l mese di aprile 2025 si chiude con un bilancio contrastante per l’interscambio commerciale dell’Italia con i Paesi extra Unione Europea. Secondo quanto riportato dall’Istat, si registra un netto rallentamento delle esportazioni, in calo sia su base mensile che annua, mentre le importazioni risultano in crescita, sostenute in particolare dai beni di consumo non durevoli.

Export in calo: pesa la flessione dei beni strumentali

Le esportazioni italiane verso i mercati extra UE subiscono ad aprile una diminuzione congiunturale del 7,5% rispetto a marzo. A incidere maggiormente su questo risultato è la marcata contrazione delle vendite di beni strumentali (-17,4%), che da soli spiegano gran parte della performance negativa. Flessioni si rilevano anche per i beni di consumo non durevoli (-5,3%) e i beni intermedi (-1,6%). A sorpresa, invece, crescono le esportazioni di energia (+11,3%) e di beni di consumo durevoli (+6,3%), quest’ultimi spesso legati a settori come l’arredamento e l’elettronica.

Su base tendenziale, ovvero rispetto ad aprile 2024, l’export extra UE segna un -2,1%, un’inversione di tendenza dopo il +8,2% registrato a marzo. Anche in questo caso, pesano le performance negative di beni di consumo durevoli (-16,4%), beni strumentali (-11,9%) ed energia (-5,7%), parzialmente compensate dai buoni risultati dei beni intermedi (+7,3%) e dei beni di consumo non durevoli (+6,5%).

Import in crescita: trainano i beni per il consumo

Lato importazioni, il mese di aprile fa segnare un aumento dell’1,6% su marzo, confermando un trend positivo già rilevato nel trimestre. A guidare l’incremento sono soprattutto gli acquisti di beni di consumo non durevoli (+9,4%), come alimentari, farmaceutici e prodotti per la casa, e di energia (+5,1%).

Il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente evidenzia un’espansione ancora più marcata: +11,4% su aprile 2024, grazie all’exploit dei beni di consumo non durevoli, che crescono del 61,1% su base annua.

Saldo commerciale in contrazione

Il saldo commerciale dell’Italia con i Paesi extra UE, seppur ancora positivo, si restringe notevolmente: si passa dai 5,036 miliardi di euro di aprile 2024 agli attuali 2,178 miliardi. Il deficit energetico rimane significativo (-4,195 miliardi), mentre l’avanzo nei prodotti non energetici si riduce da 9,317 a 6,373 miliardi.

Analisi trimestrale: crescita moderata ma stabile

Nel trimestre febbraio-aprile 2025, le esportazioni verso i Paesi extra UE crescono nel complesso del 2,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Si distinguono le performance dei beni di consumo non durevoli (+7,1%), dei beni strumentali (+3,1%) e dei beni intermedi (+1,9%). Nello stesso periodo, anche le importazioni crescono, con un +2,7%, trainate dai beni di consumo non durevoli (+16,6%).

Focus geografico: Svizzera e OPEC in crescita, male Regno Unito e Cina

Nel dettaglio per Paese, ad aprile le esportazioni italiane diminuiscono in modo rilevante verso il Regno Unito (-20,3%) e la Turchia (-18,8%), e calano anche verso Cina (-8,6%), Giappone (-4,0%) e Stati Uniti (-1,9%). In controtendenza si segnalano invece gli incrementi verso la Svizzera (+18,8%), i Paesi OPEC (+7,9%), il MERCOSUR (+5,9%) e l’ASEAN (+5,2%).

Sul fronte importazioni, si registrano aumenti importanti dagli Stati Uniti (+60,8%), dalla Cina (+40,1%) e dalla Turchia (+20,0%), mentre si contraggono gli acquisti da India (-27,6%) e Paesi OPEC (-22,5%).

Una precisazione metodologica: l’impatto dei mezzi navali

L’Istat segnala che la forte variazione negativa dell’export di aprile è condizionata da operazioni straordinarie relative a mezzi di navigazione marittima, contabilizzate a marzo 2025 e ad aprile 2024. Al netto di queste vendite eccezionali, la flessione congiunturale sarebbe stata molto più contenuta (-3,3%) e si sarebbe addirittura osservata una crescita tendenziale dello 0,5%.

Gennaio – Aprile 2025: saldo in calo, export positivo

Nel complesso, nei primi quattro mesi del 2025, l’export italiano verso i Paesi extra UE risulta in leggera crescita tendenziale (+1,9%), che diventa +2,7% se si esclude il comparto energia. Tuttavia, il saldo commerciale si riduce a +13,5 miliardi, rispetto ai +20,7 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024.

Considerazioni finali

I dati di aprile 2025 delineano un quadro misto per il commercio estero italiano: se da un lato la domanda interna resta vivace (come evidenziato dall’aumento delle importazioni), dall’altro le esportazioni mostrano segnali di fragilità, specie in settori chiave come quello dei beni strumentali.

Per le imprese esportatrici italiane, e in particolare per le PMI, diventa cruciale monitorare con attenzione i mercati più volatili, differenziare le destinazioni commerciali e puntare su filiere ad alto valore aggiunto. In questo contesto, il supporto pubblico e strumenti come i fondi per l’internazionalizzazione (es. SIMEST) possono rappresentare leve importanti per affrontare la complessità dei mercati extra UE.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it  -  Autore Alessio Gambino

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