Nel 2017 secondo i dati elaborati da Nomisma le vendite di cibo biologico in Italia hanno toccato, soltanto nel mercato domestico, quota 3,5 miliardi di euro segnando un +15% rispetto al 2016 ed addirittura un +153% se si prende come riferimento cronologico il 2008. Dati che invitano a far riflettere le piccole e medie imprese del Belpaese.

In Italia il settore del biologico “tira”: questo è quello che emerge dai dati elaborati da Nomisma sulle vendite di cibo nella Penisola. In crescita anche il dato relativo al commercio estero che vede l’Italia come secondo esportatore mondiale di prodotti biologici dopo gli Stati Uniti: nel 2017 le vendite oltre i confini nazionali hanno raggiunto i 2 miliardi di euro con una crescita del +16% rispetto al 2016 e di un considerevole +408% nell’ultimo decennio.

A beneficiarne sono soprattutto le regioni del Sud con Sicilia (363.639 ettari), Puglia (255.831 ettari) e Calabria (204.428) che contribuiscono al 45% della produzione nazionale arrivata, nel 2017, a 1.800.000 ettari grazie ai 72.154 operatori specializzati nel settore.

Lo scorso anno secondo Coldiretti sei italiani su dieci hanno comprato con una discreta frequenza prodotti bio preferendo soprattutto conserve, ortaggi, uova, pasta, farine, vini e olio di oliva.

In Europa, primo mercato di destinazione per l’export italiano e secondo più importante del mondo dopo gli Stati Uniti, il consumo medio pro capite è stato di 60,5€ con in testa la Svizzera (274€ per capita) seguita da Danimarca (227€) e Svezia (197€).

Tra i principali competitor europei dell’Italia si segnalano la Spagna (2 milioni di ettari coltivati con prodotti biologici) e la Francia (1.5 milioni).

Quali saranno i trend?

Secondo uno studio condotto dall’Università Politecnica delle Marche in occasione del Biofach di Norimberga, gli italiani comprano cibo biologico principalmente nei supermercati (65%), direttamente dai produttori (19%) e nei negozi specializzati (14%).

Proprio nei supermercati il trend di crescita è notevole: nell’ultimo quinquennio la varietà di scelta è salita da 1.328 a 2.857 prodotti, mentre il giro d’affari è aumentato fino a 1,2 miliardi di euro nel 2017 contribuendo per il 3,5% delle vendite di generi alimentari nei supermarket.

Per quanto riguarda i prodotti più venduti troviamo le conserve e marmellate al primo posto (37% di quota di mercato), seguite da uova (18%) e farine (11%). Da sottolineare la forte crescita di altri prodotti come latte, pasta, olio di oliva, frutta secca, biscotti e yogurt.

In conclusione si segnalano i punti fondamentali della ricerca:

• Come nel 2016 il mercato del biologico ha dimostrato una crescita importante, sia per quanto riguarda il mercato domestico che l’export;
• La struttura del mercato sta gradualmente cambiando, con ipermercati e supermercati che sono sempre più aperti ad inserire nuovi prodotti biologici tra le proprie referenze;
• La coltivazione di prodotti biologici sta crescendo per alcuni tipi di prodotti (frutta e cereali in primis), ma non per ortaggi e colture industriali per cui sussiste ancora una certa dipendenza dall’import da altri Paesi;
• La conversione di terreni destinati ad agricoltura biologica sta aumentando considerevolmente rispetto al recente passato, ma sono necessarie ulteriori misure politiche di supporto alle aziende per soddisfare l’alta richiesta da parte dei consumatori.

Molto si sta facendo anche in tema di certificazioni e controllo della produzione, aspetti fondamentali per supportare le aziende agricole del Belpaese.

Secondo Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, “a questi dati eclatanti della crescita delle superfici coltivate a biologico in UE va aggiunto il fatto che il biologico è l’unico settore che sta contrastando la perdita di occupazione e di imprese nell’agricoltura europea, dunque è necessario che la discussione in corso sulla riforma della Politica agricola comune, la famosa PAC, tenga conto del ruolo strategico della conversione al biologico per l’agricoltura e i territori rurali di tutta Europa.

Insomma il biologico si conferma un mercato in grande crescita non solo in termini numerici ma anche di opportunità per le PMI italiane, vista la marcata tendenza a livello globale dei consumatori verso uno stile di vita sempre più “healthy”.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it

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