L'economia africana e il suo ruolo (decisivo) nello scacchiere mondiale

L'economia africana e il suo ruolo (decisivo) nello scacchiere mondiale

13 Gennaio 2018 Categoria: Marketing Internazionale

Nel nostro approfondimento mettiamo in luce i dati economici elaborati dal Centro Studi Confindustria (CSC) utili a comprendere le opportunità e le criticità del continente africano: il destino dei due continenti è sempre più interconnesso e richiede una strategia lungimirante volta a promuovere stabilità politica e sviluppo economico.

La ripresa economica globale prosegue gradualmente, spinta dal commercio internazionale e da un nuovo ciclo d’investimenti in grado di autoalimentarsi. I principali fattori di questa espansione economica sono attribuibili alla ripresa dell’Eurozona, alla crescente domanda interna della Cina con i suoi elevati livelli di consumo, e all’aumento delle materie prime di cui beneficiano i maggiori esportatori di commodity.

Sulla scia di questa ripresa, il continente africano giocherà nei prossimi decenni un ruolo decisivo nell’economia globale che impone una presa di coscienza (una wake-up call) da parte delle economie avanzate.

L’Africa ha fatto notevoli passi in avanti verso una crescita economica sostenuta e un sostanziale miglioramento della qualità di vita. Sin dal nuovo millennio, l’economia africana si è rafforzata progressivamente, uscendo da un periodo di stagnazione e di abbassamento del reddito pro capite durato un quarto di secolo.

Uno degli elementi trainanti di questa ripresa è la trasformazione di un’economia prevalentemente costruita sul settore primario in una spinta dal terziario. Questa transizione nel modello di sviluppo economico ha stimolato i consumi interni (in costante crescita nell’ultimo decennio) e ridotto la dipendenza dalle esportazioni di risorse naturali. E ha oltretutto dimostrato come l’economia africana sia in grado di assorbire velocemente nuove tecnologie e strumenti digitali come il mobile banking.

Allo stesso tempo, lo sviluppo economico ha contribuito ad alzare l’indice di sviluppo umano (che valuta gli standard di vita, salute e istruzione). Questo notevole miglioramento è perlopiù riconducibile al calo di guerre e conflitti nel continente. I dati elaborati dal centro studi Confindustria illustrano come la percentuale dei Paesi in guerra o conflitto sia passato del 19% nel 1990 al 6% nel 2016, dimostrando come l’Africa sia oggi più sicura rispetto al passato.

Tuttavia, nonostante questi sostanziali progressi nell’indice di sviluppo umano, più della metà della popolazione africana vive ancora sotto la soglia di povertà (54%) e non ha accesso all’elettricità (53%). Di questa metà, 388 milioni di persone sopravvivono con meno di 2 dollari al giorno.

Altro dato rilevante è la grande crescita demografica dell’Africa che prevede una popolazione di 2,5 miliardi entro il 2050. Secondo il centro studi Confindustria, se l’Africa riuscisse a raggiungere l’attuale livello di PIL pro capite della Cina, nel 2050 la sua economia sarebbe ben 5 volte più grande di quella odierna. Nello stesso arco temporale, il PIL dei paesi avanzati dovrebbe invece aumentare poco più di due volte.

Questi dati impongono una profonda riflessione sull’importanza di mettere l’Africa in condizione di sviluppare il proprio potenziale. La crescita dell’economia africana permetterebbe infatti il consolidamento di una classe media che sta prendendo forma, l’aumento dei consumi interni e lo sviluppo di nuovi rapporti commerciali sia domestici che internazionali.

Un altro elemento di fondamentale importanza è la questione ambientale. L’Africa dimostra in questo momento di essere fra i continenti meno inquinanti in termini di emissioni di gas serra. La maggiore preoccupazione è che un’Africa a ritmi di crescita così alti possa passare a un sistema produttivo meno sostenibile, mettendo in secondo piano la sicurezza ambientale. È dunque vitale per la tutela del pianeta che l’Africa costruisca da subito un sistema economico sostenibile e soprattutto che non ripercorra gli errori commessi da paesi emergenti come la Cina e l’India.

I trend economici sottolineano inoltre come sia necessario adottare una strategia per cogliere a pieno le opportunità del continente e per assisterlo nel compiere le decisioni più adeguate in materia di sviluppo economico, sicurezza sociale e tutela ambientale.

Europa, Cina, e Stati Uniti stanno mettendo in atto delle strategie per prendere parte alle opportunità economiche del continente africano. Fra questi tre blocchi, la Cina rappresenta oggi il primo partner commerciale, con uno scambio di beni per un valore di 136 miliardi di dollari. Per consolidare ulteriormente la sua presenza nel continente, la Cina ha inoltre stanziato cospicui investimenti sotto l’ambiziosa iniziativa della Belt&Road che mira a collegare Cina, Africa, e Europa via terra e mare.

Nel partenariato EU-Africa, l’Italia è chiamata a ricoprire il ruolo di protagonista sia per ragioni geografiche che economiche.

L’Italia è il punto di passaggio dei maggiori flussi migratori ed è il terzo Paese per investimenti dopo Cina ed Emirati Arabi, con un capitale investito di 11,6 miliardi in 36 progetti dal 2015 al 2016 (CSC).

Oltre a ciò, un’indagine condotta presso le associazioni Confindustria indica un medio-alto livello d’interesse da parte delle imprese italiane di investire nel continente africano (6,7/10). Interesse che nasce principalmente dalla possibilità di attingere a un mercato con una classe media in crescita e orientata al consumo di prodotti di qualità.

È quindi compito dell’Italia proporsi fra i principali attori della strategia europea, avanzando un piano volto allo sviluppo di partenariati industriali e commerciali, alla formazione tecnica e imprenditoriale e al finanziamento di PMI e start-up industriali.

Fonte: a cura di Exportiamo, Claudio Passalacqua, redazione@exportiamo.it

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