C’è un Paese nell’Africa sub-sahariana che cresce molto più rapidamente rispetto a quelli limitrofi e che ha un ambizioso obiettivo diventare entro il 2025 un Paese a medio reddito. Stiamo parlando dell’Etiopia, una realtà che ha però bisogno di sciogliere una serie di nodi cruciali per poter liberare tutte le proprie energie e le proprie potenzialità. Ne abbiamo parlato con il Direttore di ICE Addis Abeba, Simona Autori.

Come si sono evolute nel tempo le relazioni economiche fra Italia ed Etiopia?

L’Etiopia, che da sempre costituisce un partner prioritario dell’Italia in Africa sub-sahariana dal punto di vista politico, sta diventando sempre di più un punto di riferimento anche per la business community italiana. Il Paese africano ha registrato alti tassi di crescita, mediamente superiori al 10%, dal 2004 ad oggi. Anche nel 2016 il Paese ha confermato una crescita economica sostenuta (+8.1%), ben al di sopra rispetto ai tassi medi riscontrabili in Africa sub-sahariana.
In particolare lo scorso anno l’interscambio commerciale con l’Italia ha registrato un aumento del 6%, grazie anche all’impegno profuso dall’Ufficio ICE di Addis Abeba che, operando in stretto contatto con l’Ufficio Commerciale e la Cooperazione Italiana della nostra Ambasciata, garantisce un supporto costante alle imprese italiane che si rivolgono al mercato etiope. L’interscambio dei primi 4 mesi del 2017 (Gen-Apr) è invece diminuito del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e risente di diversi fattori, sia interni che esterni, che possono essere ricondotti a:

  • una congiuntura economica mondiale poco favorevole che si è manifestata (in tutti i Paesi dell’Africa Sub Sahariana) attraverso l’abbattimento dei prezzi delle materie prime ed una debole domanda estera;
  • una situazione meteorologica anomala che nell’ultimo anno ha portato il Paese ad affrontare la peggior siccità degli ultimi 35 anni;
  • un diffuso deterioramento delle condizioni generali di sicurezza, che ha raggiunto il suo apice con la dichiarazione dello stato di Emergenza lo scorso 5 ottobre 2016 ed ancora in vigore nel Paese, deciso in seguito alle manifestazioni dei gruppi etnici oromo e amhara, che costituiscono il 60 per cento della popolazione, contro la minoranza tigrina, che guida il governo.

L’economia dell’Africa subsahariana appare in leggera ripresa: quali sono le prospettive nel breve-medio periodo?

Secondo l’ultimo rapporto del Fondo Monetario Internazionale (aprile 2017), si stima che già a partire da questo anno, l’economia dei Paesi dell’Africa Sub Sahariana possa registrare una lieve ripresa (+2,6%). Tale crescita deve tuttavia essere sostenuta da una ripresa economica globale: secondo il FMI, infatti, fattori quali le condizioni finanziarie internazionali, i termini di scambio degli accordi commerciali e la domanda estera, influenzeranno sempre di piu’ la crescita di medio termine delle economie emergenti e di frontiera — incluse quelle africane. Tra le incognite legate alla ripresa economica di tali Paesi, il FMI segnala le perplessità presenti sull’andamento della domanda cinese, che rappresenta il primo partner commerciale dell’Africa sub-sahariana dopo l’UE. Per ovviare a tali difficile sfide per le economie sub-sahariane, i Paesi africani cercheranno di aumentare il volume del commercio intra-regionale portando a compimento la realizzazione di una zona di libero scambio continentale (CFTA): il progetto, promosso dall’Unione Africana nel 2012, mira ad aumentare del 30% nei prossimi 10 anni il commercio intra-regionale (che rappresenta al momento solo il 16% delle esportazioni totali).

Qualora si volesse realizzare una partnership con un soggetto etiope quali regole della cosiddetta “Business Etiquette” sarebbe opportuno tener presenti?

Contrariamente a quanto avviene nel mondo arabo o sui mercati asiatici, non ci sono particolari regole che caratterizzano il Business Enviroment etiope, fatta eccezione per le regole di buona educazione e correttezza proprie di tutti i mercati.

Quali sono i settori più dinamici dell’economia etiope che consiglia di tenere sotto osservazione?

