 668 risoluzioni di controversie a livello mondiale avviate dagli investitori nei confronti degli Stati in ragione di accordi sugli investimenti internazionali (IIAS).

Nella nota metodologica viene spiegato come l’utente gratuitamente può esplorare nello specifico tutti i casi censiti anche se, viene specificato che dal momento che alcuni procedimenti (o alcuni aspetti del procedimento) rimangono confidenziali, le informazioni contenute nel database non possono essere considerate esaustive e UNCTAD non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori o omissioni sui dati presentati, ma apre le porte a chiunque abbia intenzione e volontà di condividere informazione o chiarimenti supplementari sui casi specifici.

Nel database rientrano gli arbitrati internazionali tra stati e investitori in tutto o in parte basati su un accordo interistituzionale, come nel caso di un trattato bilaterale di investimento o il capitolo dedicato agli investimenti all’interno di un accordo di libero scambio, mentre non sono incluse le controversie investitore-Stato che si basano esclusivamente sui contratti o sulla legislazione sugli investimenti nazionale.

Le informazioni contenute sono raccolte da fonti pubblicamente disponibili e per ogni voce sono presenti informazioni relative a: base giuridica (trattato del caso); paesi interessati; breve sintesi della controversia; settore economico e sottosettore; importi richiesti e assegnati; violazioni delle disposizioni IIA presunte e riscontrate; arbitri del tribunale; stato/esito del procedimento arbitrale; decisioni emesse dai tribunali (con link ai testi) e collegamenti a fonti esterne con le informazioni sul caso.

Le fonti si distinguono tra le fonti primarie, i documenti ufficiali relativi al caso e informazioni fornite dalle istituzioni e le fonti secondarie che possono ricomprendere servizi di comunicazione specializzati e altre fonti ritenute affidabili ed utilizzati per integrare le fonti primarie con informazioni sul caso altrimenti non disponibili.

Il Navigatore viene aggiornato in modo regolare e andando a spulciare ad esempio i casi in cui l’Italia è dalla parte dell’imputato, ne troviamo tre, tutti legati al taglio delle tariffe e degli incentivi sulle energie rinnovabili intentate da multinazionali europee, tutti e tre avviate negli ultimi due anni e ancora in corso. L’Argentina invece è lo stato nei cui confronti sono state aperte il maggior numero di controversie (53) mentre i Paesi Bassi, mai imputati, essendo sede di molte multinazionali all’interno dell’Ue risultano come sede delle imprese ricorrenti in ben 80 casi, secondi solo agli Stati Uniti che con 136 casi guidano la speciale classifica.

La revisione di questo nuovo strumento UNCTAD ci consente quindi di navigare tra le controversie ed è utile per chiunque, addetti ai lavori e non, abbia voglia ed interesse ad approfondire il tema sempre più rilevante delle risoluzione delle controversie legate agli investimenti internazionali. Il tema è molto delicato e da trattare con estrema cura perché in gioco - non dimentichiamolo - ci sono la sovranità, la dignità e l’autonomia degli stati, facilmente sacrificate sull’altare del profitto, se necessario.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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