Nel corso della fiera Go International si sono alternati molteplici incontri di approfondimento sulle diverse tematiche che riguardano l’export. Tra questi, riportiamo l’intervento di Lucia Iannuzzi e Paolo Massari, consulenti doganali e co-fondatori di C-Trade e Overy.

“A chi vi dice che esportare è semplice, che basta spedire la merce e fare fattura, non credete. Non è sempre vero”, afferma Paolo Massari, consulente doganale con esperienza ventennale, co-fondatore di C-Trade al tavolo del workshop dal titolo Compliance doganale: import/export in parole semplici presso la fiera dell’export Go International che si è chiusa ieri 5 ottobre al Palazzo delle Stelline di Milano.

“Se esporto, devo guardare a cosa sto esportando ma soprattutto al Paese di destino. Così come ho bisogno di studiarlo per capire qual è il mercato della mia merce in quel Paese, devo studiare come la stessa viene considerata e tassata nel mercato di destinazione. E bisogna farlo prima di esportare, per non rischiare di praticare politiche di prezzo non adeguate, di trovarsi a pagare un dazio più alto del guadagno, in caso di sdoganamento a destino a nostro carico o con la merce ferma in dogana per molto tempo, ritardando così l’intera supply chain e l’arrivo del prodotto nel mercato di destinazione”, conclude Massari. 

In un momento di instabilità nazionale e internazionale, con aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime, rivolgersi a mercati esteri in molti casi è la risposta. Diversificare i mercati di vendita ed approvvigionamento, per non trovarsi nella situazione di non avere più rifornimenti o di non avere più un mercato di destinazione dei propri prodotti. Ma per farlo, è necessario non sottovalutare nessun aspetto, conoscere cosa c’è dietro i processi di importazione ed esportazione per non farsi trovare impreparati di fronte all’imprevisto.

“Ognuno di voi importa o esporta” si rivolge così al pubblico della fiera, Lucia Iannuzzi, co-fondatrice insieme a Massari di C-Trade e relatrice anche lei del workshop sulla compliance doganale spiegata semplice. “Tutti vi dicono come importare ed esportare, nessuno vi dice cosa c’è dietro”. Questo il focus del workshop tenuto dai due consulenti: andare oltre lo specchio e mostrare agli imprenditori quanto sia importante creare una cultura doganale in azienda per prevenire rischi e perdite. “Per tutti la dogana è un problema, molti invece non sanno che uno degli obiettivi del codice doganale è la semplificazione, minimizzare i processi, digitalizzare i documenti, tutto per andare incontro alle esigenze di velocità e ottimizzazione delle aziende, per adattarsi ai cambiamenti del nostro tempo”, affermano Iannuzzi e Massari. Ma non tutte le aziende sono pronte a questo cambiamento proprio perché pensano di doversi occupare della dogana quando si presenta un problema, non sapendo invece che il problema si può prevenire e che, attraverso una più accurata pianificazione doganale, si può trasformare la dogana in una opportunità di business.

Nel corso del workshop, i due consulenti spiegano che per sdoganare una merce bisogna dare mandato, bisogna classificare la merce e individuarne l’origine, analizzare la fattibilità e gestire il rischio preventivamente, scegliere il regime di immissione sul mercato, trasmettere la dichiarazione e interscambiare i dati in modo telematico, infine effettuare la registrazione contabile. Per tutta questa trafila la responsabilità di un errore rimane all’azienda, anche se questa si avvale di operatori esterni e spedizionieri. Anzi, più sono gli attori più il rischio di errore è alto: ecco perché è importante dare dignità aziendale alla dogana.

Con numeri che vedono l’export italiano, infatti, tra i capisaldi dell’economia del nostro Paese, rappresentando il 32% del PIL, con un deficit energetico compensato dall’interscambio elevato di prodotti non energetici, per ogni azienda che sta pensando all’export o ad approdare in nuovi Paesi si pone la sfida dell’efficienza. Agire d’anticipo significa non mettersi ancora più in difficoltà di quanto la situazione attuale già ci pone.

Eventi come la fiera Go International, che ha visto 2000 aziende registrate all’evento, 50 espositori e 30 momenti di formazione, confermano l’interesse ed il movimento internazionale nei confronti dei prodotti italiani, incoraggiando le aziende a seguire il cambiamento (export di energia in netto calo a fronte di una crescita di esportazione di prodotti non energetici) per non restare indietro.

Per maggiori informazioni potete contattare ad contattaci@c-trade.it oppure potete visitare il sito C-Trade.

Fonte: a cura della redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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