Filippine, un mercato da 100 milioni di consumatori

Filippine, un mercato da 100 milioni di consumatori

14 Novembre 2016 Categoria: Focus Paese Paese:  Filippine

“Sono il presidente di uno stato sovrano, ed è da molto tempo che non siamo più una colonia. Non ho nessun padrone al di fuori dei cittadini filippini, nessuno di nessuno. Devi avere rispetto. Non devi fare domande. Figlio di puttana, ti insulterò in quell’incontro”.

Questa è stata la reazione di Rodrigo Roa Duterte (conosciuto anche come Rody o Digong), Presidente della Repubblica delle Filippine, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva cosa avrebbe risposto ad Obama se questo avesse sollevato la questione dell’incredibile aumento degli omicidi di pusher e tossicodipendenti per mano di polizia e comuni cittadini nel Paese, a cui è stata garantita una sostanziale impunità.

Non c’è dubbio che Duterte sia un politico controverso capace di conquistare il potere proprio grazie ad una campagna elettorale sopra le righe animata da dichiarazioni violente e toni incendiari.

“The Punisher”, soprannome con cui è noto in patria, dopo aver vinto le elezioni di maggio 2016 non si è fatto pregare ed ha messo in atto una lotta senza quartiere a narcos e tossicodipendenti locali tanto che, nei due mesi immediatamente successivi al suo insediamento (1 luglio – 1 settembre), già si contavano oltre 2000 omicidi.

Economia e politica estera

Le dimensioni del mercato interno del Paese sono ragguardevoli (oltre 102 milioni di abitanti) ed il PIL nell’ultimo triennio è cresciuto in media del 6,4%, toccando nel 2015 un valore complessivo superiore ai $ 743 miliardi. Tuttavia il potere d’acquisto medio delle popolazione locale è ancora limitato ($ 7.300 secondo la PPA) ma il buono Stato di salute dell’economia locale è confermato dal tasso di disoccupazione in discesa dal 7,1% del 2013 al 5,9% del 2015.

L’isola del Sud est asiatico riveste un ruolo molto più importante di quello che si possa pensare nello scacchiere internazionale e l’avvento al potere di questo nuovo personaggio politico sta già provocando non pochi scompensi al mondo occidentale a cui il Paese è storicamente legato per mentalità, religione e lingua (l’inglese è la seconda lingua ufficiale).

Durante la recente visita di Duterte a Pechino si è infatti sancita una svolta storica poiché il Presidente filippino si è spinto ad affermare che “gli Stati Uniti hanno perso, le Filippine lasciano gli USA e si schierano con Cina e Russia contro il mondo”. Un grave colpo per la politica estera americana che finora aveva potuto contare sulle Filippine dimostratesi alleato leale e fermo oppositore delle mire espansionistiche cinesi.

Ora però tutto sembra cambiato anche grazie ad un accordo commerciale bilaterale firmato da Manila e Pechino del valore complessivo di 24 miliardi di dollari. Un accordo che preoccupa, e non poco gli Stati Uniti, e che potrebbe cambiare profondamente le relazioni commerciali del Paese che oggi annovera nella top four dei suoi principali partner economici nell’ordine Giappone, Cina, Stati Uniti e Singapore.

L’unico modo per contrastare gli eventi in corso sarebbe quello di procedere alla ratifica del Trans Pacific Partnership (Tpp), un accordo di libero scambio che esclude la Cina e che dovrebbe rafforzare i rapporti economici fra gli Stati Uniti e la sponda sud-occidentale del Pacifico, abbattendo di fatto le barriere al commercio fra 11 Paesi (Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti, Vietnam) che rappresentano circa il 40% della produzione economica mondiale.

Perché investire qui?

Non tutti sanno che le Filippine sono il secondo più grande arcipelago del mondo essendo costituite da oltre 7000 isole, molte delle quali disabitate e considerate dei veri e propri paradisi naturali incontaminati. La ricca vegetazione, le spiagge incantevoli e le acque cristalline sono dunque alcune delle motivazioni per cui il Paese possiede un incredibile potenziale turistico.

Detto ciò, fra i vantaggi più grandi di investire nelle Filippine figurano sicuramente:

• un’economia in forte crescita (si prevede che rimarrà intorno al + 6% anche nei prossimi anni) e l’accesso, grazie agli accordi d libero scambio, ad un mercato di potenziali consumatori superiore ai 600 milioni di abitanti;

• il basso costo del lavoro;

• i numerosi incentivi ed agevolazioni fiscali per le imprese;

• un’alta propensione al consumo: il livello di consumi, che copre il 70% del PIL, è elevato e ciò è dovuto alla presenza di una cultura marcatamente più edonista rispetto a quella tradizionalmente più parsimoniosa degli altri Paesi asiatici. Inoltre il potere d’acquisto della popolazione locale è supportato dal forte afflusso di rimesse dall’estero inviate alle famiglie da circa 10 milioni di filippini emigrati nel mondo.  

Fra i settori maggiormente in espansione si segnalano: energia (anche rinnovabile), costruzioni ed hospitality.

Opportunità per il Made in Italy

I prodotti del Made in Italy sono decisamente popolari nelle Filippine specialmente per quel che riguarda:

- Food&Beverage: il mercato apprezza il cibo italiano e c’è una consistente richiesta di prodotti, sia di base che gastronomia. Inoltre è in ascesa anche il consumo di bevande alcoliche ed il mercato dei vini è in piena fase di decollo (si calcola un tasso di crescita dell’8% annuo). Queste tipologie di prodotti possono essere commercializzati direttamente sia nelle grandi catene e nei centri commerciali sia attraverso l’estesa rete di piccoli distributori locali;

- Prodotti del settore tessile-moda: nel Paese di registra una forte tendenza all’apertura di centri commerciali all’interno dei quali si struttura una vasta offerta di capi d’abbigliamento. Alle PMI italiane si consiglia di riflettere sull’opportunità di siglare accordi di franchising con soci locali per fare il proprio ingresso nel mercato;

- Arredo: la forte domanda di prodotti di arredo e design è sostenuta dal boom residenziale ancora in corso nel Paese.

In conclusione l’unico ostacolo di un certo rilievo per chi vuol fare business nel Paese sembra essere rappresentato proprio dall’atteggiamento e dalla politica estera portata avanti del Presidente Duterte. Un uomo che, nonostante le parole in politica vadano spesso prese con le molle, è addirittura arrivato a paragonarsi al Führer: “Hitler massacrò tre milioni di ebrei… Ci sono tre milioni di tossicodipendenti nelle Filippine. Sarei felice di massacrarli”.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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