Mentre il governo italiano é impegnato in questi giorni a trattare “epistolarmente” la legge di stabilità con il finlandese Jyrki Katainen, attuale Commissario europeo agli Affari Economici e Monetari, ma anche futuro Vicepresidente per il Lavoro, la Crescita, gli Investimenti e la Competitività, lo scorso 22 ottobre il Parlamento Europeo ha dato il via libera alla nuova Commissione Europea guidata dal leader del Partito Popolare Europeo (PPE) Jean-Claude Juncker - 59 anni, lussemburghese ex Primo Ministro (1998-2013) e già Presidente dell’Eurogruppo (2005-2012) - con 423 voti favorevoli, 209 contrari e 67 astenuti.

Giusto per avere un termine di paragone, il “via libera” dell’assemblea continentale alle ultime due Commissioni a guida Barroso si era sostanziato in 449 voti favorevoli, 149 contrari e 82 astenuti nel 2004 e 488 favorevoli, 137 contrari e 72 astenuti nel 2010: erano altri tempi, c’erano altre maggioranze pensabili e possibili ma soprattutto gli euroscettici non erano così numerosi a Bruxelles come nell’ultima tornata elettorale con i risultati importanti dello UK Indipendent Party - UKIP di Nigel Farage (24 Eurodeputati) alleato al Parlamento Europeo del nostrano Movimento 5 Stelle (17 Eurodeputati) nel nuovo gruppo Europe of Freedom and Direct Democracy  (EFDD)  o il successo del Front National di Marine Le Pen (23 Eurodeputati) in Francia.

I risultati del voto europeo dello scorso maggio hanno visto comunque il PPE ottenere la maggioranza relativa dei seggi al Parlamento Europeo (221 Eurodeputati).

Dopo un’estate di trattative, partita con la designazione lo scorso 15 luglio del candidato Presidente popolare alla guida della Commissione, la squadra si é finalmente compattata lo scorso 10 settembre a disposizione per le audizioni parlamentari dei membri commissari designati e, dopo il voto del 22 ottobre, il 1° novembre entrerà in carica.

Tra perplessità, bocciature e innovazioni

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Le audizioni dei membri designati da parte delle Commissioni parlamentari non sono state esenti dal riservare sorprese come la clamorosa bocciatura dell’ex-Primo Ministro sloveno Alenka Bratuò�ek, liberale, protagonista lo scorso anno con l’allora Premier Enrico Letta di un importante Business Forum Italo-Sloveno a Palazzo Mezzanotte.

La Bratuò�ek era stata designata da Juncker Vice Presidente per l’Unione dell’Energia con un ruolo di coordinamento insieme agli altri commissari competenti (Energia e Clima e Ambiente, Affari Marittimi e Pesca) all’interno di quelli definiti dallo stesso Juncker Project-Team. Per l’ex-premier sloveno c’é stata una sfiducia ad personam da parte delle Commissioni riunite Ambiente e Industria, Ricerca, Energia con 113 voti contrari, 12 favorevoli e 2 astenuti. Il suo posto é stato preso da Maroò� é�ef?ovi?, slovacco, Commissario uscente per le Relazioni Inter-istituzionali e l’Amministrazione, promosso Vice Presidente in luogo della nomina iniziale a Commissario designato ai Trasporti, ruolo nel quale é stato sostituito da Violeta Bulc, imprenditrice slovena, già Vice Primo Ministro e Ministro per lo Sviluppo, i Progetti Strategici e la Coesione.

Lo stesso Commissario designato per l’Energia e il Clima, il popolare spagnolo Miguel Arias Caò�ete, ha avuto qualche difficoltà principalmente per le critiche ricevute dagli esponenti “rossi” e “verdi” del Parlamento Europeo in merito ad interessi suoi e dei suoi familiari in campo agricolo e energetico.

Così come per l’ungherese Tibor Navracsics, popolare, Commissario designato per Educazione, Cultura, Giovani e Cittadinanza in merito a quest’ultima delega é stata sollevata qualche critica da parte della Commissione Cultura e l’impasse é stata superata accorpando la Cittadinanza alle competenze del Commissario per le Migrazioni e gli Affari Interni, il greco, popolare, Dimitris Avramopoulos.

