Moldavia, un Paese in bilico fra Est ed Ovest

Moldavia, un Paese in bilico fra Est ed Ovest

24 Luglio 2017 Categoria: Focus Paese Paese:  Moldavia

La Moldavia è un piccolo Stato dell’Europa orientale, confinante con Romania ed Ucraina, che conta su una popolazione di 3,5 milioni di abitanti di cui quasi un quarto residenti a Chișinău, capitale del Paese.

Chișinău è una realtà urbana che possiede – a suo modo – una certa celebrità perché ospita le più grandi cantine sotterranee del mondo (si parla di circa 250 chilometri di cunicoli sotterranei) in cui si trovano più di due milioni di bottiglie, soprattutto di vino rosso locale.

In generale comunque la situazione economica di questo piccolo mercato non può certo definirsi rosea dal momento che il PIL pro capite (calcolato a parità di potere d’acquisto) si attesta a poco più di 5000 dollari annui e, nell’ultimo triennio, l’andamento dell’economia nazionale si è dimostrato altalenante e controverso.

Alla crescita del 2% nel 2014 è infatti seguito un brusco stop (-0,5%) che ha a sua volta lasciato spazio ad una ripresa – nel corso dello scorso anno – certamente più consistente (+4,8%).

Per il 2017 il Fondo monetario internazionale (Fmi) prevede una crescita economica del 4,5 percento trainata specialmente dai seguenti settori: ITC, agricoltura, edilizia, attività estrattive e manifatturiere.

Ma i destini dell’economia moldava restano in bilico anche perché legati all’erogazione di fondi europei (circa 100 milioni di euro) recentemente sbloccati dall’UE ma che potrebbero essere messi in discussione qualora sia approvata una proposta di cambiamento del sistema elettorale che, se adottata, potrebbe danneggiare le istituzioni democratiche moldave a vantaggio dell’unico oligarca rimasto nel paese, Vlad Plahotniuc.

Con il nuovo sistema elettorale l’attuale presidente del Democratic Party of Moldova potrebbe facilmente portare moltissimi dei suoi candidati alla vittoria nei collegi uninominali rendendo così molto complicato procedere nel cammino delle riforme. Egli sarebbe infatti agevolato dal fatto di poter contare su buona parte del potere economico e sul sostegno dei media.

Dalla fine del 2016 la politica moldava è stata scossa dall’elezione alla Presidenza della Repubblica di Igor Dodon – ex ministro dell’Economia – che spinge per l’attuazione di una politica volta a riavvicinare il piccolo Paese dell’Est Europa alla Russia, allontanandolo di conseguenza da Bruxelles. Intenzioni opposte a quelle del primo ministro moldavo Pavel Filip che fa, almeno a parole, dell’adesione all’Unione europea uno dei progetti cardine del suo governo.

Un’altra questione spinosa riguarda l’integrazione dell’economia nazionale nel mercato unico europeo, ipotesi divenuta concreta dopo l’Accordo di Associazione firmato nel 2014 da Ue e Moldavia. Per rendere questo accordo operativo Chișinău deve integrare nel proprio ordinamento la normativa comunitaria in materia di produzione e scambi commerciali.

La vicenda è ancora aperta ed a dimostrarlo vi è una recente querelle che ci riguarda da vicino. La problematica è sorta in seguito all’utilizzo da parte di un’azienda moldava – la Bulgari Winery – di un’etichetta dal nome “Prosecco Pronto” ed è fin troppo semplice intuire le cause della disputa. La Commissione europea si sta impegnando per fare in modo che le autorità moldave garantiscano la tutela del nostro prodotto Doc senza però ottenere, almeno finora, alcun risultato nonostante le dichiarazioni del primo ministro che si è detto convinto che “sarà presto trovata una soluzione positiva al problema”.

Il capo del governo moldavo ha poi aggiunto che l’adesione all’UE è “il progetto” della Moldova e per questo “cercheremo di giungere a una legge elettorale di qualità, senza lasciare spazio a possibili abusi”.

Altri elementi di criticità che affiggono il Paese riguardano la corruzione imperante, la mancanza di indipendenza dei giudici e la politicizzazione dell’amministrazione pubblica.

I rapporti Italia-Moldavia

Italiani e moldavi intrattengono discrete relazioni e quella moldava è la principale comunità straniera presente nel Belpaese. Anche le relazioni economiche fra Roma e Chișinău sono abbastanza sviluppate: l’Italia rappresenta infatti il terzo maggiore importatore di prodotti moldavi (circa 200 milioni di dollari) ed il sesto esportatore (circa 280 milioni di dollari) per un interscambio complessivo che sfiora quindi i 500 milioni di euro.

La consistente presenza italiana nel piccolo Paese è spiegata in base ad una legislazione nazionale che vede di buon occhio gli investitori stranieri e ai numerosi vantaggi fiscali, localizzati in alcune specifiche aree del Paese – le ZEL (Zone Economiche Libere) – in cui è possibile sfruttare alcune interessanti esenzioni.

Oggi gli investimenti italiani in Moldova riguardano prevalentemente il settore bancario, immobiliare, l’elettro-meccanico, il siderurgico, l’edile e le attività labour intensive dei settori dell’abbigliamento, del tessile, della maglieria e delle calzature, con tipologie di lavorazione per conto terzi di materie prime o semilavorati provenienti dall’Italia.

Infine le categorie di prodotti Made in Italy maggiormente richieste nel Paese rimangono prodotti della meccanica, del food&beverage e del settore manifatturiero ma le relazioni fra i due Paesi potrebbero subire una decisa svolta solo in seguito ad un ingresso (per adesso non probabile) della Moldavia nell’UE.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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