Gli Emirati Arabi sono uno dei nuovi poli economici del mondo. I settori in crescita sono molti e fra questi spiccano turismo, real estate e nuove tecnologie: tre dei principali comparti che spingono maggiormente lo sviluppo del Paese. In particolare nell’Emirato di Dubai le istituzioni locali hanno agito per favorire la creazione di un ambiente di business fra i più liberali ed attrattivi di tutta la regione. In quest’articolo analizziamo quali sono le procedure per aprire un’attività, le principali forme societarie e la ragioni per cui è consigliabile investire a Dubai.

Decidere di avviare un business in un Paese straniero non è una scelta semplice, soprattutto perché è necessario rapportarsi con una cultura ed una burocrazia differenti ma, in alcuni casi, il gioco vale la candela. Fra i Paesi con maggiore appeal per chi intende investire all’estero ci sono gli Emirati Arabi, di cui il più celebre è senza dubbio Dubai, che nel 2016 ha registrato una crescita reale del PIL pari al 2.9% rispetto al 2015, ed è prevista un’ulteriore crescita pari al 3.7% entro il 2019 (Dubai Economic Prospects 2017/2018).

Innanzitutto per avviare un’attività di business a Dubai è necessario ottenere una licenza specifica, che può essere di tre diverse tipologie:

- Commerciale: copre tutti i tipi di attività commerciale;
- Industriale: si usa per stabilire attività industriali o manifatturiere;
- Professionale: comprende diversi settori lavorativi che vanno dal lavoro prettamente artigianale a tutte le attività di servizio (es. attività di distribuzione, di trasporti di intermediazione, etc.), fino a quelle professionali (es. attività degli studi legali, medici, di architettura etc.).

Tali licenze sono rilasciate dal Dubai Department of Economic Development, eccetto le licenze per i business collegati al turismo che sono rilasciate dal Department of Tourism and Commerce Marketing.

Per alcune categorie di business è necessaria però l’approvazione preventiva di alcuni ministeri e di altre autorità federali fra cui la Banca Centrale dell’UAE, il Ministero dell’Economia e il Ministero della Salute. Procedure differenti e più dettagliate sono applicate a business relativi alla produzione di petrolio e gas ed alle industrie relative.

In generale, comunque, tutte le attività commerciali ed industriali a Dubai devono poi essere registrate presso la Camera di Commercio e dell’Industria.

Forme societarie

Prima del 1984 ogni emirato aveva procedure autonome per la costituzione di una società ma, successivamente, la legge federale n.8 del 1984 e la sua relativa modifica avvenuta con legge federale n.13 del 1988 – la c.d. ‘Legge delle Società Commerciali’ – hanno reso “obbligatorio che le società debbano essere interamente di proprietà di cittadini emiratini o che gli stessi cittadini debbano possederne almeno il 51% del capitale sociale, mentre il restante 49% può appartenere a soggetti stranieri”.

Tale legge prevede 7 categorie di strutture societarie utilizzabili negli UAE:

- General partnership (simile alla nostra Società in nome collettivo);
- Limited Partnership (simile alla nostra Società in accomandita semplice);
- Joint Participation (Joint venture);
- Public Joint Stock Company (simile alla nostra Società per Azioni pubblica);
- Private Joint Stock Company (simile alla nostra Società per Azioni privata);
- Partnership Limited with Share (simile alla nostra Società in Accomandita per azioni);
- Limited Liability Company (simile alla nostra Società a responsabilità limitata).

Differenze tra Free zones e Mainland

Nel 1990 negli Emirati Arabi Uniti sono state istituite le Free zones, aree nate per promuovere gli investimenti diretti esteri (IDE) che “esonerano” determinate aree dalla normativa domestica applicata nel resto del Paese (Mainland).

Le Free zones sono Zone Franche costituite appositamente per agevolare l’apertura o la delocalizzazione di società straniere. I vantaggi principali di operare all’interno di queste aree sono i seguenti:

- Possibilità di detenere il 100% delle quote societarie (non è dunque necessario avere un partner locale);
- Nessuna tassa sul reddito personale o sulle plusvalenze;
- Nessuna imposta sulle imprese e sul reddito personale garantite da 15 a 50 anni, a seconda della zona;
- Nessuna restrizione sui movimenti valutari;
- Possibilità di rimpatrio dei capitali investiti senza tassazione;
- Costituzione societaria più veloce.

