La Russia rappresenta una delle realtà economiche più promettenti e più remunerative per numerosi comparti industriali italiani: i flussi commerciali, gli investimenti e il forte richiamo per il “Made in Italy”, hanno portato la Russia a divenire trai i più importanti partner commerciali del Bel Paese.  

Secondo i dati diffusi da SACE e relativi al 2013, quello russo é stato l’ottavo mercato per volumi di esportazioni italiane ed il primo tra i paesi del BRIC. Nel complesso l’ammontare totale di beni scambiati tra Italia e Russia é stato superiore a 30 miliardi di euro, di cui le esportazioni ammontano a 10,8 miliardi (+9% rispetto al 2012).

Grafico1. L’export italiano in Russia per settori nel 2013.

 Fonte: rielaborazione a cura di Exportiamo su dati SACE.

Come si può notare dal Grafico l’export italiano verso la Russia riguarda prevalentemente la meccanica strumentale (23%) che supera, di poco, il comparto della moda (20%). A seguire i settori tipici dei beni di consumo made in Italy: mobili e altri manufatti (7,7%), autoveicoli  e altri mezzi di trasporto (6,4%) metallurgia e prodotti in metallo (6,1), apparecchi elettrici (5,7), prodotti chimici (4,9), prodotti alimentari (4,6), gomma e plastica (4,5). 

L’Italia é il terzo partner commerciale effettivo della Russia (dopo Cina e Germania) e le imprese italiane presenti oggi in Russia sono 486, ma potrebbero essere molte di più se si riuscissero a superare le barriere di ingresso al mercato russo. 

Nel primo trimestre 2014 i rapporti commerciali tra i due Paesi hanno registrato un incremento del 10% nonostante le gravi difficoltà dell’economia italiana e il preoccupante rallentamento della crescita economica della Russia, aggravata dal divampare della crisi Ucraina. Tale ultima situazione, secondo molti analisti, potrebbe provocare una grave recessione, nonché una rapida ascesa dell’inflazione aggravando dunque la situazione economica russa. Ad oggi, nonostante le notevoli potenzialità offerte dal Paese, le imprese che intendono insediarsi in Russia incontrano molti ostacoli quali ad esempio: normative protezionistiche che limitano gli investimenti in determinati settori economici, inefficienza dell’apparato amministrativo-burocratico, bassa tutela della proprietà intellettuale e contraffazione. Di contro l’economia russa, di matrice puramente sovietica, ha da sempre attuato politiche restrittive, allo scopo di limitare le importazioni provenienti dai Paesi esterni e favorire, attraverso l’erogazione di sussidi, lo sviluppo delle imprese locali. 

Ma alcune cose stanno cambiando, infatti, l’anno 2014, dovrebbe essere l’anno del ‘corridoio verde’ delle dogane:  l’obiettivo é rendere più semplice il passaggio delle merci in dogana e facilitare quindi l’interscambio abbattendo le difficoltà in materia di permessi, certificazioni e licenze permettendo altresì un più rapido ed efficace scambio di dati tra i Paesi dell’UE e Mosca ed in particolare tra l’agenzia delle Dogane italiana e il Servizio doganale federale russo, con un netto miglioramento delle procedure e conseguente riduzione dei tempi e dei costi di sdoganamento. 

L’istituzione del ‘corridoio verde’ e l’allentamento del tensioni Internazionali, provocate dalla crisi Ucraina, potranno costituire una rapida svolta verso una maggiore integrazione tra l’economia del Bel Paese e quella russa.

 

Fonte: rielaborazione dati da CorriereEconomia

 

 

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