Iowa: nel Midwest profondo convivono tradizione e cambiamento

Iowa: nel Midwest profondo convivono tradizione e cambiamento

11 Febbraio 2016 Categoria: Focus Paese Paese:  USA

E pluribus unum” è qui l’essenza degli Stati Uniti d’America dagli albori, della sfida delle colonie alla madre patria, fino ad arrivare ad oggi e all’eccezionalità degli States sul piano sociale, politico ed economico: un’unione di realtà profondamente diverse tra loro che trovano ragione, coerenza ed equilibrio proprio nella loro eterogeneità e a volte l’armonia nella contraddizione, per quanto possa sembrare paradossale.

La corsa per le presidenziali americane ogni 4 anni, fa scoprire al mondo queste parti che formano il tutto con i media mondiali monopolizzati e congestionati dall’attenzione su realtà già pronte a tornare nel dimenticatoio per i prossimi quattro anni una volta espresso il proprio verdetto.

L’Iowa è dove inizia la corsa per le presidenziali e anche il nostro viaggio, un piccolo stato del Midwest di 3,1 milioni di abitanti - stando agli ultimi dati disponibili del 2014 - terra di farm e ranch, dove si contano otto maiali per abitante.

Uno Stato in cui i colonizzatori sono arrivati da più parti – francesi, spagnoli e anche tedeschi – ognuno con le proprie peculiarità, ma tutti dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento ed è qui che si conta il maggior numero di allevatori di suini e produttori di grano di tutti gli Stati Uniti.

A Chicago - hub di riferimento per chi abita le lande dell’Iowa - c’è chi dice che la cosa più divertente laggiù sia guardare crescere il mais, proprio perché l’Iowa ha sempre rappresentato il cuore della produzione alimentare degli Stati Uniti, accrescendo nel tempo il suo ruolo di produttore a livello mondiale.

E’ la stessa economia locale a trarre benefici dal commercio, contribuendo con oltre il 22% sul dato occupazionale, mentre ben il 25% degli occupati nella manifattura dipendono dalle esportazioni e nel 2013 erano oltre 50.000 i lavoratori impiegati in società a capitale per oltre la metà straniero, a dimostrazione dell’interesse degli investitori internazionali per questa realtà.

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Nel 2014 le esportazioni dell’Iowa in valore sono state a pari a 15,1 miliardi di dollari, mentre i principali mercati di destinazione sono stati Canada (4,6 miliardi), Messico (2,3 miliardi), Cina (943 milioni) e Brasile (502 milioni). Le imprese coinvolte nelle attività internazionali sono state circa 3.500, la cui quasi totalità (83%) è rappresentata da PMI inferiori ai 500 dipendenti.

E’ qui negli Stati del Midwest che si eprime la profonda identità americana, quella che in primis deve accettare il cambiamento e renderlo tale, elevandolo a convinzione per l’intero popolo americano ed evitando che rimanga una moda buona solo per le due coste.

Già perché come ha recentemente dichiarato in piena corsa elettorale il senatore democratico Daryl Beall, rivendica la genuinità dello spirito del Midwest ricordando come:

“Siamo conservatori, ma non reazionari. Siamo stati i primi ad accettare uno studente nero all’università e abbiamo rifiutato la segregazione razziale nelle scuole 100 anni prima del governo federale. La prima donna avvocato degli Stati Uniti ha esercitato qui.”

Il territorio dell’Iowa è ricco di risorse minerarie (calcare, sabbia, ghiaia, gesso e carbone) ma come visto la voce più significativa dell’economia è rappresentata dall’agricoltura che pesa per il 5% del PIL statale e i terreni coltivati (mais, fieno, avena, barbabietola da zucchero, grano e frutta) occupano il 75% della superficie dello stato mentre come accennato l’altra risorsa fondamentale sono gli allevamenti di suini e di bovini, mentre la silvicoltura - soprattutto legname per costruzioni ed ebanisteria - e la pesca hanno un’importanza minore.

La fertilità dei territorti dell’Iowa nasce dal più alto livello di concentrazione media di radon di tutti gli Stati Uniti, unito al grande apporto di minerali e al territorio pianeggiante con la presenza di zone collinari, ne favoriscono la coltivazione, mentre il clima è continentale con forti punte massime sia di caldo che di freddo e piogge frequenti nel periodo invernale.

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Tra i principali prodotti industriali troviamo invece la produzione di macchinari, attrezzature elettroniche e mangime per il bestiame e un certo rilievo assume il comparto alimentare, ma la storia ci ricorda anche che qui fu costruito il primo calcolatore elettronico della storia nel 1939 all’università di “Atanasoff Berry Computer”, che però non è considerato il capostipite dei moderni computer, per la mancanza di memoria.

L’Iowa però è anche innovazione e facilità per fare business con uno dei più bassi costi per le imprese che vi operano, potendo contare su una forza lavoro competente e su una legislazione sul lavoro ed un clima economico dinamico e flessibile che favorisce l’installazione di nuovi insediamenti produttivi.

Andando oltre le distese di granoturco, gli allevamenti e le industrie tradizionali, negli ultimi anni anche grazie ad un’attenta politica di incentivi e di investimenti, l’Iowa si è affermato come pioniere nel settore delle energie rinnovabili e come primo stato nella nazione per generazione eolica e lo sviluppo dell’intera filiera legata alla generazione dell’energia dal vento, un ulteriore asset che si aggiunge a comprovati vantaggi logistici e strategici da ricercare nell’efficiente e capillare rete di autostrade interstatali, nei recenti investimenti nelle infrastrutture ferroviarie, che garantiscono costi competitivi in termini di scelte di trasporto ed accesso ai mercati, come dimostra la scelta di molte aziende che vi si installano proprio in ragione dei costi significativamente inferiori rispetto ad altre realtà degli States.

Provare per credere insomma come ha fatto la Sacmi Imola, leader mondiale nella produzione di macchinari per ceramiche e materiali plastici destinati a beverage, packaging ed alimenti che ha colto già da molti anni le opportunità offerte dal Midwest. Nel 1994 è stata infatti creata la Sacmi USA ed è stato avviato lo stabilimento di Des Moines, la capitale dell’Iowa, ingrandito nel 2003 fino a raggiungere gli oltre 80.000 mq ed ospitare tutte le attività negli Stati Uniti: un piccolo e significativo esempio di come le nostre PMI come sempre in giro per il mondo riescono ad affermarsi anche in realtà poco note o pubblicizzate.

L’opportunità della ribalta mediatica di cui godranno – cronometro alla mano – le diverse realtà statunitensi durante la corsa elettorale per la Casa Bianca, è certamente un’occasione per approfondire la conoscenza nello specifico di nuovi mercati di potenziale sbocco per i prodotti e gli investimenti italiani negli Stati Uniti.

E’ la conoscenza diretta e specialistica delle diverse realtà a garantire una più chiara definizione delle opportunità offerte nella complessità del mercato a stelle strisce, senza dimenticare - come è evidente - che il sogno americano attraversa e anima un continente intero.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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