1) Da dove nasce l’idea di FILO e qual è il bisogno che intendete soddisfare con la vostra applicazione?

L’ idea di Filo è nata durante InnovAction Lab 2014, un percorso che insegna a partecipanti selezionati le basi per costruire la propria startup, un modello di business sostenibile e come presentare il tutto ad una platea di investitori professionisti. Nello specifico l’idea di Filo è nata quando, Giorgio Sadolfo, CEO di Filo, ha raccontato al futuro team uno spiacevole episodio fortunatamente finito bene: al mare ha rischiato di perdere la figlia di 2 anni. Dopo essersi girato per riporre il suo smartphone nel marsupio, la piccola Angelica sembrava sparita. Da lì l’esigenza: quanto è utile un device che ci aiuti ad avere sempre accanto ciò che per noi è importante? Il problema che vogliamo risolvere con Filo è proprio questo: aiutare le persone ad avere accanto tutto ciò che per loro è importante e per farlo siamo partiti dagli oggetti più comuni e che perdiamo o dimentichiamo continuamente, come le chiavi o il portafogli.

2) Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Il nostro team è formato da 5 founders più 8 persone che si sono aggiunte in questi primi (quasi) 2 anni di attività. Abbiamo la fortuna di avere un team con competenze eterogenee e questo ci aiuta ad essere competitivi su tutti i fronti: lo sviluppo software, marketing, vendite e design. Anche se il nostro è un progetto molto tecnico e che richiede necessariamente il coinvolgimento di persone che comprendano la complessità del lavorare su un prodotto hardware, non possiamo classificare le competenze in una scala di utilità: tutti i membri del team nella loro unità fanno la differenza in una startup, specie se questa si trova in fase di early stage. La nostra missione è quella di far sposare design e tecnologia ed ogni singolo reparto è fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo, anche per quelle che sembrano mansioni meramente quotidiane e operative.

3) Quali canali di distribuzione e pubblicitari utilizzate per vendere e far conoscere il vostro prodotto?

Siamo partiti dall’online, cosa che oggigiorno permette alle startup di partire velocemente e con investimenti molto piccoli. Abbiamo lanciato i pre-ordini sul nostro sito www.filotrack.com e ancora oggi è uno dei principali canali di vendita online. Inoltre siamo presenti anche su Amazon.it e stiamo cominciando a costruire una rete di distribuzione fisica partendo dal settore elettronica di consumo e telefonia. In termini pubblicitari, da buona startup orientata alla crescita, utilizziamo molto i canali di advertising online che ci permettono di misurare al dettaglio le performance delle nostre campagne. Tuttavia, essendo un prodotto fisico, non possiamo prescindere dai canali tradizionali e dal coordinare un’immagine di prodotto anche fisicamente all’interno di fiere di settore o curando l’esposizione all’interno dei negozi in cui siamo presenti.

4) Quali sono le difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

Il mercato italiano è un mercato con grande potenziale, ma molte volte scettico nei confronti di prodotti e servizi nuovi. Spesso il consumatore italiano preferisce acquistare un nuovo prodotto solamente quando questi si diffonde stabilmente in altri mercati. Questo per una startup può essere un grande rischio, ma anche una grande opportunità. Noi diciamo sempre che il mercato italiano è una vera e propria “palestra” perché fare bene qui e convincere un consumatore italiano, significa poi essere pronti a poter conquistare più facilmente altri mercati.

5) Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Quest’anno stiamo guardando con molta attenzione ad alcuni paesi europei come Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania. Sono i paesi più attivi anche in termini di investimenti annui in startup e la loro tendenza al digitale è maggiore che in Italia. Per una startup come noi questi sono fattori da non sottovalutare.

6) Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

Assolutamente sì. Spesso chi entra nel mondo startup (come noi) non ha un’esperienza imprenditoriale di successo alle spalle. Le dinamiche aziendali sono completamente differenti e pongono al centro dell’attenzione il consumatore e il suo problema. Sono argomentazioni che potrebbero sembrare banali, ma che in realtà non lo sono e la figura di acceleratori e/o incubatori aiutano a ridurre questo gap informativo. In Filo il ruolo di Luiss Enlabs e PiCampus è stato ed è fondamentale per la nostra crescita. Quando abbiamo cominciato il nostro percorso non sapevamo cosa fosse un Business Model o un processo di Customer Discovery; oggi tutto questo è il nostro pane quotidiano.

7) Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Il consiglio è quello di pensare in grande. Il mercato italiano è un grande trampolino di lancio, ma tale deve rimanere. Se il tuo obiettivo è quello di cambiare il mercato in cui stai entrando così come le abitudini dei tuoi consumatori, allora non puoi limitarti e devi pensare subito a replicare quello che stai facendo in altri mercati.

8) Obiettivi per il futuro?

Quest’anno vogliamo aumentare decisamente le vendite del nostro prodotto, sbarcare in Europa e intensificare le attività di ricerca e sviluppo sul nuovo prodotto che stiamo sviluppando.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Annarita Summo, redazione@exportiamo.it

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