È stata aggiornata la Mappa dei Rischi 2020 “Come navigare in un mare d’insidie” di Sace Simest (gruppo CDP), da cui emerge il miglioramento delle condizioni per l’internazionalizzazione in 67 Paesi, la stabilità in 89 e un peggioramento per 43 mercati, nonostante le criticità correnti.

Nell’attuale contesto caratterizzato dall’incertezza, la Risk Map 2020 di Sace Simest vuole fungere da bussola per le imprese, specialmente le PMI, con lo scopo di orientarle consapevolmente verso i mercati esteri.

L’aggiornamento del 2020 riporta nel panorama dei rischi globali le problematiche e le criticità economico-finanziarie e politico-sociali che hanno già avuto importanti ripercussioni a livello internazionale nel 2019.

Tra le principali minacce per il nuovo anno, la risk map riporta ancora una volta le aggressive politiche commerciali degli Stati Uniti rivolte verso Cina e UE, nonostante Washington e Pechino abbiano recentemente firmato una tregua sui dazi. Tuttavia, nell’ultimo periodo sembrerebbe che le misure protezionistiche volute dall’amministrazione Trump mirino maggiormente verso i Paesi dell’Unione europea.

Queste potenziali minacce hanno portato a una previsione delle stime di crescita per l’anno in corso in frenata rispetto al 2019, rallentamento da imputare inoltre agli effetti negativi che l’epidemia del Coronavirus porterà durante il corso del 2020.

Tra gli altri fattori critici considerati dalla risk map per l’anno in corso, l’elevato indebitamento pubblico rappresenta sicuramente un elemento che pesa sulle prospettive di molti Paesi, in particolare per le economie avanzate, per le quali si rilevano elevati livelli di debito e nelle economie emergenti dove l’indebitamento prosegue a ritmi sostenuti. In questo contesto, il basso livello dei tassi di interesse potrebbe spingere verso un’ulteriore l’espansione del debito.

Per quanto concerne il rischio di credito, i risultati evidenziano una sostanziale stabilità sia a livello globale sia nella suddivisione tra economie avanzate e emergenti. Tuttavia, l’analisi nel dettaglio delle singole aree mostra che le economie dell’UE emergenti, CSI e asiatici migliorano in media i punteggi relativi al rischio di credito, mentre si rileva un incremento del rischio nei Paesi medio-orientali. I mercati dell’America Latina rimangono relativamente stabili, ma si evidenzia un peggioramento delle controparti bancarie.

Per quanto riguarda i rischi politici, nel complesso la situazione mostra un generale aumento della violenza politica, fattore rilevato in particolare in Medio Oriento e America Latina. Nei Paesi avanzati invece, tale peggioramento è ascrivibile alle proteste che hanno recentemente riguardato le piazze di Hong Kong.

Lo studio di Sace Simest evidenzia ancora una volta che i principali fattori che le PMI dovrebbero tenere in particolare considerazione anche nel 2020 sono: le differenze di rischiosità tra le diverse controparti, i differenti livelli di rischiosità che caratterizzano alcune regioni all’interno di determinati Paesi e le possibili difficoltà di accesso alla valuta estera.

I soggetti che propendono al commercio internazionale potranno comunque approfittare delle opportunità presenti anche nelle zone maggiormente instabili, grazie alle possibilità di business nei mercati ritenuti più solidi in tali aree, come gli Emirati Arabi Uniti in Medio Oriente.

L’attuale contesto internazionale presenta criticità con le quali le imprese dovranno necessariamente imparare a convivere e diverrà sempre più importante essere in grado di adattare con rapidità le proprie strategia, l’analisi continua dei mercati di interesse e la conoscenza e l’utilizzo dei principali strumenti disponibili, capaci di proteggere le PMI dai rischi presenti nei mercati internazionali.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Federico Milone, redazione@exportiamo.it

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