Alla luce della situazione economica dell’Etiopia e delle peculiarità delle imprese del nostro Paese, le più interessanti opportunità d’investimento si concentrano nei seguenti settori:

1) Agricoltura, allevamento e lavorazioni correlate

Sebbene il settore agricolo abbia subito un calo progressivo nell’ultimo decennio, rimane uno dei pilastri fondamentali dell’economia del paese, responsabile del 46% del PIL del Paese. Il Paese offre anche opportunità nelle trasformazioni agro-industriali per esportare prodotti ad alto valore aggiunto, puntando sulla disponibilità di manodopera e di materia prima a basso costo oltre che sulla possibilità di sfruttare le qualità degli altopiani etiopici come la grande varietà biologica e la possibilità di fare fino a tre raccolti annuali, beneficiando dello status di OGM-free.

2. Sviluppo infrastrutturale, Turismo

La crescita del settore alberghiero e del turismo, del commercio all’ingrosso e del commercio al dettaglio insieme allo sviluppo dei trasporti e del settore delle comunicazioni, ha contribuito ad espandere il settore dei servizi, responsabile di circa il 46% della crescita del PIL nel 2015. Il governo etiope sta attuando una serie di misure strategiche per sviluppare ulteriormente il settore turistico del Paese, compresi gli investimenti nelle infrastrutture e nello sviluppo delle capacità di gestione di destinazione e di sviluppo del settore. Ne è un esempio la recente istituzione del Tourism Transformation Council. Queste misure indicano come il settore del turismo sia saldamente considerato uno dei motori di sviluppo del Paese. Inoltre, il 25 giugno 2015, il Consiglio europeo per il turismo e il commercio (ECTT), ha scelto l’Etiopia come migliore destinazione turistica mondiale per il 2015. Fra i 29 Paesi che hanno presentato la loro candidatura, l’Etiopia ha ottenuto il riconoscimento proprio grazie al suo potenziale turistico.

3. Settore industriale

Le prospettive di crescita per il settore industriale sono anch’esse buone e si aggirano intorno al 14%. Il Growth Transformation Plan - GTP II, il cui obiettivo cardine è la trasformazione - entro il 2025 - dell’Etiopia in un Paese a medio reddito con il mantenimento di un tasso di crescita medio annuo del PIL reale del 11%, punta ad incentivare una rapida industrializzazione e trasformazione strutturale del Paese.

In particolare il governo ha approntato un preciso piano mirato ad inserire l’industria tessile nel suo piano di crescita e di trasformazione, lanciando numerose iniziative per rendere il Paese più attrattivo agli investitori e per sostenere l’industria dell’abbigliamento. Per il settore tessile si parla, infatti di una produzione di circa 60.000 le tonnellate di cotone che dovrebbe salire nei prossimi anni per riuscire a coprire la domanda interna. Analogo discorso per il settore conciario per il quale si sta definendo una strategia che prevede un incremento della produzione ed una riduzione delle importazioni. L’Etiopia si trova, infatti, al primo posto tra i Paesi Africani e al 10 a livello mondiale per numero di capi di bestiame.

Quali sono i principali pro e contro per un soggetto che decide di investire in Etiopia? Il governo locale sta pensando ad alcune misure per agevolarli?

Quando si pensa ad un investimento in Etiopia occorre considerare la rilevante dimensione demografica (100 milioni di abitanti - seconda solo alla Nigeria nell’intero continente) che rende il Paese un hub di riferimento per l’intero Corno d’Africa. Vanno, inoltre, considerati fattori importanti quali il basso costo del lavoro, la disponibilità di fonti energetiche nazionali (idroelettriche), i collegamenti aerei diretti con l’Italia e, non da ultimo, la presenza di una comunità italiana limitata ma ben inserita, che rappresentano i punti di forza per le imprese italiane che intendono investire su questo mercato e su cui costruire rapporti commerciali più dinamici.

Inoltre, il Governo etiope, tramite il nuovo piano di sviluppo quinquennale (GTP II) sta aprendo il Paese agli investitori internazionali, realizzando Parchi industriali tematici che prevedono incentivi per chi investe quali: affitto dei terreni a basso costo, esonero pluriennale dalla tassazione sui redditi per le aziende esportatrici e libero trasferimento dei profitti. L’Etiopia sebbene sia un Paese dalle grandi opportunità, presenta ancora molti rischi e problematiche legate principalmente alla mancanza di valuta forte nel Paese e agli eccessivi costi di trasporto dovuti alle carente rete infrastruttuale ed alla mancanza di un accesso al mare e di un porto.


Dunque avere un supporto istituzionale, come Ambasciata e Ufficio ICE Agenzia, ben radicato sul territorio tutela le aziende è un enorme aiuto per le imprese italiane soprattutto perché semplifica il dialogo con le controparti etiopi e riunisce competenze e servizi assolutamente fondamentali per affrontare le prime fasi di approccio al mercato.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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