Sicuramente avrà un ruolo di primo piano e noi speriamo all’altezza del compito affidatole la nostra Federica Mogherini, designata Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e Vice Presidente come previsto dal Trattato di Lisbona. Il suo ruolo sarà cruciale nel riuscire a saper cucire una politica estera realmente comune e realmente europea in grado di affrontare le gravi crisi internazionali che minacciano il nostro continente, come ha sottolineato lo stesso neo-Presidente durante il suo intervento:

“Dall’Ucraina alla Siria, dal Medio Oriente al Nord Africa, nel nostro vicinato regnano la fragilità e l’instabilità. Gli immigrati che approdano a frotte alle frontiere esterne dell’Europa in cerca di un futuro migliore ci rimandano al dovere di conciliare questa richiesta di solidarietà con l’esigenza di garantire frontiere sicure. Non possiamo né vogliamo insabbiare problemi che stanno diventando impellenti. Insisto: il momento é giunto di passare all’azione. Permettetemi di affermare oggi, chiaro e forte, davanti a questa assemblea, che i problemi dell’Europa non possono più aspettare.”

Un altro ruolo chiave sarà quello del Primo Vice Presidente, l’olandese Frans Timmermans, socialista democratico, già Ministro degli Esteri olandese che sarà il braccio destro del presidente. A lui sarà affidato il ruolo di supervisionare il miglioramento della legislazione e le relazioni interistituzionali per garantire che ogni proposta della Commissione sia necessaria e che i suoi scopi non possano essere conseguiti meglio dagli Stati membri. Sarà inoltre il custode della Carta dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto in tutte le attività della Commissione. A queste competenze iniziali - dopo le audizioni parlamentari - é stata aggiunta anche la competenza sullo Sviluppo Sostenibile, altra “tematica orizzontale” importante nella visione di Juncker.

 

La polacca El?bieta Bie?kowska, popolare avrà in mano le questioni relative a Mercato Interno, Industria, Imprenditoria, PMI e Spazio e quindi sarà suo il compito di garantire alle PMI europee, ovvero l’ossatura produttiva del continente, un ambiente economico competitivo e propositivo in grado di far ripartire l’industria europea.

 

La Commissione Juncker é la prima eletta secondo le regole previste dall’articolo 17 del Trattato di Lisbona, espressione del voto popolare dei cittadini europei e non solo dei governi. 

Tra le novità introdotte c’é l’istituzione del portafoglio per la Politica Europea di Vicinato e i Negoziati di Allargamento che verrà affidato all’austriaco Johannes Hahn, popolare che vuole porre l’attenzione sul potenziamento della politica di vicinato e sul proseguimento dei negoziati di allargamento anche se come già indicato da Juncker nei suoi orientamenti politici, non sono previsti nuovi allargamenti nei prossimi 5 anni.

Il nuovo portafoglio Stabilità finanziaria, Servizi Finanziari e Unione dei Mercati dei Capitali riunirà invece le competenze e le responsabilità esistenti in una nuova Direzione Generale e garantirà un ruolo attivo della Commissione nell’attuare la nuova disciplina di vigilanza e di risoluzione nel settore bancario. Il responsabile sarà l’inglese Jonathan Hill, unico esponente all’interno della Commissione del Gruppo dei Conservatori Riformisti Europei (ECR) che possono contare su 70 europarlamentari.

A livello politico la Commissione riflette infatti nella sua composizione l’alleanza tra popolari (14 commissari), socialisti democratici (8 commissari), liberali (5 commissari) e il supporto dei conservatori riformisti (1 commissario) anche se il “via libera” del Parlamento Europeo ha messo in evidenza la presenza di qualche “franco tiratore” anche in Europa.

Verso una vera Europa?

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La Commissione Juncker conta tra i suoi membri 4 ex Primi Ministri, 5 Vice Premier, 19 ex Ministri, 7 Commissari confermati e 8 ex Eurodeputati e secondo il suo presidente dispone delle competenze necessarie per affrontare le sfide economiche e geopolitiche che l’Europa si trova attualmente ad affrontare con un adeguato equilibrio tra generi, affiliazioni politiche e competenze anche se a malincuore, lo stesso Juncker, ha pubblicamente affermato che la presenza di 9 commissari donna (3 Vice Presidenti) su 28 é un dato “patetico” ma deve considerarsi un risultato ragguardevole viste le lotte che ha dovuto sostenere con gli Stati membri.

