Spinebike: ecco la startup 'più pedali più guadagni'

Spinebike: ecco la startup 'più pedali più guadagni'

27 Dicembre 2017 Categoria: Un'Italia da Export

Cambiare il modello della mobilità urbana. Questo è l’obiettivo di Spinebike, startup italiana che incentiva l’utilizzo del mezzo elettrico premiando l’utente che effettua una scelta sostenibile per i suoi spostamenti quotidiani. La Redazione di Exportiamo.it, per scoprire i dettagli del progetto, ha parlato con Pietro Valaguzza, amministratore delegato della società. Ecco cosa ci ha detto.

Da dove nasce l’idea di Spinebike?

Spinebike nasce in una città, Milano, con il suo bisogno di cambiare il tradizionale modello di mobilità urbana, con un approccio più sostenibile ed un crescente desiderio di condividere. Da qui è iniziata la nostra sfida: contribuire al cambiamento nelle abitudini e nelle scelte di trasporto quotidiane attraverso la diffusione di un mezzo di trasporto elettrico e a due ruote, la bici elettrica Spine ed il coinvolgimento attivo dell’utente/commuter. Grazie a soluzioni smart e digitali, abbiamo creato e integrato un meccanismo di incentivo all’utilizzo del mezzo elettrico premiando l’utente per la scelta sostenibile ai suoi spostamenti quotidiani, in un’ottica “green is cool”. Il privato diventa così promotore del cambiamento e di un circolo virtuoso con benefici ambientali, economici e sociali, grazie al coinvolgimento di diversi stakeholder e alla condivisone dell’ebike con nuovi utenti, per sentirsi parte di una community che ha voglia di sradicare i tradizionali modelli di mobilità urbana tradizionale e provare questa nuova esperienza: the evolution of riding bike. Abbiamo voluto così creare una moneta virtuale “Spinecoin” (SC$) che, attraverso un’app, riconosce un valore ai chilometri percorsi con l’ebike Spine, un mezzo non inquinante (sostituendolo allo scooter o alla propria auto). In tal modo, l’utente si sente gratificato e per rendere tangibile il valore della propria azione “green”, lo stesso utente potrà spendere gli SC$ accumulati presso gli stores (fisici o on line) dei partners con noi convenzionati che offrono sconti e promozioni per acquisto di prodotti e servizi nel settore food, moda, intrattenimento, ecc. Il sistema di premialità vede il coinvolgimento dei partners che aderendo al nostro network si fanno anch’essi promotori di un cambiamento. Inoltre per il tramite di un lucchetto intelligente, l’utente può condividere la propria ebike con chi desidera aderendo al primo sistema di bike sharing privato.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Il nostro team di creators è composto da quattro giovani milanesi (anche di adozione), Alessandra, Gabriele, Ilaria e Pietro, con un background professionale nel settore della low carbon economy e delle fonti rinnovabili. Le competenze trasversali, la sensibilità verso tematiche legate alla sostenibilità, la curiosità, la voglia di innovare, di trasformarsi e di trasformare hanno reso possibile lo sviluppo e la crescita della nostra idea che è divenuta una realtà imprenditoriale.

Quali sono le principali difficoltà che una startup incontra nel mercato italiano?

In primis, entrare in contatto con altre realtà imprenditoriali e stringere rapporti di partnership è stata un’attività che ha rilevato alcune difficoltà, a causa di un atteggiamento meno propenso all’innovazione e alla collaborazione. Il nostro progetto condivide i principi della sharing economy, in cui la condivisione e la collaborazione sono elementi centrali per la diffusione di una “buona pratica” (utilizzo del mezzo di trasporto sostenibile, Spine) e un cambiamento delle abitudini quotidiane, favorendo la diffusione di iniziative quali il bike2work. Inoltre, l’accesso ad alcuni servizi finanziari si è reso non di facile risoluzione per la nostra start-up con una breve esperienza sul mercato.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business e quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Sin da subito, siamo entrati nel mercato spagnolo, con l’apertura di un flagship store a Barcellona, una città a noi familiare. E ad un nostro modello di ebike abbiamo dedicato il nome del quartiere in cui siamo localizzati: Eixample. Nel nostro piano programmatico di sviluppo, prevediamo l’apertura di stores, anche nella modalità franchising, in Paesi che hanno un approccio più reattivo all’uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, ad esempio in Nord Europa. La bicicletta è un mezzo di trasporto che sta penetrando con tassi di crescita elevati nel mercato della mobilità e l’e-mobility è divenuta ormai una realtà, sinonimo di un cambiamento epocale a livello mondiale.
I mercati internazionali extra-europei maggiormente attrattivi per il nostro business sono quelli dinamici, propensi ad un cambiamento, dove l’innovazione è considerata uno strumento per migliorare le proprie abitudine quotidiane e di consumo e laddove si stanno implementando delle politiche ambientali per migliorare il benessere dei cittadini. Gli stessi mercati in cui è più facile trovare investitori e finanziamenti attratti dal settore della mobilità, che coinvolge milioni di persone, in un’ottica “green” dalla quale non si può prescindere.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una startup?

Tali programmi possono aiutare a fornire chiavi di lettura per una startup che si affaccia per la prima volta su un nuovo segmento di business con idee innovative, supportando le aziende ad entrare nei mercati di riferimento e aiutandole a trovare le risorse finanziarie e non per lo sviluppo dell’attività. Per le startup, è importante il networking, entrare in contatto e creare relazioni con le realtà di riferimento per il settore di competenza. Gli incubatori e gli acceleratori devono fornire gli strumenti per rendere appetibile e fruibile il progetto/idea alla base della startup, per individuare i punti di forza e debolezza, per affrontare i cambiamenti che la realtà digitale ci impone. Per noi, di Spinebike, sarebbe sicuramente un’opportunità.

Quale consiglio dareste ai giovani startupper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Di non fermarsi al primo ostacolo e di portare avanti la propria idea con fermezza. È importante svolgere un’analisi di mercato di riferimento prima di sviluppare la propria idea, analizzare i propri competitors, i punti di forza e debolezza della propria idea di business e iniziare la propria sfida, con ostacoli e soddisfazioni, e molta flessibilità e rapidità nel prendere le decisioni, in quanto stiamo assistendo a mercati in continuo e rapido mutamento, sempre più digitali.

Obiettivi per il futuro…

Spinebike è una startup nata poco più di un anno fa, dunque ancora nella fase di sviluppo del suo ciclo di vita, con ampi margini di crescita e di miglioramento. Uno degli obiettivi futuri è aumentare la penetrazione e diffusione delle nostre ebikes Spine nel mercato della mobilità, promuovendo la cultura delle mobilità urbana sostenibile e della sharing economy anche a livello aziendale, in cui l’ebike diviene un benefit per il dipendente. Inoltre stiamo lavorando per aumentare il network dei partners commerciali con lo sviluppo di touch points non tradizionali (mondo moda/design) e collaborazione con aziende di riferimento nel settore fashion, in linea con il suo posizionamento forte sul lifestyle. Per lo sviluppo internazionale della nostra attività, abbiamo disegnato un modello di franchising, basato su relazioni forti e a lungo termine, che permette al soggetto interessato di attivare uno store Spine nella sua città senza il pagamento di nessuna quota per il franchising. Si tratta di negozi economicamente indipendenti a cui viene consegnato tutto il kit iniziale di vendita per cominciare a lavorare e a crescere. Tutto ciò a testimonianza della grande voglia da parte della nostra startup Spienbike di innovare e crescere sostenibilmente, in aderenza con il nostro slogan #Rideresponsibly.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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