La crisi ha ridotto le diseguaglianze. Questo è in estrema sintesi quanto emerge da un recente studio della World Bank ripreso e pubblicato dal Financial Times. In particolare la WB sostiene che nel corso del quinquennio più nero per l’economia globale (2008-2013) “il numero delle nazioni che hanno sperimentato un declino delle diseguaglianze è doppio rispetto a quello degli Stati che hanno invece visto allargarsi il fosso”. Salta immediatamente all’occhio un dato: dal 2012 al 2013 le persone costrette a vivere con una cifra inferiore a 1,90 euro al giorno si sono ridotte di ben 114 milioni unità passando da 881 a 767 milioni. Di questi 71 vengono dall’Asia, soprattutto da Cina e Indonesia, mentre solo 4 abitano nel continente africano.
Ma, le sorprese non sono finite perchè la riduzione delle diseguaglianze non ha riguardato, come si potrebbe pensare in un primo momento, esclusivamente i Paesi più poveri o quelli emergenti bensì ha coinvolto anche Paesi maggiormente sviluppati.
Fra questi la Gran Bretagna è uno dei Paesi Occidentali che ha visto la maggior diminuzione di diseguaglianza dopo la grande crisi seguita da Stati Uniti, Germania, Brasile e Cina. In generale comunque l’Africa Sub sahariana e il Sud asiatico rimangono i luoghi dove risiedono 650 milioni dei 767 che soffrono una condizione di povertà estrema (<1,90euro/giorno) con Sud Africa ed Haiti che si classificano come Paesi più diseguali al mondo.