Singapore, tutto quello che c'è da sapere sul principale hub del Sud-est asiatico

Singapore, tutto quello che c'è da sapere sul principale hub del Sud-est asiatico

30 Settembre 2016 Categoria: Exportiamo Incontra Paese:  Singapore

La città-Stato di Singapore è ormai diventata il secondo hub più importante al mondo, preceduta solamente da Londra e seguita da Toronto. L’Italia intrattiene buone relazioni politiche con il Paese sebbene l’interscambio commerciale fra le due nazioni riservi ancora amplissimi margini di miglioramento. Di questo mercato ricco ($ 87.000 PIL pro capite) e promettente abbiamo avuto il piacere di parlare con il Direttore di ICE Singapore, Leonardo Radicati, che ci ha spiegato quali sono i principali vantaggi di scegliere la città-Stato come mercato target.

Secondo i dati ISTAT, nel 2015 l’interscambio commerciale tra Italia e Singapore è stato di 2,2 miliardi di euro (2,3 nel 2014). Le esportazioni italiane sono state pari a 1,96 miliardi (-6,5% circa rispetto al 2014), le importazioni 252 milioni (+10,5% circa): il saldo è quindi ampiamente positivo per l’Italia, anche se leggermente in diminuzione rispetto all’anno precedente. Che trend pensa ci sarà nei prossimi anni?

In questo momento mi sembra veramente difficile poter fare delle previsioni di lungo periodo. Dai dati in nostro possesso, il trimestre gennaio-marzo 2016 ha segnato un’espansione contenuta dell’economia di Singapore – su base annua – dell’1,8% . Se scendiamo un po’ più nel dettaglio notiamo alcune debolezze importanti: il settore manifatturiero si è contratto del 2% e ha confermato una tendenza che si è riscontrata in ben sei quadrimestri consecutivi. La Brexit potrebbe contribuire ad un rallentamento di un’economia così aperta e altrettanto a “rischio contagio” come quella di Singapore. Anche gli eventuali interventi pubblici di sostegno potrebbero collidere con un sentimento generalizzato di incertezza tra la comunità imprenditoriale e finanziaria locale in quanto i flussi commerciali attuali segnano delle crescite modeste rispetto al 2015. C’è da dire, però, che il recente studio pubblicato dalla PWC pone la città Stato al secondo posto tra gli hub mondiali – subito dopo Londra – tenendo come base di riferimento 30 capitali globali.


Questa scalata è stata inarrestabile dal 2012 quando occupava la settima posizione e supera in un quadriennio Parigi (attualmente quarta) e Amsterdam (quinta), città che sperano di sostuirsi al ruolo di Londra dopo la Brexit. Molto distante è anche la rivale di sempre Hong Kong che deve piegarsi al ruolo più pregnante di Shanghai all’interno degli equilibri economico-finanziari della RPC. Inoltre, tra i vari punteggi assegnati, Singapore è prima per capacità tecnologica, semplicità nel fare affari e per gli aspetti legati alla logistica e ai trasporti. A questo aggiungiamo delle infrastrutture digitali di altissimo livello che ne fanno una vera e propria smart city.
Tanto per avere un termine di riferimento con l’Italia, Milano si classifica diciottesima nella classifica generale.
Insomma, possiamo dire che gli elementi di base sembrano esserci tutti per una crescita più che positiva nel medio periodo ma nel breve dobbiamo capire meglio cosa accadrà con l’economia della RPC – importante partner di Singapore – e con l’UE.
Se vogliamo poi parlare dei rapporti di scambio con l’Italia, siamo in sedicesima posizione come Paese di importazione nel primo semestre di quest’anno, ancora molto distanti da Germania (ottava) e Francia (nona) mentre per l’export rappresentiamo il 39° Paese di destinazione.
Per migliorare questo stato di cose dobbiamo cercare di venire maggiormente incontro alla loro richiesta di alta tecnologia, applicativi digitali, ricerca medico/scientifica, servizi qualificati al fine di trovari ulteriori segmenti operativi per maggiori scambi commerciali. Resta inteso che il nostro export tradizionale, rappresentato dai settori dell’abbigliamento, pelletteria, prodotti alimentari/vini ha ancora molto da fare per erodere posizioni acquisite da tempo soprattutto dalla Francia ma deve essere affiancato anche da altri prodotti piu’ sofisticati che ricordavo prima e avvicinare le nostre start up alle loro: si tratta di un mondo nuovo, tutto da scoprire ma con potenziali infiniti.