L’invito di Juncker al Parlamento Europeo é stato quello di “rimettere in moto l’Europa”, specificando che per natura, composizione e dinamica la sua sarà una “Commissione molto politica” e che la nuova struttura proposta favorirà, con i 6 Vice Presidenti a capo dei Team Project, “il coordinamento, l’inclusione e l’organizzazione delle idee” in un momento critico per l’Europa in cui é necessario dare nuovo slancio al progetto europeo per riconquistare la fiducia dei cittadini sempre più sensibili a tensioni e derive demagogiche e populiste.

Juncker ha subito confermato il suo impegno sinallagmatico al sostegno del Parlamento Europeo di voler presentare entro Natale l’ambizioso pacchetto di misure per l’occupazione, la crescita e la competitività di 300 miliardi di euro per rimettere in moto l’economia europea, pur ricordando che:

“Le regole del patto di stabilità non saranno modificate ma saranno attuate con il grado di flessibilità consentito dai trattati.”

Il ruolo degli investimenti sarà fondamentale e duole constatare che dall’ultimo picco del 2007 questi in Europa sono calati di quasi 500 milioni di euro, il 20% in meno di dieci anni e, oltre alla misura già citata, sarà necessario, secondo Juncker, agire in maniera equa e paritaria nei confronti di tutti gli stati membri rafforzando gli altri due pilastri fondamentali: la credibilità di bilancio e le riforme strutturali.

L’accento é stato posto anche su altre questioni fondamentali per la crescita europea come quella di rendere effettivo il Mercato Unico Digitale Europeo, delega affidata con il grado di Vice Presidente all’ex Primo Ministro estone, il liberale Andrus Ansip e la pragmatica consapevolezza che per essere realmente competitivi l’Europa dovrà essere in grado di realizzare l’Unione dell’Energia.  

Su una questione invece Juncker é stato deciso e abbastanza risolutivo già in partenza.

In merito ai negoziati relativi alla stipula del Trattato sul Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti (TTIP) e all’acceso dibattito sulla Composizione delle Controversie Investitori-Stato (ISDS) Juncker ha fin dal primo momento affermato che la sua squadra: “non permetterà che regimi speciali sulle controversie tra investitori e Stato limitino le competenze dei giudici degli Stati membri e che il TTIP non conterrà nessuna clausola sulle controversie investitori-Stato senza l’accordo di Frans Timmermans.” pur ribadendo che: “con il sostegno di questa assemblea, potremo negoziare un ambizioso accordo commerciale con gli Stati Uniti, che rispetti a pieno gli interessi europei e lo Stato di diritto.”

In sostanza la nuova Commissione nei prossimi anni si troverà ad affrontare questioni che potrebbero essere definitivamente decisive per le sorti del progetto politico dell’Unione Europea, la squadra si dice pronta! Seguiremo lo schieramento, la strategia di gioco e osserveremo i risultati.

Il ruolo del nostro Paese - sia per la presenza in una posizione chiave della Mogherini che per l’attenzione posta dal Premier Renzi in diverse sedi sull’inversione di tendenza in Europa - é esplicito, in quanto i conti devono essere in ordine e la gente non può continuare a subire anni di crisi e recessione senza fine sulla propria pelle.

Occorre precisare, a scanso di equivoci, che alcune criticità sono tipicamente italiane e “i panni sporchi si lavano in famiglia” ma é innegabile la ragionevolezza della posizione del Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan che - nello scambio epistolare con la Commissione uscente - ha ribadito il fatto che l’Italia non può andare incontro al quarto anno di recessione consecutiva, così come anche la Francia, ammette i propri limiti sul piano del risanamento e li definisce anche “politicamente” invalicabili.

Certo a Berlino qualcuno non condivide sicuramente appieno questa visione…..

Al nuovo Presidente Juncker sicuramente non mancano doti politiche ed esperienza per mediare e cercare di trovare una sintesi politica in grado di affermare finalmente una nuova Europa.

Come sempre ai posteri l’ardua sentenza ma già il primo passo previsto entro Natale sarà indicativo delle reali intenzioni e delle reali capacità del nuovo esecutivo europeo.  

La squadra al completo

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it 

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