L’economia digitale rappresenta un importante fattore per la crescita e l’innovazione del tessuto imprenditoriale italiano. La terza edizione del Forum dell’Economia Digitale che si è appena conclusa è stata una preziosa occasione per tracciare un bilancio sull’attuale stato dell’arte ma anche per disegnare le direttrici di sviluppo futuro.

Nella new economy, le reti digitali e le infrastrutture di comunicazione forniscono una piattaforma globale grazie a cui le persone e le organizzazioni possono interagire, comunicare, collaborare, cercare informazioni e avviare strategie di vendita o di servizio.

Il fenomeno più importante è la sempre maggiore integrazione ed ibridazione tra digitale ed economia tradizionale, a tal punto da potere affermare che l’economia attuale non è soltanto globale ma è anche appunto, digitale.

Ogni impresa, quindi, è destinata a divenire una tech company: se finora c’è stata sempre una netta distinzione tra le imprese tecnologiche e quelle “tradizionali”, oggi grazie a strumenti come il data analytics e la diffusione di tecnologie hardware più economiche e compatte anche le cosiddette imprese tradizionali possono ottimizzare i propri processi e creare nuovo valore per i consumatori. Un esempio è la grande trasformazione in atto del sistema del retail in cui la digitalizzazione sta abilitando l’integrazione tra store online e negozio fisico. La valorizzazione dell’industria tradizionale passa, quindi, attraverso l’economia digitale, la nuova frontiera per chi vuole fare impresa e avere successo.

Forum dell’Economia Digitale

Di tutto ciò sono profondamente consapevoli Facebook Italia e Giovani Imprenditori di Confindustria, ideatori e realizzatori del Forum dell’Economia Digitale (FED), giunto ormai alla sua terza edizione svoltasi lo scorso 3 luglio. L’evento ha rappresentato un’opportunità per parlare dell’attuale peso dell’economia digitale, degli sviluppi futuri e delle opportunità che derivano dall’investire sulle competenze digitali.

Oltre 5 mila le persone presenti e più di 30 speaker tra manager, imprenditori, celebrities, giornalisti e esperti del settore, che hanno portato la loro esperienza evidenziando come bisognerebbe cogliere le sfide poste dal digital. Numeri che fanno comprendere quanto il tema sia caldo ma anche quanto sia necessario approfondirne la conoscenza per comprenderlo appieno e sfruttarne le potenzialità.

Nonostante gli innegabili progressi degli ultimi anni, l’Italia ha infatti accumulato un preoccupante ritardo rispetto ai Paesi più industrializzati, una distanza che contribuisce alla scarsa crescita dell’economia nazionale. Tale ritardo è dovuto principalmente a tre grandi fattori: un contesto normativo ed amministrativo poco favorevole, un gap infrastrutturale che determina un significativo divario digitale, una ritrosia culturale delle imprese (soprattutto le piccole e medie) a investire nelle tecnologie digital al fine di innovare i propri processi e prodotti.

Il Belpaese sta comunque vivendo una fase di lento recupero: negli ultimi cinque anni l’Italia ha visto un incremento del 18% delle imprese digitali e le imprese e-commerce hanno registrato un incremento del 95,4%, passando da 9.000 a 17.400 negli ultimi sei anni. Per il mercato Italiano si prospetta una crescita progressiva nei prossimi due anni con un incremento di fatturato pari a 3,8 miliardi di euro per un giro d’affari complessivo di 71,4 miliardi di euro.

D’altronde, ad investire sul digitale c’è tutto da guadagnare. Le testimonianze rese durante il Forum da imprenditori appartenenti ai settori più diversi – dalla radio al giornalismo, dalla meccatronica alla medicina, dall’industria tessile allo sport fino al coworking – - dimostrano infatti che chi ha deciso di cogliere la sfida del digitale è stato in grado non solo di sopravvivere ma addirittura di espandere il proprio business, raggiungendo un numero sempre maggiore di utenti.

Puntare sulle competenze

Il focus di questa edizione, dal titolo “The Future of Tomorrow”, sono state le competenze digitali, considerate come un asset strategico per le imprese italiane che vogliono cogliere il potenziale derivante dall’economia digitale permettendo inoltre al Paese di essere competitivo a livello internazionale.

Tra i dati più interessanti emersi durante il Forum vediamo come ad oggi il 70% delle piccole e medie imprese presenti su Facebook prediligano, in fase di assunzione, le competenze digitali rispetto alla scuola frequentata dal candidato, mentre sono 280mila le posizioni specializzate richieste dalle imprese che da qui a cinque anni non troveranno una copertura. Questo andamento si riflette anche sul mondo universitario che negli ultimi due anni accademici ha registrato un aumento del 6,8% del numero di iscritti a corsi dell’area digitale, contro il 2,8% dell’intera area scientifica.

A tal proposito, Luca Colombo, Country Director Facebook Italia, ha commentato: “È necessario uno sforzo congiunto di tutti – imprese, istituzioni e mondo della scuola – per investire nelle competenze digitali, indispensabili, oggi più che mai, per la crescita dell’intera società. I numeri impongono una forte accelerazione per formare figure specializzate e colmare il divario con gli altri Paesi”.

L’Italia ha agganciato il treno della digital transformation?

Alessio Rossi, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria afferma che già da tempo gli imprenditori Italiani hanno colto la sfida del digitale, grazie anche al piano industria 4.0, che ha riattivato gli investimenti e ammodernato il nostro sistema industriale ed i nostri processi produttivi, sostenendo inoltre che “Adesso è necessario sostenere questa strada lavorando sulle competenze digitali che sono il nuovo alfabeto dell’evoluzione e devono interessare tutti i settori di impresa.Il digitale è una enorme opportunità per le aziende, anche quelle della old economy. Infatti, ci impegniamo da sempre per promuovere la cultura del digitale e dell’innovazione in tutto il Paese, non solo verso gli imprenditori ma anche nelle istituzioni scolastiche per sensibilizzarle alla messa a punto di ITS e corsi universitari adeguati ai bisogni delle imprese”.

C’è bisogno, quindi, di un cambiamento culturale di imprese, istituzioni e risorse umane affinché quando si parli di economia digitale si possa far riferimento all’economia generale di un Paese in cui le nuove tecnologie non vengano viste come costi ma come investimenti per accrescere competitività e valore per i consumatori.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Emanuela Provenzano e Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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