Esportare prodotti agroalimentari bio negli USA: cosa riportare in etichetta?

Esportare prodotti agroalimentari bio negli USA: cosa riportare in etichetta?

19 Giugno 2019 Categoria: Food & Beverage Paese:  USA

Il tema dei prodotti agroalimentari biologici negli Stati Uniti è strettamente legato ai requisiti regolamentari dell’USDA (U.S. Department of Agricolture) che prevedono dettagliati standard di produzione ed etichettatura. Mentre nel precedente articolo si è parlato dell’accordo di equivalenza tra Stati Uniti ed Europa, che facilita i reciproci scambi commerciali dei prodotti biologici, si prenderà ora in esame la sezione dell’USDA, che prevede delle speciali indicazioni in materia di etichettatura dei prodotti agroalimentari biologici (materie prime o prodotti trasformati) destinati alla vendita al dettaglio.

Quando si parla di bio è necessario partire da un dato: l’Italia detiene il primato nel numero d’imprese che operano nel settore della trasformazione di prodotti biologici con oltre 18 mila realtà che coltivano ben 1,9 milioni di ettari di terreno. Fra i mercati bio più interessanti a livello internazionale c’è certamente quello statunitense ma le imprese italiane che intendono predisporre un’efficace promozione della propria offerta sul mercato a stelle e strisce devono attenersi ai requisiti previsti dalla regolamentazione USA in materia. Scopriamoli insieme.

Così come sono previsti dalla FDA in materia di etichettatura di tutti i prodotti agroalimentari in commercio negli Stati Uniti, anche l’USDA richiede, per la categoria dei prodotti bio, l’inserimento di specifiche indicazioni sulle due sezioni principali che compongono l’etichetta, ossia il Principal Display Panel e l’Information Panel.

Il Principal Display Panel, corrisponde al fronte etichetta, ossia alla parte della confezione che è visibile al consumatore al momento dell’acquisto;
L’Information Panel, è la sezione immediatamente alla destra del Principal Display Panel ed è quella che contiene la lista degli ingredienti ed altre informazioni del prodotto e del produttore.

Rispetto a queste due sezioni, l’USDA riconosce quattro differenti denominazioni per i prodotti biologici che dipendono dagli ingredienti utilizzati:

1. “100% Organic”: Le materie prime ed i prodotti trasformati possono riportare tale indicazione solo se rispettano i seguenti requisiti: tutti gli ingredienti devono essere certificati biologici (si escludono il sale e l’acqua, che sono considerati ingredienti naturali) ed inoltre, qualsiasi coadiuvante tecnologico, deve essere certificato biologico.

Per questa categoria, il Principal Display Panel può includere il logo organico dell’USDA (immagine 1) e/o l’indicazione “100 Organic”; l’Information Panel deve specificare, nella lista degli ingredienti, che tutti gli ingredienti sono biologici (immagine 2) e deve riportare il nome dell’ente certificatore (immagine 3).

2. “Organic”: Le materie prime ed i prodotti trasformati possono indicare la dicitura “Organic” se almeno il 95% degli ingredienti utilizzati sono biologici (escludendo nella lista acqua e sale). Possono essere utilizzati ingredienti non biologici, a condizione che rappresentino al massimo il 5% della lista degli ingredienti e siano inclusi nella National List, ossia la lista ufficiale di sostanze non bio che possono essere utilizzate nei prodotti biologici.

Per questa categoria, il Principal Display Panel può includere il logo organico dell’USDA e/o l’indicazione “Organic”; l’Information Panel deve specificare, nella lista degli ingredienti, che tutti gli ingredienti sono biologici (immagine 2) e deve riportare il nome dell’ente certificatore (immagine 3).

3. “Made with Organic”: In questa categoria rientrano i prodotti multi-ingrediente che rispecchiano queste caratteristiche: almeno il 70% degli ingredienti utilizzati devono essere certificati biologici (escludendo il sale e l’acqua); qualsiasi altro ingrediente alimentare utilizzato non deve essere necessariamente prodotto secondo gli standard biologici ma non deve provenire dai metodi esclusi dalla regolamentazione (es. manipolazione genetica, radiazione ionizzante, o fanghi di depurazione). I prodotti non agricoli devono essere espressamente autorizzati nella National List.
In questa categoria, il Principal Display Panel può riportare l’indicazione “Made with organic (inserendo fino a 3 ingredienti)” ma non deve includere il logo USDA né il termine “organic”; l’Information Panel deve specificare, nella lista degli ingredienti, quali sono gli ingredienti biologici (immagine 4) e deve riportare il nome dell’ente certificatore (immagine 4).

4. I prodotti che contengono meno del 70% degli ingredienti biologici (escludendo il sale e l’acqua) non hanno bisogno di certificazione.
Per tale Gruppo di prodotti, il Principal Display Panel non può presentare il logo della USDA né il termine “Organic”; l’Information Panel può indicare, nella rispettiva lista, gli ingredienti che sono biologici e la percentuale di tali ingredienti. Il resto degli ingredienti non devono rispettare le regolamentazioni previste dall’USDA. Infine, l’information Panel deve riportare il nome dell’ente certificatore (immagine 4).

(immagine 1)

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(immagine 4)

Dunque, chiunque voglia esportare prodotti agro-alimentari biologici negli Stati Uniti, dovrà apportare modifiche alle etichette tenendo conto di queste indicazioni. Inoltre, una volta realizzata la nuova etichetta, questa dovrà essere sottoposta alla review da parte dell’ente certificatore, cui spetta approvarla in via definitiva. A seguito dell’approvazione, l’ente rilascerà un certificato di conformità (previsto dal Reg. EC 834/2007) che garantisce l’osservanza delle suddette disposizioni.

Infine, è fondamentale ricordare che, essendo i prodotti biologici parte integrante della macro-categoria dei prodotti agroalimentari, la regolamentazione prevista dall’USDA è affiancata dalla regolamentazione prevista dalla FDA.

Per cui, anche per i prodotti biologici destinati al commercio negli Stati Uniti si applicano tutte quelle disposizioni necessarie in materia di esportazione previste dalla FDA: registrazione FDA dello stabilimento di produzione, nomina di un US Agent localizzato sul territorio americano, redazione del Food Safety Plan, nomina del PCQI (detto anche Preventive Control Qualified Individual) e, ovviamente, revisione dell’etichetta in base alle indicazioni generali previste dalla FDA.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Maria Chiara Migliaro, redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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