Qual è, a suo avviso, la percezione dell’Italia e del Made in Italy in tutto il Paese?

Come ovunque in Asia anche a Singapore il Made in Italy è immediatamente messo in relazione ai settori tradizionali dei beni di consumo food e non food nonchè alla grande attrazione turistica che esercita il nostro Paese principalmente per le città d’arte come Roma, Firenze, Venezia e lo shopping della moda a Milano.
Questo si collega anche alla presenza dei nostri principali marchi con uno o più negozi nelle strade o shopping mall maggiormente eleganti della città fra cui spiccano Prada, Armani, Versace, Gucci, Max Mara e TOD’S. Sul fronte della gioielleria Bulgari e Pasquale Bruni sono altri due esempi di eccellenze anche se con caratteristiche di appartenenza al nostro Paese differenti. Manca ancora invece la percezione di un’Italia altamente tecnologica dedicata alla R&D, al digitale, alle applicazioni scientifiche in cui Singapore sta investendo tantissimo sia in termini di risorse umane che finanziarie grazie anche alla presenza di poli universitari tra i più prestigiosi a livello globale e cerca adeguate controparti ovunque nel mondo.
Sicuramente sono molto apprezzati i nostri cluster industriali e la dimensione medio/piccola delle nostre aziende che – in alcuni casi – può però rappresentare per Singapore una limitazione in termini di output non solo produttivo ma anche tecnologicamente qualitativo.

Quali sono le categorie merceologiche dei prodotti Made in Italy più apprezzate dalla popolazione locale?

Se parliamo di popolazione in termini di consumatori, si confermano i settori dell’abbigliamento, pelletteria, accessori, arredamento di design, pasta, condimenti e vini. Ricordo che l’importazione a Singapore è priva di qualsiasi dazio e che l’imposta al consumo è del 7%. Questo vale per tutte le merci ad esclusione degli alcolici (con dazi progressivi molto rilevanti) e delle autovetture al fine di mantenere, in quest’ultimo caso, un ambiente non contaminato dai gas di scarico. Inoltre sono nati circa quaranta ristoranti di cucina italiana – soprattutto all’interno di alcuni grandi alberghi – che godono di un’ottima reputazione per l’elevata qualità del cibo servito.
Sul fronte industriale la voce macchinari e mezzi di trasporto (SITC 7) è quella più richiesta. Mi piace poi ricordare che la DZ Engineering – societa’ del Gruppo Dino Zoli di Forlì – ha gestito la complessa progettazione e realizzazione di tutti gli impianti tecnologici di illuminazione relativi al GP di F1. Inoltre, sul fronte degli investimenti, non bisogna dimenticare l’importante presenza dell’Autorità Portuale di Singapore nel Porto di Genova e – recentemente – sono stati fatti acquisti per oltre 40 milioni di Euro in nuove gru che hanno reso il nostro porto ancora più competitivo e moderno. Infine, non dimentichiamo che Singapore e l’UE hanno concluso i negoziati per il trattato di libero scambio nel 2014 e che l’Accordo deve essere approvato dalle Istituzioni comunitarie.

Sussistono, a suo parere, difficoltà di rilievo per chi vuole fare avviare un’attività commerciale o esportare i propri prodotti a Singapore?

Stabilirsi a Singapore non presenta alcuna difficoltà e ne è prova concreta la presenza di ben 120 aziende italiane sul territorio.
Singapore, purtoppo, vanta anche il primato di essere la città più cara al mondo sulla base di statistiche elaborate da società specializzate nella primavera scorsa. Si può, però, dire che “tutto ha un prezzo” e l’efficienza, il personale qualificato, la logistica perfetta devono pagarsi per rimanere sempre al passo con i tempi. La città è il luogo ideale per insediare uffici di coordianmento e controllo delle proprie attività commerciali diffuse in tutta l’ASEAN (includendo anche l’India).
I tre principali modi di accesso al mercato sono quelli della costituzione di un ufficio di rappresentanza, una filiale oppure la private limited company (Pte Ltd.)
Per quello che riguarda, invece, le esportazioni esistono sicuramente ancora molti spazi per il settore alimentare, per i materiali da costruzione (inclusi i rivestimenti) e i macchinari, gli impianti per l’industria estrattiva, per il trattamento delle acque e le energie rinnovabili (solare, eolica, marina, biomasse ecc).

Ritiene che l’intensificarsi dei rapporti politici, da ultimo con la Visita di Stato del Presidente di Singapore Tony Tan Keng Yam in Italia a fine maggio 2016, avrà ricadute positive anche sulle relazioni economiche?

