Riparte da Pitti l’Export del Menswear Italiano

Riparte da Pitti l’Export del Menswear Italiano

16 Gennaio 2023 Categoria: Moda & Accessori

Un settore in netta ripresa quello del menswear Made in Italy, come mostrato dai numeri entusiasmanti registrati a Pitti Uomo 2023 e dai dati previsionali del 2022 che vedono un aumento del fatturato del +20,5, con un’incidenza dell’export pari al 73,8%.

Ben oltre le più rosee aspettative l’edizione numero 103 di Pitti Uomo, che si è chiusa con grande successo lo scorso venerdì. Solo i più ottimisti ipotizzavano un’affluenza così numerosa e qualificata alla Fortezza da Basso, dove si sono superate le 18.000 presenze. Un numero piuttosto incoraggiante secondo gli organizzatori (che hanno parlato di “numeri di presenza di cui si era persa memoria…”) e forse anche un po’ inatteso, vista la situazione globale e le incertezze post-pandemia.

I dati di affluenza finale fanno registrare in termini assoluti circa 13.500 compratori, in rappresentanza di 6.500 aziende di vendita e distribuzione (boutique, dettaglio, multimarca, department e specialty stores, catene, piattaforme specializzate di e-commerce), con un aumento del 210% rispetto al gennaio 2022: gli italiani sono stati oltre 9.000 (+ 190%), gli esteri circa 4.500 (+260%) e rappresentano il 33% del totale. 

I primi 10 mercati esteri più presenti a questa edizione sono stati: Germania (oltre 530 compratori), Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Turchia, Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone, Belgio.

Finalmente, grande soddisfazione registrata tra tutti gli espositori per il ritorno dei migliori compratori asiatici. Dal Giappone sono arrivati oltre 190 buyer (erano stati 6 nel gennaio 2022), dalla Corea del Sud sono stati quasi 140 (rispetto ai 5 del gennaio 2022), così come sono tornati i buyer dalla Cina continentale, Cina-Hong Kong, Taiwan, Singapore e Tailandia, paesi che all’ultima edizione invernale erano stati quasi assenti.

Altro dato interessante è il risultato delle presenze dei compratori dai paesi nordici-scandinavi (Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia), che ha raggiunto quota 227 a questa edizione – erano stati 60 in totale l’inverno scorso.

Da segnalare anche gli exploit di Israele, Messico, Canada, Irlanda, i numeri in grande ripresa dai paesi dell’Europa Orientale e dal Medio Oriente, e dal blocco Azerbaijan - Uzbekistan - Kazakistan (erano 4 i compratori di questi paesi l’anno scorso, sono stati 43 a questa edizione).

Un settore in buona salute con un fatturato in crescita

Numeri perfettamente in linea, d’altronde, con quelli dell’andamento del settore. Dopo un 2021 chiusosi per il menswear italiano in aumento del +15,2%, anche nel corso dell’anno appena terminato la moda uomo si è mantenuta infatti, come del resto la filiera Tessile-Abbigliamento nel suo complesso, in area positiva. Secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda, la moda maschile italiana dovrebbe archiviare il 2022 con un fatturato di circa 11,3 miliardi di euro, in crescita del +20,5% sull’anno precedente.

Il comparto ha così superato i livelli pre-Covid: il turnover del 2019 era pari infatti a 10,1 miliardi di euro.

Export in aumento nel 2022

Dopo il brusco stop registrato nel 2020 (-16,7%), le esportazioni di moda uomo nel 2021 sono tornate in territorio positivo (+13,4%): tale dinamica favorevole sarà confermata, con ritmi ancor più sostenuti, anche per il 2022. Per l’export si stima, infatti, una variazione su base annua pari al +26,1%; il livello complessivo delle vendite estere passerebbe, dunque, a poco meno di 8,4 miliardi di euro. L’incidenza dell’export sul fatturato totale del comparto risulterebbe, pertanto, pari al 73,8%.

Anche relativamente all’import - si legge sempre nelle stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda - (crollato del -20,1% nel 2020 ma in parziale recupero nel 2021, +8,0%) si profila una crescita, ben più vivace rispetto a quella dell’export, stimata al +44,3% nei dodici mesi; l’ammontare totale delle importazioni settoriali passerebbe così a circa 5,8 miliardi. Visto l’andamento degli scambi con l’estero, per l’attivo commerciale settoriale si prevede una lieve flessione (stimata in 41 milioni in meno rispetto al consuntivo 2021); il surplus complessivo dovrebbe assestarsi, infatti, sui 2.606 milioni nell’intero anno.

Un quadro maggiormente dettagliato relativamente alle performance della moda uomo sui mercati internazionali si ottiene dall’analisi dell’interscambio con l’estero nei primi nove mesi del 2022. In tale periodo, sulla base dei dati Istat disponibili, sia le vendite estere sia le importazioni hanno evidenziato una performance positiva sui mercati esteri, come già era avvenuto nel corso del 2021. A tale risultato si è giunti grazie alle dinamiche positive che hanno caratterizzato tutti e tre i trimestri, sia per l’export sia per l’import. Da gennaio a settembre 2022 l’export di menswear mette a segno un +26,3% portandosi a quota 6,5 miliardi di euro, mentre l’import vede un aumento del +47,9%, per un totale di 5,2 miliardi circa.

Il settore dunque sembra godere di buona salute ed è pronto per il rilancio. Ora il testimone passa a Milano, con le sfilate e presentazioni delle collezioni per l’autunno-inverno 23/24, dove le griffe auspicano di confermare i numeri di Pitti Uomo in termini di presenze di buyers internazionali.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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