Un fascino unico e magico avvolge la Turchia, un paese dai mille volti, una terra che unisce memorie storiche, archeologiche di grande interesse e bellezze naturali uniche collocata in una straordinaria posizione, a cavallo tra Occidente e Oriente. È proprio per la sua posizione strategica di cerniera e snodo logistico verso la sponda sud del Mediterraneo, il mondo arabo e islamico e le ex repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale, che la Turchia rappresenta un mercato molto attrattivo per gli investitori internazionali.

In particolare, è un mercato di sbocco fondamentale per il Made in Italy, sia nel campo retail, per soddisfare i consumi interni di una popolazione al 50% under trenta attratta dai nostri prodotti, sia nella fornitura di beni strumentali che sfruttano una consolidata complementarietà con il sistema industriale locale.

Le opportunità di business nel “Paese della Mezzaluna”, così come viene comunemente chiamata la Turchia, non mancano dunque, ma prima di fare affari con i Turchi è bene tenere in mente che la loro cultura è estremamente eterogenea e divisa tra un senso marcato di modernità e l’esigenza di restare attaccati alle proprie radici storiche. Per esempio, subito dopo Atatürk e prima dell’avvento di Erdoğan, era vietato alle donne ricoprire incarichi pubblici indossando il velo. Oggi qualcosa è cambiato e si possono notare più donne velate per strada e negli uffici; ciò non toglie che moltissime donne vestano all’occidentale, soprattutto nelle zone più moderne delle città.

Quali aspetti di Business Etiquette è opportuno tenere in considerazione in Turchia?

Relazioni interpersonali

I Turchi sono ospitali, gentili ed estremamente professionali. In generale, vogliono conoscere bene le persone con cui lavoreranno e faranno affari. Saranno più propensi a concludere accordi con persone che danno loro fiducia e che garantiscano collaborazioni a lungo termine.
Ai loro ospiti, i Turchi offrono immediatamente del tè o del caffè: rifiutare è scortesia, quindi conviene assaggiare questi prodotti tipici, diversi da tutti gli altri.
Prima di parlare d’affari è opportuno fare un po’ di conversazione sulla famiglia, il calcio o altri sport e hobby praticati: questo aiuterà a rompere il ghiaccio e a instaurare un clima più amichevole per il business.

Saluti e stile di comunicazione

Come saluto iniziale, la norma è una stretta di mano formale. Gli uomini possono occasionalmente stringere il braccio dell’interlocutore in segno di calore.
Nei contesti di business, moltissime donne stringono la mano degli uomini, ma questo non capita mai nelle zone rurali, più conservatrici; è opportuno comunque attendere che sia la donna a tendere la mano per prima, nel caso.Per quanto riguarda il mantenimento dei contatti tra soci in affari, i Turchi preferiscono comunicare direttamente con una telefonata, anziché per e-mail.

Lingua

La maggior parte dei businessmen Turchi parla inglese come lingua veicolare per gli affari.Tutta la documentazione relativa al proprio lavoro, è da presentare in inglese, ma con traduzione in turco. La presentazione orale può essere supportata da disegni, grafici e statistiche che agevolino la comprensione dell’argomento.

Dress code

Non vi sono particolarità rispetto all’abbigliamento che è quello classico formale comunemente usato negli incontri d’affari. Gli uomini d’affari indossano completo con giacca a pantaloni, camicia e cravatta. Le donne, invece, un tailleur oppure un vestito.
Considerando le elevate temperatura durante i mesi estivi, gli uomini sono liberi di indossare solo camicia, pantaloni e cravatta. Anche alle donne è concesso un abbigliamento più leggero.

Biglietti da visita

Il proprio biglietto da visita va sempre presentato, meglio se recante un lato tradotto in turco. E’ consigliabile porgerlo con entrambe le mani, ma non è una regola da osservare pedissequamente.

Lo sapevate perché…

si dice “fumare come un turco”? L’origine di questo modo di dire è incerta, ma quella più probabile risale alla seconda metà del XVI secolo. A quell’epoca in Turchia regnava un Pascià estremamente severo nei confronti del consumo di caffè e tabacco, considerate alla stregua di pericolose droghe. I consumatori di caffè e tabacco erano perseguiti duramente (una delle pene previste era il taglio del naso) e le caffetterie furono distrutte. Una volta morto il Pascià oppressore, i Turchi tornarono a bere caffè e a fumare, anche in modo eccessivo, come reazione al divieto subito. Da qui il detto: fumare come un turco, nel senso di fumare eccessivamente.

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Fonte: a cura di Exportiamo, Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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