Il comparto delle energie rinnovabili in Italia produce oggi 3,6 miliardi di turnover (60% realizzati grazie alle esportazioni), una cifra non trascurabile ma senza dubbio ancora al di sotto delle potenzialità del Belpaese.

Il mondo delle energie pulite italiano è dominato da colossi come Enel, capace di costruire (in Nevada) la prima centrale elettrica ibrida al mondo che combina geotermia, fotovoltaico e solare-termico ma anche tante aziende di varia dimensione che rappresentano eccellenze assolute nel loro campo.

Fra queste citiamo il gruppo salernitano Magaldi, che ha inventato il solare a sabbia e l’azienda romana Convert, uno dei leader mondiali nella produzione di tracker, i sistemi per orientare i pannelli solari in base al sole.

Ma quale futuro aspetta le rinnovabili Made in Italy?

Secondo Carlo Calenda “se il Sistema Italia non farà nulla sulle energie rinnovabili, dal 2023 incomincerà un calo di costi per le Fonti energetiche rinnovabili (FER), ma anche un calo significativo della produzione. Il costo si abbasserà progressivamente fino al 2030 e dal 2031 e 2032 ci sarà un crollo drastico che lo porterà quasi a zero. Questa riduzione potrebbe condurre a sua volta a una drastica diminuzione della produzione da FER perdendo quanto investito e quanto di buono fatto fin ad allora. Per questo è necessario pensare a un nuovo investimento del nostro Paese da qui al 2030 e anche dopo il 2030″.

C’è dunque urgente bisogno di una programmazione seria e strutturata per spingere una ulteriore crescita settoriale e per evitare di disperdere uno dei più grandi asset della Penisola.

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