Quando si parla di cibo noi italiani siamo sempre in prima linea e per questo le nostre imprese non potevano farsi sfuggire l’occasione di partecipare a Foodex Japan vale a dire quella che è considerata, dagli addetti ai lavori, la più importante manifestazione fieristica del Paese per il comparto Food&Beverage.

Il salone, apertosi lo scorso 7 marzo, si chiuderà nella giornata di oggi e, sebbene non siano ancora disponibili i numeri ufficiali di questa edizione, alcune indiscrezioni parlano di circa 80mila visitatori professionali.

E’ comunque bene precisare che l’importanza della manifestazione travalica i confini nazionali perché essa è ormai ritenuta la principale iniziativa di promozione dell’agroalimentare non solo in Giappone bensì in tutta l’area Asia-Pacifico.

La presenza italiana a Foodex è stata cospicua con oltre 90 aziende del Belpaese che sono sbarcate a Tokyo e che rappresentano la più grande collettiva straniera presente all’evento.

Ottimi anche i servizi offerti ai visitatori stranieri per i quali è stato allestito un vero e proprio centro servizi dedicato all’accoglienza e all’orientamento dei soggetti che hanno dimostrato interesse nei confronti delle nostre aziende.

Fra le attività da segnalare – oltre a quelle relative agli show cooking che ultimamente stanno spopolando in giro per il mondo – anche un evento di promozione del comparto biologico italiano organizzato da ICE in collaborazione con Federbio.

Partecipare ad un evento del genere è un’occasione unica per venire in contatto con importatori e distributori locali che dovrebbe essere colta da tutte le realtà produttive che guardano con interesse al mercato nipponico o che vogliono consolidarvi la loro presenza.

Sottolineiamo che, al momento, il Giappone è il decimo Paese per import di prodotti agroalimentari Made in Italy a livello globale ed il secondo Paese extra europeo (dopo gli USA).

Ma di che cifre stiamo parlando in termini assoluti?

Dagli ultimi dati ISTAT (che però ancora non coprono tutto il 2016) emerge infatti che il Paese asiatico ha importato prodotti del Food&Beverage per quasi 650 milioni di euro nel periodo gennaio-novembre 2016, con un trend in miglioramento dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Inoltre facendo ancora riferimento ai dati elaborati da ICE-Agenzia, sempre per i prodotti agroalimentari, l’Italia ha raggiunto, a livello globale, una quota di mercato del 2,1% ed è preceduta all’interno del Vecchio Continente solo da Francia (3,5%) e Spagna (2,2%).

Rimanendo in Giappone comunque c’è da evidenziare la grande esplosione della gastronomia italiana: negli ultimi anni hanno infatti visto la luce, nei principali centri urbani del Paese, numerosissimi ristoranti ed oggi è proprio la ristorazione italiana ad assorbire il 70% del valore dell’export di Food&Beverage dal nostro Paese in Giappone.

Rimane invece ancora scarsamente strutturata la presenza di prodotti italiani nella GDO ed è probabilmente quello il canale all’interno del quale dovrà essere compiuto un balzo decisivo nel prossimo futuro.

In Giappone la percezione dei nostri prodotti alimentari rispecchia anche le grandi differenziazioni presenti a livello regionale sul nostro territorio che è capace di generare una miriade di eccellenti produzioni artigianali.

Nella terra del Sol Levante il settore alimentare rimane dunque un comparto molto promettente anche perché i consumatori giapponesi spendono circa ¼ del loro budget mensile in cibo e bevande.

Infine si ricorda che i giapponesi sono anche dei consumatori sofisticati: premiano i prodotti di qualità ed i brand affidabili con una fedeltà che si traduce in acquisti ripetuti.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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