Nonostante un contesto macroeconomico incerto e una flessione della domanda globale, la moda maschile italiana ha dimostrato nel 2024 una sorprendente capacità di tenuta sui mercati esteri. Secondo i dati elaborati da Confindustria Moda su base ISTAT, l’export del comparto ha registrato una crescita marginale del +0,1% rispetto al 2023, attestandosi a 9,54 miliardi di euro. Parallelamente, le importazioni sono calate del -5,4%, a conferma di un mercato interno più debole e di una possibile riorganizzazione delle catene di fornitura.

Mercati di sbocco: luci e ombre tra UE e extra-UE

Le esportazioni verso i Paesi UE hanno segnato un +0,6%, rappresentando il 45,9% del totale, mentre quelle verso i Paesi extra-UE sono calate dello 0,2% ma si confermano dominanti con il 54,1% dell’export complessivo.

La Francia si conferma il primo mercato di destinazione per la moda maschile italiana, con un incremento del +5,5% e un valore pari a 1,225 miliardi di euro (12,8% del totale). Seguono Germania (-3,1%) e Stati Uniti (+1%), mentre la Cina ha mostrato una crescita esplosiva del +20%, raggiungendo i 777 milioni di euro. Altri mercati in forte espansione sono stati Hong Kong (+13,7%), Giappone (+11,5%), Polonia (+14%) ed Emirati Arabi Uniti (+32,4%).

In controtendenza, invece, Svizzera (-37,1%), Regno Unito (-6,5%), Corea del Sud (-10,9%), Paesi Bassi (-2,1%) e Russia (-1,3%) hanno subito un ridimensionamento delle esportazioni italiane.

Performance merceologiche: vola la pelle, in calo cravatte e camiceria

Analizzando le esportazioni per categoria di prodotto, solo due segmenti hanno chiuso il 2024 in positivo:

  • Abbigliamento in pelle: +11,1%
  • Abbigliamento confezionato: +0,1%

Tutti gli altri comparti sono risultati in calo:

  • Cravatte: -7,4%
  • Camiceria: -1,2%
  • Maglieria: -0,1%

Lato importazioni, solo l’abbigliamento in pelle ha mostrato una crescita (+5,2%), mentre le cravatte (-20,2%), l’abbigliamento confezionato (-5,8%) e la camiceria/maglieria (-5,2%) hanno registrato flessioni anche significative.

I fornitori principali dell’Italia

Sul fronte delle importazioni, la Cina si conferma il principale fornitore (12% del totale), seguita da Bangladesh e Francia. Tuttavia, molti capi di abbigliamento provenienti dall’Asia transitano attraverso i Paesi Bassi, vero e proprio “hub doganale” europeo. Da notare anche la crescita significativa della Spagna come fornitore (+19,4%).

Uno sguardo al futuro

Il 2024 ha confermato il ruolo strategico della moda maschile all’interno del sistema moda italiano. Seppur con una crescita contenuta, il comparto ha dimostrato una buona resilienza. Tuttavia, le dinamiche divergenti tra mercati e categorie di prodotto suggeriscono la necessità di strategie di export più mirate, soprattutto verso quei Paesi in flessione.

L’attenzione alla qualità, all’innovazione e alla sostenibilità sarà fondamentale per mantenere e ampliare le quote di mercato, in particolare in vista degli eventi internazionali come Pitti Uomo 106, in programma dal 17 al 20 giugno 2025 a Firenze, vetrina d’eccellenza per il menswear italiano.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it - Autore Alessio Gambino

 

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