Con Luigi Badaloni, fondatore di IETY Srl, abbiamo parlato della Start-Up Nido+, produttrice dell’unico cuscino anti-abbandono che dialoga con lo smartphone e che include anche una consulenza medico-pediatrica gratuita per un anno.

Da dove nasce l’idea di NIDO+?

L’idea di sviluppare un dispositivo antiabbandono è nata internamente alla nostra start up (IETY srl) da sempre focalizzata sui temi dell’innovazione tecnologica. A fronte dell’ennesimo fatto di cronaca su un abbandono in auto finito tragicamente ad aprile 2018, abbiamo deciso di sviluppare una possibile tecnologia per un dispositivo antiabbandono ed a giugno 2018 abbiamo depositato domanda di brevetto. Poi con l’entrata in vigore della legge, a ottobre dello stesso anno, abbiamo deciso di sviluppare un prodotto da lanciare sul mercato, curando non solo la tecnologia ma soprattutto il brand ed il design del prodotto.

Da chi è composto il vostro team e quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo e la crescita della vostra idea imprenditoriale?

Il nostro è un team eterogeneo sia dal punto di vista del background culturale sia per l’età dei componenti. Inizialmente abbiamo lavorato sul branding e sul design del prodotto con la dott.ssa Paola Pinnavia, specializzata in design industriale che ha dato una impronta fondamentale all’immagine ed allo stile del prodotto. Contemporaneamente, con l’Ing. La Gala abbiamo messo a punto l’elettronica del dispositivo e tutta la filiera produttiva. Lo sviluppo dell’APP e dei servizi cloud è stato un altro passaggio importante in cui nel corso del progetto abbiamo deciso di cambiare il gruppo di lavoro e scegliere definitivamente un team di giovani informatici guidato dal Prof. Emanuele Panizzi dell’Università La Sapienza di Roma. Negli aspetti di comunicazione digitale ci siamo affidati alla società Taka Film, mentre per le azioni commerciali oltre a creare la nostra piattaforma di vendita online direttamente dal nostro sito e su Amazon, abbiamo fatto riferimento ad alcuni distributori specializzati che ci hanno permesso il posizionamento sui Retailer principali. Insomma direi che ogni componente ha avuto la sua fondamentale importanza anche se un elemento imprescindibile è stato la capacità di coordinamento e di sincronizzazione di tutte le risorse del progetto.

Quali sono le principali difficoltà che una Start-Up incontra nel mercato italiano?

Come è noto, una delle principali difficoltà per una start up italiana è l’accesso al credito e quindi a finanziamenti agevolati. Questo aspetto è in parte mitigato dalla azione di diversi acceleratori/incubatori che supportano soprattutto nelle fasi di start up ma rimane un ostacolo importante per uno sviluppo continuo e sostenibile di una attività imprenditoriale in Italia soprattutto nelle fasi di scale-up e consolidamento del business che sono a mio giudizio, le più importanti in un percorso imprenditoriale.

Quali mercati internazionali pensate siano più attrattivi per il vostro business quali quelli dove trovare più facilmente investitori o finanziamenti?

Riteniamo che l’offerta di NIDO+, che non sarà limitata esclusivamente al dispositivo antiabbandono, possa interessare diversi mercati internazionali e a tal proposito ci stiamo già muovendo su alcuni mercati dell’Europa occidentale in particolare Spagna, per la presenza di operatori italiani che possono favorire l’entrata in quel mercato e UK in quanto mercato molto dinamico e con altra presenze di Venture Capitalists soprattutto americani disponibili ad investire; alcuni operatori sia finanziari che industriali ci hanno già contattato da questo mercato. In genere l’Europa sia per affinità legislativa (la legge antiabbandono potrebbe essere adottata in altri Paesi europei) sia per vicinanza, resta la nostra priorità per una espansione internazionale.

Partecipare a programmi di supporto e tutoraggio offerti da incubatori ed acceleratori italiani genera un’utilità ed un vantaggio competitivo per una Start-Up?

Sicuramente in Italia negli ultimi anni abbiamo assistito al fiorire di numerose iniziative di incubazione ed accelerazione che sono come già sottolineato molto importanti nelle fasi di Start-Up di una idea imprenditoriale. Ritengo tuttavia che sia necessario per questi operatori non limitarsi ad un supporto iniziale (finanziario e/o di coaching) ma anche di supportare con maggiore continuità una giovane azienda nelle prime fasi di accesso al mercato e di consolidamento del business per arrivare ad una sostenibilità nel medio termine. Ad oggi il tasso di maggiore “mortalità” di una giovane azienda si rileva in queste fasi fondamentali nel ciclo di vita di una idea imprenditoriale.

Quale consiglio dareste ai giovani Start-Upper che intendono sviluppare una propria idea in Italia?

Sicuramente un primo consiglio è quello di guardare attentamente al mercato ed alla preferenze dei futuri clienti. Spesso succede che i giovani “Start-Upper” si innamorino delle proprie idee e tecnologie e non si focalizzino sufficientemente su quello che il mercato richiede, questo ovviamente si sconta nelle fasi di accesso al mercato ed in quelle di consolidamento del business. Altri temi importanti sono sicuramente la perseveranza e la lungimiranza: non scoraggiarsi quando ci si scontra con alcuni aspetti troppo burocratici e non agili del nostro sistema di imprese inoltre è importante guardare sempre “in avanti” immaginando cosa succederà dopo che il primo prodotto della propria azienda sarà sul mercato.

Obiettivi per il futuro…

NIDO+ rappresenta un’idea imprenditoriale che non si limiterà al dispositivo antiabbandono ma che vedrà lo sviluppo di una linea di prodotti innovativi e “connessi” per il bambino e la famiglia. La nostra strategia è quella di consolidare sempre di più il brand NIDO+ con una campagna di comunicazione continua e capillare e con una estrema attenzione al cliente. Stiamo già lavorando ad altri prodotti molto innovativi che contiamo di lanciare sul mercato italiano entro la fine del 2020.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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