Oggi abbiamo il piacere di ospitare l’intervista di Simone Russo, fondatore di Immodrone, premiato anche dalla rivista Wired fra gli imprenditori più innovativi under 35. Laureato in Economia alla Bocconi e diplomato in Francia, dopo esperienze di studio in Svizzera e di lavoro in Australia ha creato la prima azienda in Italia specializzata in riprese aeree con i droni al fine di valorizzare le proprietà immobiliari. La startup Made in Italy opera oltre che in tutta Italia, anche in Francia e Svizzera tramite una rete di oltre 100 Piloti di droni certificati.
Da dove nasce l’idea di Immodrone?
L’idea di Immodrone nasce durante un soggiorno in Australia dove ho incontrato per la prima volta i droni. Uno strumento eccezionale, che permette di avvicinarsi al più fragile degli oggetti senza danneggiarlo, per poi - con un balzo - allontanarsi scrutando l’umanità dallo spazio… incredibile!
Le potenzialità dei droni erano già evidenti, ora stanno diventando realtà. Immodrone nasce dalla voglia di innovare, creare occupazione e trasformare la passione in un lavoro. Il mondo dei droni è un’enorme opportunità di crescita e ricchezza al pari dell’opportunità dataci da internet sul finire degli anni novanta.
L’obiettivo di Immodrone è quello di fornire un servizio di video ed imaging di qualità superiore permettendo di valorizzare gli annunci immobiliari e le attrazioni turistiche, aumentando fino al 400% il tasso di visualizzazione delle inserzioni ed ottimizzando il tempo degli agenti immobiliari che potranno ridurre il numero di “visite a vuoto”. I suoi servizi mettono in risalto le caratteristiche delle proprietà immobiliari ed il contesto circostante, offrendo al potenziale cliente una prospettiva nuova e completa. L’utilizzo dei droni permette di ottenere la suggestione e la forza emotiva delle riprese video effettuate da un elicottero, ma con costi ridotti di circa un decimo, maggiore sicurezza a bassa quota e senza inquinamento e rumore.
Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?
Come in tutte le realtà imprenditoriali che vogliono essere competitive sul mercato abbiamo più figure molto specializzate. Io mi occupo direttamente della parte marketing, poi in squadra ci sono un ingegnere del cinema ed i creativi (videomaker, registi e sceneggiatori) che si occupano di redigere idee stimolanti per i nostri clienti in campo pubblicitario (soprattutto nel settore turistico e corporate, dove abbiniamo le riprese dall’alto con le riprese da terra), mentre i nostri 100 piloti, rigorosamente certificati Enac e formati sotto le nostre direttive per la parte di ripresa video, sono collaboratori esterni affiliati a ImmoDrone.
Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?
In Italia mancano investitori pronti a scommettere sui nuovi progetti. Ma non voglio cercare scuse, messe tutte insieme le 7.500 startup innovative italiane, tra soci e dipendenti, danno lavoro a 35mila persone, di cui 9 mila dipendenti e voglio vedere il bicchiere mezzo pieno: continuiamo così la strada giusta è tracciata ed anche gli investitori si accorgeranno di noi.
Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?
Se un imprenditore di grande esperienza come Richard Branson, numero uno dell’impero Virgin (dalla linea aerea alla musica), ha deciso senza esitazione di investire nella ricerca spaziale e, in particolare, nell’industria dei droni, allora ciò che dicono da tempo i sociologi è vero: il settore dei droni è destinato a cambiare il mondo, interagendo in modo sempre più stretto con la vita delle persone. Dal 2014 le vendite di droni sono in costante aumento. A conferma di questa affermazione i dati da capogiro forniti da Chris Anderson, CEO di 3D Robotics, che stima in 40 milioni di dollari il suo prossimo bilancio, cifra corrispondente alla vendita 53mila unità. Secondo ABI Research il mercato dei droni dovrebbe raggiungere gli 8,4 miliardi di dollari entro il 2019, ma meno della metà deriverà dalla vendita di droni, la maggior parte sarà costituita dalla vendita di applicazioni e servizi connessi all’utilizzo degli aeromobili a pilotaggio remoto. Proprio come i servizi offerti da Immodrone.
Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?
Immodrone è incubata all’interno di I3p l’incubatore del Politecnico di Torino. Il supporto di tali strutture è molto importante su diversi fronti. L’incubatore ci permette di crescere in un ambiente intellettualmente stimolante e si prende cura di noi per le scelte più difficili grazie alla competenza ed all’esperienza del suo staff, mentre il Politecnico ci offre supporto tecnologico. Insomma un ambiente molto fertile in cui mettere radici per poi spiccare il volo in sicurezza.
Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?
Il mio personale consiglio agli aspiranti startupper è seguite le vostre idee, fatelo con passione e perseveranza e raccogliete l’energia necessaria ad affrontare la strada per il successo e vedere realizzati i vostri sogni.
Obiettivi per il futuro…
Il nostro obiettivo è guidare la crescita del settore nei Paesi in cui siamo attualmente presenti (Italia, Francia e Svizzera) e di lanciare i nostri servizi in Inghilterra, Spagna, Germania, Canada e Stati Uniti, dove le caratteristiche di mercato sono simili alla realtà italiana ed il business più facilmente esportabile e replicabile. La finestra temporale per entrare nel mercato dei droni non sarà molto lunga, ed affermarsi come leader nei prossimi due anni diverrà un vantaggio fondamentale per confermare il ruolo futuro di Immodrone.
Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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