Invece se si è intenzionati ad aprire una società in una Mainland è necessario dotarsi di un socio locale: se da una parte affiancarsi ad un partner locale può sembrare poco conveniente dall’altra si deve considerare che il socio emiratino potrebbe avere informazioni, network e conoscenze assai utili per lo sviluppo del business dell’azienda. Infine le quote e le modalità di collaborazione differiscono a seconda del tipo di società che si vuole costituire e dalla sua finalità.

Procedure per l’apertura di una società

La procedura da seguire per aprire una società in una Free zone di Dubai, ovvero l’opzione preferita da investitori ed imprenditori esteri, è la seguente:

- Presentare la domanda d’apertura indicando il nome della società al Ministero dello Sviluppo Economico (DED) per l’approvazione preliminare. È necessario specificare: nomi dei soci, tipologia d’attività, nome commerciale dell’attività;
- Richiedere l’approvazione preliminare da un notaio locale;
- Depositare il capitale sociale in una banca, dopodiché sarà possibile acquisire una licenza di commercio e il certificato di registrazione commerciale;
- Rivolgersi a un commercialista per la regolarizzazione della parte fiscale e la stesura del certificato da presentare al DED;
- Inviare i seguenti documenti al Registro di commercio: modulo di domanda, atto costitutivo, certificazione del commercialista, lettera di approvazione preliminare e lettera del Comitato DED delle società di capitali;
- Pagamento di 15.000 AED a titolo di tasse del Ministero dell’Economia;
- Presentare la domanda di licenza commerciale ed il modulo per il nome della società, sia in arabo che in inglese, alla Camera di Commercio di Dubai per ottenere la documentazione ed i visti necessari per l’apertura dell’azienda.

Perché conviene aprire una società a Dubai

Dubai gode di uno dei più alti redditi pro-capite al mondo, politiche statali che consentono il pieno rimpatrio del profitto e del capitale, nessuna imposta sul reddito, sulle plusvalenze e sui dividendi.

Non solo, anche il costo del lavoro è basso perché la tassazione sui dipendenti è zero: ciò significa che la cifra percepita in stipendio non ha ulteriori sovraccarichi, il che è un vantaggio sia per il datore di lavoro che per il lavoratore stesso.

Tuttavia, dal 1° gennaio 2018 gli Emirati Arabi hanno deciso di introdurre l’IVA viste le possibili ripercussioni economiche future per l’inevitabile fine del petrolio: si tratta ovviamente di un enorme cambiamento nel panorama economico e finanziario. L’imposta è fissata al 5% ma saranno esenti prodotti alimentari di base, istruzione e assistenza sanitaria.

Comunque oltre agli aspetti fiscali, gli investitori stranieri possono sfruttare anche altri vantaggi fra cui:

Posizione strategica: Dubai si trova esattamente nel punto d’incontro tra i mercati occidentali e quelli orientali. Si trova strategicamente al centro del Medioriente ed a sole tre ore di volo da un mercato, quello indiano, con 1,3 miliardi di potenziali consumatori.

Crescita del Medioriente: tutti gli Emirati stanno vivendo un periodo estremamente florido dal punto di vista economico e ciò sta moltiplicando le opportunità per investitori ed imprenditori.

Quelli sopraelencati sono solo alcuni aspetti importanti ma non gli unici per cui vale la pena spostare o aprire il proprio business a Dubai. In generale è facile prevedere che lo sviluppo di questo emirato continuerà a progredire anche nei prossimi anni e che questo diverrà uno dei principali poli finanziari e commerciali a livello globale. Soprattutto se si considera che Dubai ospiterà nel 2020 un evento internazionale di enorme portata, ovvero l’EXPO 2020, che porterà nel Paese oltre 20 milioni di visitatori.

Fonte: a cura di Exportiamo, Alessio Gambino, redazione@exportiamo.it

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