Francia, il secondo mercato di sbocco per il Made in Italy nel mondo

Francia, il secondo mercato di sbocco per il Made in Italy nel mondo

19 Febbraio 2018 Categoria: Focus Paese Paese:  Francia

Le relazioni fra Italia e Francia sono difficili da descrivere ma nonostante tutto i due Paesi non possono fare a meno uno dell’altro. Ecco perché.

Amore ed odio. In due parole il rapporto che lega italiani e francesi può essere sintetizzato così: da un lato il reciproco apprezzamento fra due Paesi geograficamente e politicamente molto vicini e dall’altro l’innegabile competizione che ben si esemplifica nello storico rivaleggiare fra Made in Italy e Made in France sui mercati internazionali.

Da un punto di vista politico l’ascesa al potere di Emmanuel Macron, eletto Presidente della Repubblica nel maggio del 2017, può rappresentare un’occasione ed allo stesso tempo una minaccia. Tutto dipenderà dall’evoluzione dei rapporti fra Germania, Francia e Italia, a maggior ragione dopo la Brexit.

Le relazioni fra Macron e la Merkel oggi appaiono ben salde (mentre il futuro del Belpaese appare incerto e strettamente legato a quello che sarà il nuovo assetto politico dopo le elezioni del prossimo 4 marzo) ma bisognerà capire il peso che avrà Martin Schulz nell’ennesimo governo di Grosse Koalition che si prefigura all’orizzonte.

L’influenza dell’Spd infatti potrebbe influenzare in misura decisiva le politiche europee tedesche dei prossimi anni.

Oggi, comunque, il ruolo di Parigi nel “Vecchio Continente” rimane un ruolo da assoluto protagonista: la Francia è infatti lo stato più grande dell’Ue ed il secondo, dietro la Germania, sia per popolazione (circa 67 milioni di persone) sia per grandezza della propria economia.

Parigi e Berlino, da sole, rappresentano quasi il 43% del PIL comunitario ed il 35% delle esportazioni. Numeri importanti, che non lasciano molto spazio alle interpretazioni.

Ma l’economia francese, seppur solida, ha subito eccome le ripercussioni derivanti dalla crisi economica mondiale e lo testimonia il dato relativo al tasso di disoccupazione, tornato a scendere sotto la soglia del 10 per cento (9,5%) solo nel 2017.

In generale comunque l’avvento di Macron sembra aver dato nuovo slancio all’economia transalpina, con una crescita economica che nel 2017 ha stupito molti analisti sfiorando il 2% e che dovrebbe confermare il trend positivo anche nell’anno in corso.

Fra gli elementi che hanno di fatto migliorato la credibilità internazionale del Paese c’è stata certamente la rapida approvazione della riforma del lavoro francese, molto ben vista dal mondo imprenditoriale (e meno dai lavoratori) perché portatrice di una maggiore flessibilità.

Detto ciò rimangono sullo sfondo alcuni nodi di prioritaria importanza come l’elevato debito pubblico e privato che rendono l’economia francese potenzialmente ancora molto esposta rispetto ad eventuali shock esterni.

Per tutti questi motivi è molto probabile che il 2018 sia un anno fondamentale per il futuro della Francia e molto dipenderà dalla capacità di Macron di proseguire nel sentiero riformatore appena avviato.

Rapporti con l’Italia

Le economie dei due Paesi sono caratterizzate da un elevato livello di interdipendenza dal momento che la Francia rappresenta il secondo partner commerciale italiano a livello globale.

I dati più aggiornati descrivono un livello di interscambio elevato che, dagli oltre 76 miliardi registrati nel 2016, appare in aumento del 6,4% (dati disponibili relativi ai primi 10 mesi del 2017), con un saldo commerciale largamente in favore del Belpaese.

Fra i prodotti del Made in Italy maggiormente venduti in Francia citiamo prodotti della meccanica, automobili, prodotti della moda e del comparto agroalimentare.

Inoltre si sottolinea che i due Paesi, nonostante la grande rivalità che si accende in alcuni settori come fashion e food&beverage, hanno dei sistemi industriali e di mercato piuttosto complementari.

Negli ultimi mesi i due Paesi stanno provando a chiudere accordi decisivi in settori chiave delle due economie come testimonia la recente vicenda Fincantieri-Stx che, dopo un iniziale momento di forte tensione, sembra essersi risolta in modo amichevole.

Tuttavia ci sono altri tavoli molto importanti ancora aperti come quello che riguarda il futuro di Telecom Italia, controllata dalla Vivendi di Vincent Bolloré, finanziere vicino al presidente Macron ed il discorso relativo all’ipotizzato (ma ancora tutto da verificare) ingresso di Air France nella delicata partita Alitalia.

Quel che è certo è che SACE prevede un ulteriore intensificarsi delle relazioni fra i due Paesi nell’arco del prossimo triennio. Secondo la società del gruppo Cassa depositi e prestiti infatti l’export italiano in Francia è destinato a crescere ad un ritmo vicino al 3,3% annuo da qui al 2020.

Musica per le orecchie delle aziende esportatrici italiane che hanno intenzione di intensificare le relazioni commerciali con Parigi non dimenticando però quanto i consumatori francesi siano esigenti e dunque difficili da “conquistare”.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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