Elevato potere d’acquisto, numerosi settori in crescita e tanti incentivi per chi vuole fare business: investire nello Stato di New York non è mai una cattiva idea!
Una delle descrizioni più celebri su New York è sicuramente quella di Edward Koch, sindaco dal 1978 al 1989 che ben riassume la frenesia che si respira nella “Grande Mela”: “I newyorkesi camminano più in fretta, parlano più in fretta, pensano più in fretta. Non è necessario esserci nati per essere newyorkesi, ma dopo sei mesi tu camminerai parlerai e penserai più in fretta. E da quel momento anche tu potrai considerarti un newyorkese”.
The Empire State, denominato così probabilmente da Washington che lo considerava lo Stato ideale per la sede di un impero a causa della sua posizione strategica, nel 2016 ha prodotto ricchezza per 1.488 miliardi di dollari attestandosi al terzo posto nella graduatoria USA dopo California ($2.602 miliardi) e Texas ($1.616 miliardi).
Questo risultato si deve soprattutto ai settori assicurativo-finanziario ed immobiliare, seguiti da servizi professionali, farmaceutica ed informatica. Ma anche il comparto manifatturiero e tecnologico sta crescendo negli ultimi anni soprattutto nella parte nord dello Stato, mentre per quanto riguarda l’agricoltura spicca il settore vitivinicolo (New York è il secondo produttore di vino a livello federale dopo la California).
Ottimi anche i rapporti commerciali con l’Italia: infatti nel 2016 l’interscambio tra Roma e New York ha toccato quota 6,6 miliardi di dollari di cui oltre 5 sono rappresentati da acquisti di prodotti Made in Italy da parte dello Stato a stelle e strisce.
Buone opportunità per le PMI italiane si segnalano anche nei settori dell’alta tecnologia, biotecnologie e farmaceutica. Ma non dimentichiamo il “bello e ben fatto” (alimentare, arredo, moda e accessori di fascia alta, destinati ad un consumatore top-spender), categoria per la quale gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di destinazione in assoluto per il Belpaese.
Ed anche secondo lo studio “Esportare la dolce vita” condotto da Confindustria e Prometeia le previsioni sono rosee, tanto che entro il 2022 New York e New Jersey toccheranno quota 6,6 miliardi di prodotti BBF acquistati dall’Italia (più di Spagna e Regno Unito). Tale cifra rappresenta il 50% sul totale delle esportazioni tricolore di prodotti BBF in USA, segno che New York è un crocevia fondamentale per il Belpaese. Trump permettendo.
Perché scegliere New York per fare business?
Lo Stato di New York è solitamente il primo punto di contatto tra il mercato USA e le imprese esportatrici italiane, sia per la sua posizione strategica che per la folta presenza di italoamericani sulla East Coast uniti ad una capacità di spesa tra le più alte negli Stati Uniti. Ecco i principali vantaggi di fare business all’interno di questo Stato:
• Posizione geografica, essendo collocato nel cuore di un’area abitativa da 60 milioni di persone e si posiziona al centro del corridoio Boston – New York – Washington, in cui sui registra un’enorme concentrazione di attività economiche. Non meno importante è la vicinanza con le province canadesi dell’Ontario e del Quebec;
• Infrastrutture: sono 3 gli aeroporti internazionali, 33 i porti commerciali, mentre la rete stradale, autostradale e ferroviaria è molto sviluppata e si estende nel complesso per ben 200mila km;
• Le Foreign Trade Zones (FTZ): sono ben 16 le FTZ presenti nello Stato di New York che offrono notevoli vantaggi alle aziende esportatrici. Queste permettono di introdurre ed immagazzinare i prodotti senza dover pagare dazi fino al momento dell’immissione in commercio, senza limiti temporali e tasse aggiuntive sulla lavorazione all’interno dell’area extradoganale;
• Sistema formativo d’eccellenza con circa 6000 istituti fra pubblici e privati per una forza lavoro altamente qualificata;
• Consistenti investimenti statali in R&D;
• Vasta gamma di incentivi che supportano l’avviamento di nuove attività e la crescita di quelle già esistenti. In particolare il nuovo programma di incentivi riguarda soprattutto i vantaggi fiscali, la formazione di imprenditori e aziende con una vision globale, le partnership tra settori ed università per lo sviluppo di nuove tecnologie e un supporto finanziario generale per supportare la crescita dei piccoli business.
Ci sono anche però da analizzare gli aspetti negativi come la concorrenza fortissima, il livello di tassazione ed il costo della vita, che rimane tra i più elevati della Federazione.
Inoltre negli ultimi tempi è diventato anche molto difficile ottenere dei visti di lavoro a causa della politica a forte vocazione protezionistica messa in atto dal nuovo governo Trump.
Insomma tanti i vantaggi a disposizione delle aziende italiane per stabilire la propria presenza negli USA: lo Stato di New York per tante rappresenta la chiave di volta per entrare nel mercato a stelle e strisce.
C’è infine da segnalare l’interessante contributo a fondo perduto, erogato dalla Regione Lazio ed in scadenza il 31/10, nell’ambito del bando PROSPEX che include due progetti con focus sugli Stati Uniti d’America: Connect USA e Franchise your business in USA. Per maggiori info, clicca qui oppure scrivi a info@ibsitalia.biz.
I due progetti sono promossi da IBS Italia, società di consulenza strategica e operativa specializzata nell’offerta di servizi all’internazionalizzazione d’impresa, che dal 2004 supporta l’espansione commerciale delle PMI italiane sui mercati internazionali.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it
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