È ormai nota agli operatori del commercio internazionale la notevole informatizzazione che sempre più sta caratterizzando (anche) il mondo doganale. In vista di una revisione del termine del periodo transitorio di convivenza paper-digital, con la modifica dell’art. 278 del codice doganale dell’Unione (CDU) e del rinvio della sua conclusione al 2025, ne analizziamo insieme obiettivi, portata e tempistiche.

Insieme alla semplificazione, l’informatizzazione rappresenta uno degli elementi caratterizzanti l’attuale CDU che, con l’intero customs law package, si colloca temporalmente a circa metà strada tra il punto di partenza di tale fenomeno e quello previsto come punto di arrivo.

Già nel luglio 2003, infatti, la Commissione europea lanciava la Comunicazione “Un ambiente semplificato e privo di supporti cartacei per le dogane e il commercio”: un atto (non il primissimo in assoluto) scaturito dalla maturata consapevolezza di dover rispondere ad un contesto economico globalizzato e sempre più rapido attraverso la semplificazione e razionalizzazione delle procedure e regole doganali, ma anche da una mutata sensibilità verso le minacce alla sicurezza connesse anche ai traffici commerciali. Nella ricerca di un equilibrio tra le due componenti – favorire la crescita e garantire sicurezza – il ricorso alle tecnologie informatiche, unitamente a nuovi criteri di gestione del rischio, è stata la risposta per affrontare una realtà da assecondare con disciplina. Ad ulteriore conferma della volontà di proseguire su questa strada, nel 2008 anche Parlamento europeo e Consiglio adottavano una decisione sulla “dogana elettronica”.

Nell’ottobre 2013 (senza che il codice doganale revisionato del 2008 avesse mai trovato effettiva applicazione) è stato adottato e pubblicato il nuovo codice doganale dell’Unione europea, formale e concreto strumento di governo ed attuazione del processo in atto. L’entrata in vigore, tuttavia, è avvenuta il solo 1° maggio 2016, in quanto condizionata all’emanazione di regolamenti complementari e attuativi contenenti disposizioni di implementazione degli aspetti informatici.

Complessivamente, il nuovo pacchetto legislativo ha fatto proprio il pluri-obiettivo di recepire una realtà esistente, regolamentare un processo in corso e guidare la transizione da un sistema basato prevalentemente sulla carta ad uno interamente digitalizzato. E così, da quasi tre anni, l’unione doganale, pilastro del mercato unico europeo, si muove su una base rinnovata e in costruzione: lo scambio e l’archiviazione di informazioni tra operatori economici ed autorità doganali e tra autorità doganali mediante procedimenti informatici (art. 6 CDU). In sostanza, atti, formalità e decisioni doganali transitano nel web. Ciò vale per le procedure dichiarative dei beni in entrata ed in uscita dall’unione doganale, così come per i procedimenti amministrativi connessi a regimi e procedure, con cui gli operatori presentano domande e le dogane assumono decisioni.

L’imponente opera di digitalizzazione sta avvenendo secondo un Piano Strategico pluriennale (Multi-annual strategic Plan) ed uno specifico Piano di lavoro (Work Programme) per lo sviluppo e l’utilizzazione dei sistemi elettronici, articolato in 17 Progetti con relativi timing di realizzazione, alcuni perfezionatisi, altri in via di definizione, altri ancora da completare. Il Work Programme ha il triplice obiettivo di definire i progetti e i sistemi informatici, assicurarne l’implementazione funzionale alla corretta applicazione della normativa doganale e governare il periodo transitorio in atto.

Inizialmente, si prevedeva di concludere l’intero processo entro il 2020. Tuttavia, sono stati constatati una crescente complessità di progettazione, impatti finanziari non preventivati, ritardi di implementazione dei sistemi informatici, al punto che la Commissione dovrebbe presentare una proposta di modifica dell’art. 278 CDU in questo primo trimestre 2019, da approvarsi entro l’anno.

In attesa di novità, anche per prendere familiarità con i cambiamenti in atto, va dato atto che molti dei progetti previsti hanno già trovato effettiva attuazione nei tempi stimati. Dal 2017, infatti, è attivo il Sistema REX. Gli operatori economici che intendano attestare l’origine preferenziale dei prodotti esportati in determinati Paesi devono richiedere apposita registrazione nel database UE. Nello stesso anno, il 1° ottobre, è stato avviato il Customs Decision System (CDS): attraverso un portale ad hoc (Trader Portal) e previo specifico accreditamento, gli operatori devono presentare domande per ottenere autorizzazioni doganali, dialogare con l’autorità durante l’istruttoria, ricevere la notifica delle decisioni, gestirne gli eventi successivi (modifiche, sospensioni, revoche). Oggi, si deve già ricorrere a tale modalità per vedersi autorizzare il ricorso a regimi doganali speciali (ad esempio, transito, deposito, perfezionamenti), ai connessi oneri (garanzie) o agevolazioni (riduzioni ed esoneri dalla garanzia). Gradualmente, tale sistema includerà altre agevolazioni (ad esempio è previsto per la domanda di AEO – Operatore economico autorizzato) od opportunità (ad es. Informazioni Tariffarie Vincolanti).

Altri progetti sono iniziati e potranno vedersi conclusi in tempo. Lo slittamento al 2025, che si sta rendendo necessario, riguarderà invece l’aggiornamento dei sistemi di controllo delle procedure doganali ovvero il sistema delle importazioni (ICS), il nuovo sistema di transito informatizzato (NCTS), il sistema automatizzato di esportazione (AES) e il sistema nazionale per le esportazioni. Infine il suddetto aggiornamento riguarderà anche tre nuovi sistemi progettati per attuare nuovi istituti del codice: lo sdoganamento centralizzato all’importazione (CCI), la prova della posizione doganale delle merci dell’Unione e la gestione delle garanzie (GUM).

Nell’attesa del completamento dei cambiamenti sopraelencati, si suggerisce di approfondire la conoscenza di quanto sta già avvenendo per essere preparati ad agire nel presente e più pronti a gestire le future novità.

Fonte: a cura di Exportiamo, Avv. Chiara Ciuccarelli , redazione@exportiamo.it

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