In un suo post su Facebook – alla vigilia della sua partenza per l’Italia – il Presidente Tan ci ha tenuto a ricordare che noi siamo stati uno dei primi Paesi a stabilire rapporti con Singapore nel 1965 - anno della sua indipendenza - quando “pochi credevano che potessimo sopravvivere a lungo come stato sovrano”.
La missione è stata organizzata dalla Singapore Manufacturing Federation e IE Singapore (Agenzia locale omologa di ICE) e perseguiva l’obiettivo di esplorare nuove opportunità di affari e investimenti tra i due Paesi così come illustrare tutte le procedure operative legate ad aumentare i volumi di scambio.
La delegazione si è fermata nella capitale oltre che in altre città importanti per la nostra industria come Firenze, Torino e Milano con incontri-seminari e B2B per i settori dei beni di consumo, arredamento, logistica, ITC, meccanizzazione, e-commerce.
Senza dubbio queste missioni guidate da Capi di Stato e imprenditori di altissimo livello hanno delle ricadute molto importanti sui tessuti industriali e imprenditoriali delle due parti. Non dobbiamo però dimenticare il lavoro costante svolto da ICE Agenzia che accompagna centinaia di imprese italiane sul mercato di Singapore grazie alla partecipazione a numerose manifestazioni fieristiche dove vengono organizzate delle collettive italiane oppure – viceversa – invitando i businessmen di Singapore in Italia.
E’ da poco attivo a Singapore il nuovo Desk per l’attrazione degli Investimenti Esteri in Italia sia greenfield che brownfield e immobiliare mentre è operativo da un anno un altro desk dedicato esclusivamente ai progetti innovativi delle nostre start up. In occasione della visita a Singapore del Sottosegretario Sen. Della Vedova (18-20 marzo 2015), Confindustria e ICE hanno organizzato una missione cui hanno partecipato diciannove aziende italiane del settore delle tecnologie ambientali. Oltre a incontri d’affari e visite a siti d’interesse, le nostre imprese hanno familiarizzato con il Clean Tech Park of Singapore, parco industriale dedicato al settore delle rinnovabili.

Secondo la sua percezione, quali e quante collaborazioni tra i due Paesi sono scaturite da questa iniziativa?

Come lei sa, le aziende sono sempre timide nel fornire informazioni relative alle loro trattative di affari in corso oppure concluse per questioni evidenti di riservatezza.
A meno che non si tratti di contratti così importanti da salire agli onori della cronaca, queste missioni sono fondamentali per avanzare nei rapporti di conoscenza e analisi reciproci – a livello di impreditori – delle differenti fasi che porteranno al successo del risultato finale. A tale proposito, voglio aggiungere che il settore è certamente tra quelli più promettenti per aumentare il volume del nostro export. Proprio per questo, nel dicembre dello stesso anno, abbiamo realizzato un’altra missione alla quale hanno partecipato otto aziende italiane nel settore delle energie rinnovabili, 95 imprenditori locali organizzando 70 B2B pomeridiani. Il Senatore Della Vedova crede molto nella partnership tra i due Paesi e nella loro complementarietà a livello imprenditoriale. Per questo, sarà di nuovo qui a novembre – il giorno 21 per l’esattezza – per intervenire all’evento “Italian Innovation Days” organizzato dalla ICCS in collaborazione con noi e patrocinato dall’Ambasciata d’Italia. L’iniziativa mira, ancora una volta, a mettere intorno ad un tavolo i principali player delle due parti per riflettere insieme su tutte le variabili che possono avvicinare sempre di più due realtà economiche così importanti. Si parlerà di finanza, logistica, ITC, digitale, aerospazio, energie rinnovabili, medtech, smart city, innovazione tecnologica oltre che dei distretti italiani e della loro spiccata capacità di attrarre investimenti. Anche in questo caso saranno presenti una quarantina di nostre aziende che rappresenteranno questi settori e si incontreranno con le loro dirette controparti locali. In conclusione, la città-Stato è diventata – oggi - una società avanzata con un reddito pro-capite di quasi $ 57.000 (tra i più alti al mondo), tassi di crescita molto vicini a quelli delle mature economie occidentali e che sta sperimentando il fenomeno di invecchiamento della popolazione. Tutto questo la rende una controparte di business ideale in quanto è possibile mettere a fattor comune le rispettive esperienze costruendo delle solide basi per sviluppare ancora più in profondità i nostri rapporti bilaterali.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Valeria Gambino, redazione@exportiamo.it

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